La Riviera Romagnola, si sa, offre da sempre ai suoi visitatori una vacanza all’insegna del relax e del divertimento, grazie alle sue spiagge dalle acque cristalline, costellate di stabilimenti e locali che animano la movida notturna.
A questo si aggiungono la bellezza delle città d’arte di cui la Riviera è ricca, una natura rigogliosa che ben si presta ad escursioni e passeggiate, i parchi tematici famosi in tutta la penisola e i complessi termali di Rimini e Riccione, dalle acque benefiche in grado di rigenerare corpo e mente.
Ma per gli appassionati della buona tavola la Riviera rappresenta proprio il punto di partenza di un percorso enogastronomico che si snoda attraverso la Romagna, dal mare all’entroterra, alla scoperta di prodotti tipici e ricette tradizionali, che portano in tavola i sapori di questa terra.
Prima tappa del tour enogastronomico della Romagna è Riccione, dove poter gustare piatti a base di pesce fresco appena pescato: cozze, vongole, gamberetti, rana pescatrice, calamari, aragoste, gamberi, granchio, da annaffiare con vini bianchi Romagnoli quali l’Albana di Romagna (uno dei vini DOCG della regione), il Pagadebit o il Trebbiano Romagnolo.
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Spostandosi poi nell’entroterra, si incontrano borghi suggestivi e pittoreschi; un esempio è Verrucchio, con la sua Rocca del Sasso, una delle più antiche e meglio conservate rocche malatestiane che, arroccata su di uno sperone roccioso, domina il paese. Qui è possibile gustare soprattutto prodotti derivati dalla carne di maiali allevati da produttori locali, quali salami, cotechino e zampone, che nel mese di Gennaio diventano i protagonisti della tradizionale sagra paesana “Fira de bagoin” (Fiera del maiale).
Per assaggiare, invece, il rinomato formaggio di fossa, le cui origini sembrano risalire alla seconda metà del 1400, bisogna fare un salto a Talamello. In quel periodo i contadini del luogo, per difendersi dai continui saccheggi degli eserciti, nascondevano le provviste nelle fosse scavate nella roccia; quando poi, passato il pericolo, le dissotterrarono, si accorsero che il formaggio aveva migliorato nettamente il proprio gusto. Da allora tale procedimento continua ad essere usato, per ottenere quello che il poeta Tonino Guerra ha definito “l’ambra di Talamello”, dal colore che assumono le rocce di Arenaria nelle fosse in cui il formaggio è stagionato.
Sempre nell’entroterra riminese, tra le valli dei fiumi Savio e Marecchia, sorge Sant’Agata Feltria, il cui territorio, con i suoi boschi, offre un habitat naturale per il tartufo, prodotto d’eccellenza che dona un gusto unico ai tipici piatti di pasta fatta in casa Romagnoli; da provare, ad esempio, i passatelli con tartufo.
Tantissimi sarebbero ancora i borghi da menzionare, molti dei quali annoverati tra i più belli d’Italia, come San Leo, San Giovanni in Marignano e Montegridolfo; tutti possono aggiungere qualcosa al percorso enogastronomico intrapreso, perché in ognuno è possibile gustare piatti e prodotti alla base della tradizione culinaria romagnola: dalla famosa piadina, a tutti i tipi di pasta fatta in casa (tagliatelle, tortellini, cappelletti, lasagne), passando per l’olio extravergine Colline di Romagna DOP, fino ai pregiati vini DOC quali Trebbiano e Sangiovese, per un viaggio che, oltre a riempire gli occhi di bellezza, delizia il palato!
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