La Basilica sotterranea di Porta Maggiore è una tomba, una basilica funeraria, un luogo dedicato a una ninfa o un tempio neopitagorico?
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Dall’oltretomba
La Basilica sotterranea di Porta Maggiore, detta anche neopitagorica è stata nascosta per secoli, fino al 1917 quando, durante alcuni lavori al viadotto ferroviario, il terreno franò e gli operai scoprirono degli ambienti sconosciuti.
Siamo a 13 metri sotto il livello della strada, dove attualmente passa Via Prenestina.
Siamo dentro una sala basilicale unica al mondo che testimonia l’esistenza, anche prima dei Cesari, di strutture a tre navate. Una scoperta straordinaria, dunque, datata duemila anni.
Gli stucchi che la adornano rappresentano scene legate alla mitologia classica ma, soprattutto, riconducono a una setta mistico-esoterica, i Neopitagorici, che si diffusero a Roma nel I secolo a.C.
Periodo in cui, secondo i recenti restauri, si ipotizza, ci sia stato un cambio d’uso del complesso: dall’età Augustea a quella Neroniana, da Tomba di Tito Statilio Tauro console nell’11 d.C. a Basilica Pitagorica di Tito Statilio Tauro suo discendente, console nel 44 d.C.
Segreta dalla nascita
È a quest’ultimo, soprattutto, che si fa riferimento per stabilire cosa rappresentasse la Basilica sotterranea di Porta Maggiore. Tito Statilio Tauro, infatti, per mano di Agrippina minore (madre di Nerone), che voleva impossessarsi degli Horti Tauriani, appartenenti alla gens Statilia, fu colui il quale venne accusato di praticare riti magici e essere quindi uno dei discepoli della setta neopitagorica.
La posizione della Basilica, fuori dalle mura romane, uno scavo nel tufo così profondo e la pendenza del Dromos, il lungo corridoio che conduce ai sotterranei, lasciano tuttavia pensare a un luogo che si voleva tenere nascosto, già dalle origini.
I sotterranei col mare
Una delle scene più belle è quella di purificazione in cui l’anima si libera del peso della materia, visibile sull’abside, circondata da altrettante scene che sembrano raccontare le prove del passaggio alla purificazione di molti discepoli.
Il pavimento era decorato con una tessitura a mosaico bianco con fasce nere, invece le pareti, vera chicca di questo luogo, erano coperte interamente di blu egizio, un pigmento inorganico molto raro e molto complicato da lavorare. Illuminato soltanto dalle candele, questo colore così denso, avrebbe dovuto riprodurre l’effetto del mare e donare alla sala una specie di magico influsso.
È con il suicidio di Tito Statilio Tauro che la Basilica sotterranea di Porta Maggiore smette di esistere. Le autorità imperiali probabilmente per negazione della sua esistenza vollero farla scomparire. E ci riuscirono.
Ma non per sempre.
Oggi il suo precario equilibrio, tra il batterio parassita che lo minaccia, le vibrazioni dei treni che transitano attigue, le infiltrazioni d’acqua che creano muffette sparse, è tenuto sotto controllo da una scatola di cemento armato, come una capsula costruita a difesa dal mondo, che mantiene un ambiente asettico ma permette alla storia di riprendersi il suo passo.
È possibile visitare la Basilica Neopitagorica la II e IV domenica del mese
Ore 10.00 e 12.00 per gruppi -Ore 11.00 individuali (massimo 6 persone)
Prenotazione obbligatoria: tel. 06 39967700
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