Il Cammino dei Briganti si estende per 100 km tra l’Abruzzo e il Lazio. Segna l’antico confine tra Regno delle Due Sicilie e Stato Pontificio. Percorribile in sette giorni, deriva il nome dalla presenza di bande di briganti che operavano in entrambi gli Stati e passavano da una giurisdizione all’altra. Un notevole impulso al brigantaggio fu dato dall’annessione al Regno d’Italia di questi territori. Spesso i Piemontesi erano visti come invasori. L’attuale Cammino dei Briganti nasce da un’idea di Luca Gianotti. Scrittore e guida professionista, che ha realizzato anche la Via Cretese a Creta e il Sentiero Spallanzani nell’Appennino Reggiano. Profondo conoscitore della Marsica dove vive da 20 anni. Ha sviluppato insieme ad alcuni appassionati volonterosi il percorso. I punti di partenza sono stati le escursioni con gli asinelli che organizzava sui sentieri del Velino e la zona di influenza dei briganti della Banda di Cartore. Inoltre quest’esperienza usufruisce anche della collaborazione della Compagnia dei Cammini. Associazione senza scopo di lucro con lo scopo di diffondere la cultura dei cammini in Italia.
Come organizzare il Cammino dei Briganti
Il Cammino dei Briganti parte da Tagliacozzo (AQ), dove termina grazie a un percorso circolare. Si estende nel territorio della Marsica e del Cicolano. Caratterizzati da montagne boscose piene di fascino. Il percorso si svolge tra gli 800 e i 1300 metri di quota, passando per la Valle del Salto, la Val de Varri e le pendici del Monte Velino. Si tratta di un’escursione a piedi su sentieri ben segnalati. Facilmente percorribili e dotati di posti tappa attrezzati. Inoltre i paesi attraversati ospitano varie strutture di accoglienza.
Il percorso e le tappe
Partendo da Tagliacozzo si passa per le alture di Sante Marie e di Santo Stefano, raggiungendo quota 1.050 metri. Si tratta di una tappa breve per entrare nello spirito del viaggio. Durante il secondo giorno si entra nella Val de Varri. La valle più isolata e incontaminata del cammino dei Briganti, per poi fermarsi a Valdevarri o nel borgo medievale di Nesce. Da qui, passando per una piccola cima, si entra nella Valle del Salto, dove si trova il paese di Poggiovalle, luogo di origine di alcuni briganti famosi della zona. La valle prende il nome dall’omonimo fiume Salto, che divide Poggiovalle da Nesce. Si tratta di una conca boscosa che si restringe in una gola selvaggia doninato da Santa Lucia, un costone dirupato che dal Monte Sant’Angelo scende fino al sottostante fiume Salto. Il sentiero escursionistico segue tutte le tortuosità della valle, dominata a destra dalla cima di San Marino.
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Una volta raggiunto il bellissimo paese di Cartore è possibile proseguire verso il borgo medioevale di Rosciolo o effettuare un’escursione sulle pendici del Monte Velino. Nel primo caso si risale al Passo Le Forche e si raggiunge il suggestivo centro di Santa Maria in Valle Porclaneta, dove sorge una chiesa romanica di rara bellezza. Il giorno successivo si effettua l’ultima tappa: si attraversa il paese di Magliano e, dopo aver il versante del Monte San Nicola, si raggiunge Casale Le Crete. Da qui, grazie a panoramici sentieri, si arriva ai ruderi dell’antico castello per tornare a Sante Marie dove ritirare l’attestato.
Il Monte Velino
La variante del Cammino dei Briganti consente di percorrere le pendici del Monte Velino fino al Lago della Duchessa. Si tratta di un percorso estivo adatto a escursionisti esperti e allenati perché il terreno è di alta montagna, i sentieri sono poco segnati e difficili ed è necessaria una mappa topografica per orientarsi. In questo caso si pernotta al Rifugio Sebastiani e si torna a Santa Maria in Valle dopo due giorni di cammino da un altro sentiero.