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E alla fine arriva Marrakech in tutti i suoi stili diversi, come un Bazar

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Non è la fine del viaggio in Marocco, tuttavia Marrakech è nell’immaginario collettivo, così, per uno strano caso diventa quasi la meta finale.

Marrakesch
Halka di strada – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

Tanti stili diversi

Incredibilmente, nonostante le Medine di Fes, di Meknes e così anche quella di Rabat, fossero più anguste, più intricate e dal pathos pungente, in quella di Marrakech si riesce a perdere l’orientamento. Lontanissima dalle Medine appena nominate, caotica, per alcuni versi priva di quelle atmosfere dentro cui la si immagina, Marrakech esonda di stili.

Non riesco a decifrare se mi piace, così, d’istinto. Mi sento travolta da un viavai continuo, soprattutto uomini. Tanti uomini. Forse troppi. Popolano ogni angolo di questa città e non stanno mai fermi.

Marrakech
Jamaa el Fna – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

Non ha un fascino poetico ma la sua variegata commistione di elementi la rendono in qualche modo particolare.

Marrakech
Mercato – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

L’Halka

Innanzitutto una piazza. Jamaa el Fna. Un tempo piazza delle esecuzioni, oggi un Halqa, un teatro di strada. Il Marocco dei marocchini e degli incantatori di serpenti, del suono dell’oboe, delle scimmie incatenate e del commercio sfrenato. Osservo dalla terrazza de Le Grand Balcon du Cafè Glacier l’immenso andare e venire dei marocchini. In bicicletta, sul calesse, in motorino.

Marrakech
Cena Sotto le stelle – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

E improvvisamente è sera. La piazza si trasforma in un ristorante diffuso, sotto le stelle, anche se è impossibile vederle da sotto il clamore delle luci al neon che vengono accese per illuminare il commercio. Carretti di arance, di dolci e di cous-cous si posizionano, compaiono tavolate lunghissime, una di fianco all’altra. I fumi delle griglie salgono come nebbia e gli odori, del teatro di strada, cambiano.

Passerò tre giorni a Marrakech, spero che domani questa città mi sveli i suoi segreti, ancora nascosti.


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