Chissà se il Pantheon, così mistico, ha davvero un valore in moneta. Attenzione, l’occhio vigila anche sugli ingressi a pagamento.
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Tomba di celebrità
La scritta “M. Agrippa L. F. Cos. Tertium fecit” ci mette di fronte al nome di chi costruì il Pantheon, Marco Agrippa, figlio di Lucio, e all’anno, indicato semplicemente come terzo consolato del politico romano. Ma è l’Imperatore Adriano, sui resti di quello che era rimasto del tempio, nel 118 d.c., ad edificare l’attuale costruzione.
Pantheon significa “per tutte le divinità” ma nel 609, sotto Papa Bonifacio IV che vi collocò le ossa dei Martiri provenienti dalle catacombe, fu ufficializzato tempio cristiano e ribattezzato Santa Maria ad Martyres, divenendo successivamente anche sacrario dei re d’Italia e di molti artisti, tra cui Raffaello Sanzio.
Tra i re sepolti anche Vittorio Emanuele II che avrebbe dovuto essere inumato nella Basilica di Superga, ma, per il volere del presidente del Consiglio Depretis e del ministro dell’Interno Crispi, occupò invece la cappella centrale, a destra dell’ingresso.
L’occhio che tutto vede
Comunque non sono le tombe a rendere unico questo tempio. Basta entrare nella cella circolare, detta rotonda, posizionarsi al centro di quella che Adriano definì sfera cava, e guardare su.
L’Oculus, questa apertura di 9 metri sulla cupola, ci fa partecipare a un’esperienza unica, soprattutto quando piove e le gocce di acqua cadono fin dentro il tempio a lavare la storia. Ma anche quando è una giornata di sole e filtra il raggio obliquo, di luce allo zenith, si ha la sensazione di assistere a una strana composizione artistica.
Se poi si entra il 15 maggio, in occasione della Pentecoste, si può restare senza fiato. Una pioggia di petali rossi cade dall’alto a significare la discesa dello Spirito Santo sulla Madonna e a ricordarci il sangue versato da Gesù sul Crocefisso.
È della fine del 2017 la notizia dell’istituzione di un ingresso a pagamento, un biglietto su cui si dibattono il Ministero dei Beni Culturali e il Capitolo dei Canonici.
Se si arriverà a una soluzione, viste le normative di legge relative alle basiliche cristiane, il compromesso dovrà essere considerato un’eccezione, non un modello da applicare ad altri templi romani, e soprattutto non si potrà fare ticketing durante gli orari delle messe.
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