Il viaggio dei Re Magi raccontato nel Vangelo di Matteo nasce dall’oracolo di Balaam identificato con Zoroastro, il quale annunciò che sarebbe giunto un astro su Giacobbe e uno scettro da Israele. La leggenda immersa in un territorio ricco di tradizioni affascina da sempre grandi e piccini. Le sembianze di questi imponenti Re che portano doni misteriosi a Gesù sono impersonificate nelle statuine del Presepe, rappresentando presenze rassicuranti e familiari.
La storia del lungo Viaggio dei Re Magi
Non sappiamo con precisione quanti saggi fecero visita a Gesù. La cronaca orientale del 775 ne cita ben dodici ma la tradizione cristiana ne nomina tre, identificandoli in Caspar, Melchior e Balthasar. Affascinante è il significato dei loro nomi, di cui il più anziano Melchiorre significa Re, Baldassarre sottolinea la sua appartenenza alla Babilonia, Gaspare per i Greci significa Signore di Saba.
Questi sciamani originari del lontano Oriente, specializzati nel culto degli astri in quanto studiosi di astronomia, riconobbero in Gesù appena nato il Salvatore e offrendosi come anello di congiunzione tra il culto orientale e il cristianesimo. Essi divennero il simbolo dell’incontro tra Oriente e Occidente. Il più anziano Melchiorre aveva lunghi capelli bianchi e una folta barba. Baldassare aveva una carnagione olivastra e Gaspare era un giovane imberbe. Denominati Magi che alla lettera significa stregoni, i tre Re erano ricchi di sapienza e di saggezza.
Tredici giorni di viaggio
Secondo il racconto di Giovanni Crisostomo i Magi partirono in gran fretta subito dopo la comparsa di una stella cometa in cima al Monte Vittoria. Da sottolineare che questo monte era luogo di preghiera e di meditazione nell’attesa che la predizione di Balaam si compiesse e apparisse una stella. Mettendosi in viaggio con i dromedari, animali più veloci dei cavalli, arrivarono a Gerusalemme dopo tredici giorni, giudati dalla stella cometa. Giunti lì si recarono in visita da Erode, chiedendogli dove fosse Gesù il Re dei Giudei. Poichè secondo la predizione essi sapevano il tempo ma non il luogo.
Erode fu molto turbato dalla notizia e non essendone a conoscenza lì esortò a trovare il bambino, chiedendogli di fargli sapere dove egli era per poterlo adorare. A Betlemme i tre Re poterono offrire al divino nascituro i loro doni. Oro, incenso e mirra, simboli di maestà divina, regali che si donavano solo ai sovrani in segno di regale potestà. L’oro indica la ricchezza del Re, l’incenso ne adora la divinità, la mirra era utilizzata per il culto dei morti e venne regalata a Gesù che pur essendo il Re dei Re, era un essere mortale.
La befana ed i Re Magi
L’arrivo dei Re Magi coincide con la festività dell’Epifania. In quanto una leggenda narra che i Re trovando sul loro tragitto una vecchietta, le chiesero di unirsi a loro per adorare Gesù. La Befana non volle partire con loro ma poi si pentì. Cercò di raggiungerli ma nel buio della notte non vi riuscì e da allora lascia dei doni a tutti i bambini nella speranza che tra di loro vi sia Gesù. Dopo aver reso omaggio a Gesù, essi in sogno furono avvertiti da un angelo di non ripassare da Erode. Ritornarono nel loro paese portando con sé i doni ricevuti dalla Vergine. Una pietra staccata dal muro della mangiatoia, una fascia in cui era stato avvolto il Bambin Gesù, un pane rotondo da cui si sprigionò come per magia un fuoco sacro.
Il significato teologico dei Re Magi
Il significato teologico della novella dei Re Magi “sminuisce” il potere politico e religioso di Gesù proprio per avvicinarlo alla gente semplice. Questa svalutazione del Re dei Giudei avvenuta sin dalla nascita rappresenta un’anticipazione di ciò che sarebbe accaduto a Gesù durante la sua vita. Il disprezzo di Erode per Gesù indica infatti l’opposizione del potere politico. I Re Magi che si recano ad adorarlo rappresentano individui che vengono da lontano, solitamente guardati con sospetto. Sta di fatto che i Re Magi scrutarono il cielo per cercare Dio e lo trovarono, raggiungendo la vera luce, quella che illumina la vita di ognuno.
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