La sezione “Diari di Viaggio” è aperta ai contributi di tutti coloro che sono appassionati di viaggi e… di scrittura! Mandateci i vostri “Diari di Viaggio” e le vostre foto a info@cudriec.com (insieme alla liberatoria per l’utilizzo). I Diari più curiosi, divertenti, utili ed interessanti saranno pubblicati nel Blog, direttamente dalla redazione di Mondo Viaggiare. Oggi vi proponiamo la storia di un viaggio veramente particolare in terre lontane ed ai più poco note: Rwanda e Uganda diario di viaggio.
Rwanda e Uganda diario di viaggio: Africa vera, Africa nera
ROMA (Italia) – 04 settembre, h. 23.20
Fatto check-in alle ore 22.30 circa; imbarco previsto alle ore 00.00; volo in partenza alle ore 00.50.
Questo è il nostro (mio e di Ba) primo vero viaggio in Africa, nell’Africa vera, nell’Africa nera.
Molte attese, qualche ansia… I molti libri letti mi hanno saturato: è l’ora di vedere e toccare e temo, soprattutto, odorare. Rwanda ed Uganda ci attendono.
Ad ogni buon conto, ci mescoleremo a ugandesi e rwandesi, tentando di capire un po’ un mondo molto diverso. Spero sia possibile diminuire, anche solo per pochi attimi, le distanze imposte dalla popolazione locale, distanze che attendono, inevitabilmente, il turista nel “terzo mondo”. Vedremo.
L’aereo è pieno di preti e frati: viaggiamo, dunque, in missione per conto di Dio.
Dovesse cadere questo aereo sarebbe inaccettabile ed incomprensibile. Almeno sino ad Addis Abeba.
KAMPALA (Uganda) – 06 settembre, h. 21.00
Kampala ci ha accolti per un solo giorno (il 05/09) in cui abbiamo organizzato tutto il futuro tour con tal Costantino, il quale ci ha assegnati a David, autista e guida definita esperta. Sempre David, nella serata di ieri, ci ha accompagnato al Red Chilli per pagare la prenotazione dell’albergo alle Murchinson Falls (45.000 scellini al dì, anticipatone uno). Kampala mi è sembrata una città tranquilla e, nel suo standard, vivibile con un piccolo centro organizzato sulle sembianze semi-occidentali ed una grande periferia da “secondo mondo e mezzo”.. Anche le persone mi sono sembrate cordiali e le strade sufficientemente ordinate e pulite (almeno rispetto alle mie attese): insomma, meno mendicanti che in India e, da queste parti, credo non sia poco. La povertà seppur sempre incombente e visibile, non invade i sensi.
Ieri sera ho tentato di mangiare il famoso pesce Tilapia (sorta di persico del Lago Vittoria) che, purtroppo, è risultato essere un pesce enorme dal sapore di stagno e dalle spine spropositate, cotto al forno e condito con salse semi-piccanti. Probabilmente non era fresco, di certo era disgustoso e, così, non ho potuto far altro che incartarlo alla meglio e, sceso in strada, regalarlo ad un pover’uomo. Come in India, percepita la fame della popolazione, non riesci più a lasciare il cibo nei piatti: da noi si ripete spesso con stanchezza retorica “pensa a quelli che non hanno niente da mangiare”, beh, qui li puoi chiaramente vedere tra quelli che si aggirano senza meta fuori dal ristorante.. e, seppur ti devi abituare, fa male.
Comunque, siccome non avevo mangiato niente tutta la giornata, ho tentato, poi, con un più modesto hamburger che, se non altro, mi ha (momentaneamente) saziato. Spesa complessiva (tre pasti, di cui uno al clochard) 19,40 scellini ugandesi, pari a
circa €. 8. Abbiamo quindi dormito in un hotel selezionato all’arrivo, il City Hotel, che per 45.000 scellini ci ha offerto una stanza decente, con bagno vecchio, ma funzionante e con acqua calda. Al mattino la colazione è stata soddisfacente e, a detta di Ba che l’ha mangiata, l’ananas era la più buona che avesse mai assaggiato.
Rwanda ed Uganda. Fine prima puntata – Continua…
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