La Basilicata durante la stagione invernale svela un altro lato di sé grazie all’incredibile panorama dei gruppi montuosi degli Appennini ricoperti di neve. Il Massiccio del Pollino, con cime oltre i 2.000 metri, domina una regione selvaggia che d’inverno si veste di bianco per tutti gli amanti della montagna.
La neve del sud
Anche il Sud quindi si carica di atmosfere nordiche, il Pollino offre le vette più alte dell’intero arco appenninico meridionale. Una vasta coltre di alberi dalle forme contorte e pianure innevate, dimora selvaggia e silenziosa di lupi, grifoni, cervi, gatti selvatici. Il Parco conta 192 mila ettari ed è il più esteso d’Italia e dal 2015 fa parte della rete dei Geoparchi dell’Unesco. Qui la neve cade abbondante e i lucani amanti dello sci possono godere delle vacanze in montagna anche nella loro regione. Non ci saranno enormi comprensori come quelli presenti sulle Alpi, ma la Basilicata non scontenta i suoi sciatori.
Gli amanti dello sci avranno numerose location dove potersi divertire. Ci sono percorsi più lunghi per l’escursionismo, sentieri tra i boschi con le ciaspole, e borghi caratteristici che si arrampicano sui pendii delle montagne come in un libro di fiabe.
Skipass Panorama Turismo – l’Osservatorio Italiano del turismo montano che traccia le tendenze del prossimo inverno – individua nella Basilicata una meta dove poter ritrovare quegli elementi ricercati dai turisti della montagna. Pace, relax, natura, benessere e genuinità. Si va quindi verso la riscoperta delle piccole località montane e delle attività che mettono in diretto contatto l’uomo con la natura, come una passeggiata tra le foreste innevate.
Il Massiccio del Pollino
La Basilicata rimane un luogo puro e intoccato neanche dopo Basilicata coast to coast del 2010, che ha puntato i riflettori sulla terra lucana. Il Massiccio del Pollino domina il paesaggio e dà il nome all’omonimo parco nazionale che comprende le cime più alte dell’Appennino meridionale.
I 2.267 metri di Serra Dolcedorme, i 2.248 del Monte Pollino, così chiamato da Apollo, dio greco del sole, e i poco più bassi Serra del Prete(2.181), Serra delle Ciavole (2.127), Serra di Crispo (2.053). Qui la fauna rappresenta un fiore all’occhiello del luogo perché sono possibili incontri con il lupo, un animale che qui non è mai scomparso. Anzi, è riuscito a riprodursi e a colonizzare le aree dell’Appennino italiano in cui mancava.
Sono selvatici e spettacolari anche i 22 chilometri per il fondo escursionistico tra Piano Ruggio e Valle Malvento, a quota 1.500 metri. Si ritorna alla civiltà nella vicina Viggianello, uno dei Borghi Più Belli d’Italia. A strapiombo su un costone del Monte Serra, è dominato dalla possente sagoma del cinquecentesco Castello dei Principi di Sanseverino.
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