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Viaggio in Giordania: Petra, alla scoperta della variopinta città rosa

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Quando programmate un viaggio fate come me, scegliete un posto che sia ospitale, storico e meraviglioso, volate in Giordania. Purtroppo non avendo molto tempo a disposizione ho dovuto racchiudere la mia visita in soli 5 giorni ma senza rinunciare alle tappe fondamentali di questa terra tra cui Petra, la meravigliosa città rosa. La Giordania è l’unica finestra sul mar Rosso e, pur confinando con territori che possano risultare “scomodi” come l’Egitto, Israele e l’Arabia Saudita è una città molto ospitale e per nulla pericolosa. Ripercorriamo insieme alcune delle principali tappe del mio viaggio in Giordania, senza escludere i piatti tipici da gustare assolutamente per un delizioso ristoro.

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Viaggio in Giordania: Petra, alla scoperta della variopinta città rosa (photocredit Sara Berettoni)

Cosa mangiare in Giordania

Dopo essere atterrata ad Aqaba con circa 3 ore e trenta di volo mi sono diretta al centro della città e solo davanti ad alcune delle loro deliziose portate locali insieme ai miei compagni di viaggio ho dato inizio alla mia mini-vacanza in Giordania. Per deliziare il palato vi consiglio alcuni dei piatti tipici che non dovranno mai mancare sulla vostra tavola:

  • Falafel: polpettine di ceci tritati, prezzemolo, aglio, coriandolo e cipolle fritte nell’olio.
  • Hummus: crema di ceci, salsa tahini, olio di oliva, limone e cumino.
  • Mutabbal( Baba Ganush): una crema di melanzane al forno con salsa tahina a base di sesamo, un po’ di limone , aglio e olio d’oliva.
  • Msakhan: pollo e riso con aggiunta di pinoli con sopra e sotto uno strato di pane arabo. Con il risultato di un pane aromatizzato che viene utilizzato per raccogliere il riso, un cucchiaio da mangiare!
  • Zarb: una terrina di carne e verdure cotta sotto la sabbia. Una carne dal risultato secco che viene poi ammorbidita con salse, yogurt, olio.
  • Mansaf: il piatto nazionale, tipico dei beduini, emblema dell’ospitalità, a base di riso, agnello e yogurt. Cotto su una piastra dove vengono posizionati pinoli e prezzemolo tritato e l’ aggiunta di spezie Baharat.

Il mio viaggio in Giordania

Dopo una breve lezione culinaria vi consiglio di tuffarvi nelle magiche acque cristalline del mar Rosso paradiso dei sub e di chi come me si limita allo snorkeling.
Un clima temperato ha reso un ambiente perfetto per la crescita di coralli e di una brulicante vita marina. Delfini, tartarughe, granchi, aragoste e miriadi di pesci nuoteranno al vostro fianco come nulla fosse, un’esperienza che di certo non capita tutti i giorni.

Cosa vedere in Giordania

Una prima giornata di sole e relax ci ha fornito la carica per addentrarci nella città, nelle sue tradizioni, nei mercati ricchi di spezie, colori, fanghi e sapori.
La prima visita è stata al castello di Aqaba, costruito nel XVI secolo. In seguito la struttura fu utilizzata come Khan per i pellegrini diretti alla Mecca, anche se dopo la distruzione Britannica del 1917 ne resta ben poco.

Ora però è giunta l’ora di scoprire le antiche e misteriose strade del deserto che collegano l’oriente all’occidente. Siti archeologi, fortezze, città millenarie, popoli che transitavano lungo la via della seta e dell’incenso, una giornata ricca di emozioni verso la città rosa, Petra.

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Il mio viaggio in Giordania (photocredit: Sara Berettoni)

Cosa vedere in Giordania? Wadi Rum, il deserto rosso

Prima di raggiungere Petra, quella che dal 2007 è una delle 7 meraviglie del mondo, definita nel 1985 Patrimonio dell’Umanità ci perdiamo fra le distese infinite del Wadi Rum, il deserto rosso, formato da granito, arenaria e basalto.
Nell’antichità grandi eventi tettonici hanno spinto fuori dalla crosta terrestre possenti massicci di arenaria che sono stati poi modellati dal tempo e dal vento dando vita a maestose rocce, nicchie, pinnacoli, archi fra cui il più famoso: il Rock Bridge.

