Tra le rovine di Veio e lo scorrere del Crèmera spunta fuori un cuore solitario, traccia indelebile di un sentimento
Il cuore tra gli etruschi
Non so se, lo si può definire, un cuore solitario, il fatto che sia lì, tra il vento e l’erba, fa pensare a una mano che lo ha affidato alla Natura circostante, a Veio.
È un cuore di legno, il ricordo di un uomo o di una donna a cui, forse in quel luogo, è capitato qualcosa di inavvolgibile.
Un momento che ha separato, evidentemente, due persone. E è, quindi, anche la storia di una donna e di un uomo, che si sono amati profondamente e poi persi, laddove hanno camminato gli etruschi.
Un cuore solitario e una rosa. Sono lì, vicini. Due elementi che si sostengono, si fanno compagnia e evidenziano un posto speciale per qualcuno. In memoria di qualcun altro.
Questa è una di quelle piccole storie romantiche su cui si inciampa.
Ed in fondo è andata così
Sotto scorre il Torrente Crèmera, nel suo tratto più rugginoso, tra le sorgenti minerali di acqua ferrosa e i famosi Bagni della Regina, le antiche terme che, oggi, si rintracciano solo discostando tende d’erba dalle pareti.
Io venivo da lì, da questo letto che mi affascina, il cui moto imperioso sembra volersi portare via un po’ delle ferite che abbiamo dentro e ritemprarci con dell’acqua forte, in grado di attraversarci e custodire il nostro passaggio.
Scultura d’amore
Siamo nel territorio veientano, tra Isola Farnese e Tomba dei Pilastri, tra Ponte Sodo e i Quattro Fontanili .
Ecco, io camminavo in questo perimetro quando un cuore solitario è comparso sotto i miei piedi. Ho girato intorno alla scultura, poi mi sono chinata a guardare le piccole ceramiche assiepate una vicina all’altra, ognuna doveva aver rappresentato un pensiero o una visita in quel luogo del ricordo.
Ho tolto qualche fogliolina gialla dalla rosa rampicante e mi sono fatta mille domande. Chi avrà piantato un cuore tra le colline di Veio e per chi? Che cosa era accaduto all’uomo in quel posto così meravigliosamente silenzioso e schiacciato da un cielo immenso?
Alla fine sono andata via con tanti dubbi, girandomi indietro a ogni passo. A mano a mano che salivo il dorsale, il cuore veniva inghiottito dal fruscio dell’erba alta ma era come se si fosse piantato in me, nella mia mappa celebrale, dentro quel sentiero astratto che comprende tante tappe simili a questa. Le tappe simbolo di grandi amori terreni resi eterni da qualcuno che li ha vissuti.
Torrente Valchetta Crèmera La Via Francigena Verso il Tevere Un’altra traccia d’amore, Emelyn Story Sulla rotta dell’Angelo La Madonna della Misericordia I lucernari etruschi
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