Rio de Janeiro non si fa mancare nulla: spiagge, divertimento, ricorrenze. Ma da dove ha origine questa città meravigliosa?
Tra collina alta e monte gobbo
Quando Gaspar de Lemos, esploratore portoghese, vi arrivò in nave, la scambiò per la foce di un fiume e la chiamò Fiume di Gennaio, appunto Rio de Janeiro. E questo spiega perché la baia è un misterioso intreccio di reale irreale, grande grandissimo, poi immenso.
Se si arriva in aereo è difficile sfuggire la baia di Guanabara, si atterra infatti in una delle sue cento isole, l’isola del Governatore. Suggestione e smarrimento suggellano i primi attimi, quando l’oceano è tutto intorno, avvolge l’euforia.
Fiume di Gennaio nasce ai piedi del Pan di Zucchero, la collina alta, così come la definivano gli indios, e del Corcovado, il monte Gobbo. Vista attraverso i nomi, questa città, è un fantasy a cielo aperto in cui possono essere ambientati film d’animazione o reali tripudi della Natura.
Tutta la sua miscela esplosiva ha origine dall’incontro del mare e della montagna.
E come ogni bene prezioso è sorvegliata dall’alto dalla statua del Cristo Redentore, una dei simboli più famosi al mondo, sulla cui sommità fu il nostro Guglielmo Marconi a portare la luce, inviando un segnale radio a Roma.
Cimeli nella sabbia
Rio de Janeiro festeggia l’ingresso di Gennaio e dell’anno nuovo sulla spiaggia di Capocabana, e come ogni 31 dicembre, anche durante l’ultimo, le donne si sono date appuntamento in abito bianco, per sotterrare nella sabbia oggetti appartenuti ai cari scomparsi.
Poi il tradizionale bagno nell’oceano ha portato via i pensieri e sotto un incredibile cielo di fuochi d’artificio si è chiuso il capodanno e inaugurato il 2018.
Non resta che aspettare il Carnevale di Rio. Dal 9 al 17 febbraio. Sempre più tecnologico, sempre più attrattivo.
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