Un luogo inospitale, dal caldo torrido e senza ripari di giorno al freddo tagliente di notte, ma pur sempre a quanto pare abitato, come dimostrano più di 30.000 petroglifi incisi sull’arenaria dai Nabatei, fra i più famosi quelli del Khazali Canyon. Un’immensa distesa di sabbia arancio, rossa, rosa che abbiamo percorso dietro il cassone di una jeep.
Un’esperienza indimenticabile che vi consiglio di affrontare sempre con una sciarpa a portata di mano, sia per il freddo che al mattino presto può essere ancora insistente, sia per la quantità di sabbia che rischierete di mangiare alla prima curva o risata incontrollata.

Dopo una quantità infinita di foto nel deserto, salti, scalinate sulla roccia, sabbia rossa fra le mani e un tè bollente nella prima tenda beduina siamo tornati sull’asfalto per raggiungere il grande Tesoro di Petra. Chiunque abbia qualche giorno in più non può che trascorrere la notte sotto le stelle in una tenda beduina sparsa nel deserto.

Petra, alla scoperta della variopinta città rosa

Dopo circa due orette e qualche pit–stop siamo arrivati finalmente a Petra, uno dei posti più aridi della terra celati nella gola di questo aspro deserto.
Vi consiglio il Jordan Pass, un pacchetto tutto compreso, non avrete bisogno di visto, avrete tariffe ridotte per entrare in più di 40 attrazioni fra cui l’ingresso a Petra, un modo per semplificare la burocrazia e incentivare il turismo in Giordania.

Camminate in questa gola lunga circa 2 km prima di raggiungere il monumento iconico simbolo della città. Tombe monumentali s’innalzano per oltre 30 metri scolpite nell’arenaria, una strada di facciate, acquedotti, un anfiteatro, il Monastero di Ad Deir e il tesoro. Una civiltà perduta, protetta dalle tribù e riscoperta solo nel 1812 dall’esploratore svizzero Burckhardt che si travestì da arabo per poter intrufolarsi clandestinamente sotto gli occhi di tutti. Una tribù nomade, quella dei Nabatei che occupò la città nel VI a.C.

Si arricchirono commerciando spezie e seta con Egitto, Cina, Italia e India. Oltre che abili commercianti furono maestri idrici che seppero costruire al meglio dighe, tunnel, cisterne per poter vivere sia durante i periodi di cruda siccità che di forti inondazioni.
Venne invasa dai Greci, Romani e Bizantini che hanno lasciato negli anni le loro impronte scolpite nella roccia.

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Petra, Giordania (photocreduit: Sara Berettoni)

Petra, un angolo di mondo ancora da scoprire

Quello che ammirerete camminando nella gola è solo il 15 % di ciò che è stata veramente Petra. La sua scoperta ha suscitato più domande che risposte, molto, troppo è ancora nascosto sotto ai nostri piedi e questo la rende estremamente magica e irrisolta.
Alla fine del canyon, nell’ultima fessura della roccia si inizia ad intravedere la maestosità del tesoro del Faraone, la bellezza di questa facciata larga 24 metri e alta 38, ornata da capitelli, statue, urne e tre tombe all’interno.

Nulla è lasciato al caso, 12 colonne come i mesi dell’ anno, 7 bicchieri di vino come i giorni della settimana, 360 buchi ai lati come i giorni dell’ anno.
Non si può che ammirare il tesoro e cercare di scattare foto dall’angolazione migliore e proseguire la passeggiata .
Tre volte alla settimana potrete partecipare al Petra by night, la facciata completamente illuminata da candele e stelle, una vera magia.

Terminato il giro a Petra potrete guidare fino a raggiungere la little Petra, un secondo sito nabateo scolpito nella roccia lontano dal caos. Percorrete l’ iconica King Highway, una strada poco veloce ma famosa per la sua bellezza.

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Petra, Giordania. (photocredit: Sara Berettoni)

Viaggio in Giordania: dopo Petra, alla scoperta di Amman

Costeggiate il Mar Morto e dirigetevi verso Amman. L’ anfiteatro romano di Amman è molto suggestivo e illuminato in modo spettacolare, per una piacevole passeggiata serale. La città di Amman è un complesso archeologico, un mix di scavi romani e chiese bizantine

Proseguite il vostro viaggio alla scoperta di questo emblematico territorio, oppure se il dovere vi chiama, fate i bagagli, senza dimenticarvi le preziose maschere del mar morto, e dite arrivederci alla Giordania, dopotutto l’85% di questo tesoro non è ancora stato scoperto…



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