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Faggeta dei Monti Cimini: una passeggiata nel bosco patrimonio dell'UNESCO

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Se siete in cerca di un’esperienza di viaggio immersi nella natura, Viterbo e i suoi boschi rigogliosi sono quello che fa per voi. La Faggeta di Soriano nel Cimino è infatti una delle più belle estensioni boschive del viterbese. Sorge immersa nel verde dei Monti Cimini e si estende per 50 ettari. E’ un esempio di faggeta vetusta perché dei 10.000 alberi che popolano il bosco, molti hanno più di 200, ciò la rende meravigliosa agli occhi degli amanti della natura.

Patrimonio dell’Unesco
faggeta monti cimini. photo credit: localieventi360.it

Il 9 luglio 2017 la faggeta acquisisce l’alto riconoscimento di sito Unesco Patrimonio dell’Umanità. Riunitisi a Cracovia, i membri dell’Unesco, hanno deciso per il sì vista la grande naturalità di questo ecosistema dominato dal faggio che ricopre tutto l’Appennino. La proposta è stata presentata dai docenti dell’università della Tuscia Alfredo Di Filippo e Gianluca Piovesan, che hanno così confermato attraverso il loro lavoro la grande ricchezza del territorio. La faggeta dei Monti Cimini è stata a lungo studiata dai due docenti per l’unicità degli aspetti ecologici e strutturali che includono alberi alti fino a 50 metri.

La faggeta nella storia
monti cimini
faggeta monti cimini. photo credit: infoviterbo.it

Il bosco ha origini che risalgono alla tarda età del bronzo, gli scavi effettuati sul terreno hanno portato alla luce numerosi resti di insediamenti etruschi e romani, tra cui armi e vasellame ora custoditi nel Museo Pigorini di Roma. Lo storico romano Tito Livio la definì impenetrabile visto che riuscì a fermare le legioni del generale romano Quinto Fabio Rulliano alla fine del IV secolo a.C.. Per secoli il bosco fu utilizzato come pascolo per i suini e per la produzione di faggiole utilizzate per l’alimentazione degli animali. Solo alla fine del XIX secolo è stata riconosciuta la valenza paesaggistica e turistica della faggeta, che ha avuto poi il suo culmine con la nomina a patrimonio dell’Umanità.

Il sasso “naticarello”
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sasso menicante. photo credit: archiwatch.it

La bellezza del posto attira sempre molti turisti che vogliono passare una giornata immersi nel verde, un modo anche per scoprire il patrimonio boschivo della Tuscia. La foresta è caratterizzata dalla presenza di numerosi massi che sormontano i cosiddetti domi, ovvero ammassi di magma raggruppato. Questo sta a testimoniare l’importante attività vulcanica del territorio. Tra questi massi uno in particolare attira l’attenzione, infatti al limitare del bosco, troviamo un grande masso noto come sasso “menicante” o sasso “naticarello”. Il nome deriva dalla sua particolare posizione, infatti il masso di forma ovoidale di circa 250 tonnellate, si trova sospeso in equilibrio su una sporgenza del suolo ed è possibile farlo oscillare con un bastone usato come leva.  Plinio il Vecchio nel suo Naturalis historia lo celebrava addirittura con il nome di naturae miraculum (miracolo della natura).

I sentieri tra i boschi
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Faggeta dei Monti Cimini. Photo credit: canino.info

La faggeta permette a chi la vista di godere di un’esperienza quasi magica. La quiete, il verde e l’aria pura creano un’atmosfera rilassante, quasi intima che permette al visitatore di concedersi una giornata a contatto con la natura e con se stesso. Per coloro che amano i sentieri, la Sezione CAI – Club Alpino Italiano – di Viterbo ha inaugurato il primo sentiero ufficiale sul territorio della provincia viterbese. Un percorso di circa 14 km, con partenza da Poggio Nibbio, vicino al Lago di Vico, ed arrivo a Soriano nel Cimino, attraversando i secolari boschi della Faggeta.

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