Lombardia: Crespi D’Adda, Sacri monti della Lombardia e Monte San Giorgio.
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Crespi D’Adda: Patrimonio dell’Umanità.
In provincia di Bergamo, in una frazione di Capriate San Gervasio, si trova la più importante testimonianza di architettura industriale. Si tratta di Crespi D’Adda, un villaggio operaio costruito a fine Ottocento che negli Anni Novanta è stato dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Sorge in posizione isolata all’interno di un bassopiano delimitato da due fiumi: l’Adda e il Brembo che formano una penisola chiamata “Isola Bergamasca”, alla cui estremità si trova appunto il villaggio. Il progetto si ispira all’architettura inglese della rivoluzione industriale e nel corso degli anni sono state aggiunte tutte le strutture fondamentali per un centro abitato. Come il cimitero, la scuola, l’ospedale, il teatro, ecc. Inoltre, la conservazione è ottima, tanto che case e industria sono ancora utilizzabili e abitabili.
Crespi D’Adda: Patrimonio Unesco da gustare.
Per quanto riguarda la gastronomia della zona, il simbolo della cucina bergamasca è sicuramente la polenta. In particolare la cosiddetta pulenta e osei, ovvero accompagnata con uccelli. Esiste anche una versione dolce che ne riproduce la forma e il colore. Con pasta di mandorle gialla decorata da uccellini di cioccolata o di marzapane. Un altro simbolo culinario sono i casoncelli. Un tipo di pasta ripiena di carne o verdure. Ma sicuramente il piatto forte è il cotechino servito con le verza. Come vuole la tradizione contadina, si tratta di pietanze piuttosto caloriche e saporite, per far riprendere le molte energie spese nei campi e nelle stalle.
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Sacri monti della Lombardia e del Piemonte: Patrimonio dell’Umanità.
Disseminati tra Lombardia e Piemonte, altro simbolo della tradizione contadina ma dal punto di vista religioso, sono i Sacri Monti della zona prealpina, considerati Patrimonio Unesco dal 2003. Per un totale di nove, si dividono tra sette piemontesi (Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo) e due lombardi (Ossuccio e Varese). Promossi da San Carlo Borromeo, da più di 500 anni questi luoghi sono la testimonianza più significativa della devozione cattolica. Oltre ad essere inseriti in un territorio dalla grande rilevanza naturalistica, quale il Monferrato, il lago di Como e il lago d’Orta, trovandosi nella maggior parte dei casi in parchi naturalistici protetti.
Sacri monti della Lombardia e del Piemonte: Patrimonio Unesco da gustare.
Per fare il pieno di energie, prima di mettersi a scoprire questi luoghi pieni di storia e di bellezza bisogna innanzitutto approfittare della cucina prealpina. Trovandoci qui al confine col Piemonte, l’ingrediente che la farà da padrone sarà il burro. Nella zona del lago d’Orta, la ricetta più conosciuta è il tapulon a base di carne d’asino. Mentre nel Monferrato bisogna provare il rabaton piana, assieme ai numerosi dolci della tradizione. Come i krumiri, i baci di dama e gli amaretti. Spostandoci invece nella zona varesina e comasca, potete mettere a confronto gli amaretti piemontesi con quelli di Gallarate o di Saronno.
Monte San Giorgio: Patrimonio dell’Umanità.
Sempre nei pressi di Varese si trova un altro monte, quello San Giorgio. Considerato patrimonio dell’umanità dal 2010 in quanto miglior giacimento geo-paleontologico di un ambiente marino risalente a oltre 200 milioni di anni fa. Si tratta inoltre dell’unico sito fossilifero transnazionale diviso tra Italia e Svizzera. Si affaccia sul Lago Ceresio. Per la sua posizione è un punto di osservazione privilegiato del Monte Rosa, del Monte Generoso e delle Alpi Lepontine.
Monte San Giorgio: Patrimonio Unesco da gustare.
In questa zona, per la sua conformazione, crescono rigogliosi numerosi vigneti. Perciò chi la visita dovrà sicuramente degustare il merlot, la qualità di vino più rinomata qui coltivata. Ovviamente deve essere accompagnato da cibi prelibati. Come il risotto con la luganega o i funghi. Il coniglio in umido, lo stinco di maiale, la busecca. O uno dei tanti formaggi di varia origine. Tra cui il San Carlo, il Grottino, il Pressato, la Stella Alpina e il Zincarlin.
Non a caso, questi piatti si accompagnano egregiamente con un rosso corposo. Infine, per quanto riguardata i distillati, la zona del Mendisiotto e del Basso Ceresio sono la patria mondiale della grappa e del nocino. Mentre tra i dolci ritornano gli amaretti, oltre ai tortelli e alla torta all’anice.
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