Cosa vedere in Sila, un Parco Nazionale esteso oltre 150.000 ettari fra la provincia di Cosenza e quella di Crotone, pieno di meraviglie e di attività, inebriante per i suoi profumi, da godere con il sole e con la neve, dove ciascuno può trovare il suo spazio ed il suo luogo del cuore. Preparati, perché ti porto in un luogo unico, un territorio pieno di laghi, con l’aria più pulita d’Europa e una montagna che non ha eguali in Italia ed è per questo assimilata al Nord Europa: l’altopiano più esteso d’Europa.
Chi ha visitato le grandi foreste del Nord Europa e dell’America che si affacciano sugli specchi d’acqua, ne ritrova una parte qui.
Camigliatello Silano è il primo centro abitato che incontriamo partendo da Cosenza, molto frequentato tutto l’anno, d’estate per il fresco, d’inverno per la neve, grazie ad un impianto di risalita con due piste.
Camigliatello Silano è attrezzato con alberghi e ristoranti, ma non mancano agriturismi e punti di ristoro mobili, e ogni domenica si riempie per la presenza di un mercatino di prodotti tipici della zona.
In un tripudio di colori e profumi, i venditori offrono assaggi della mercanzia: formaggi, ortaggi e peperoncini freschi e conservati, salumi, funghi sott’olio con peperoncino e senza, vini e liquori a base d’erbe e frutta.
Quando è tempo, cioè quando alla pioggia seguono due o tre giorni di sole e caldo, ci sono i funghi freschi in vendita: le squisite mazze di tamburo, i porcini, i “vavusi” della famiglia dei porcini, i rositi che solo qui si trovano.
A pochi passi dal centro è da visitare il Museo sull’emigrazione, la Nave della Sila: il ponte di una grande nave per le Americhe e l’Australia, ricostruito nei dettagli, il luogo in cui i migranti calabresi e italiani portavano le valigie di cartone e i loro sogni.
Il percorso è completo di immagini e testi, e colpisce duro: l’emigrazione ha spopolato paesi e smembrato famiglie, spaccando i cuori e colorando tutto di malinconia.
A pochi chilometri da Camigliatello Silano, sul lago Cecita, non mancate di recarvi al Centro Visite Cupone, soprattutto se avete bambini.
Troverete il Museo Naturalistico del Parco Nazionale della Sila, con tante informazioni sui lupi che sono presenti (solo impagliati) ed altri animali selvatici, i recinti di osservazione faunistica con cervi e daini, e i percorsi naturalistici che vi porteranno nei boschi della Sila.
Sempre a pochi passi da Camigliatello Silano, a Croce di Magara, da non perdere la visita ai Giganti della Sila: pini larici e aceri montani che arrivano a 45 metri di altezza con un diametro di 2 metri e circa 350 anni d’età.
Questi 60 esemplari sono ciò che resta della Silva Bruzia, una enorme foresta della cui magnificenza parlarono Virgilio, Strabone e Plinio, e che venne depredata per il legno idoneo per navi e costruzioni di vario genere.
I 60 esemplari sopravvissuti danno un’idea di ciò che doveva essere il luogo a quei tempi, e sono oggi tutelati.
Perché visitare la riserva naturale dei Giganti della Sila?
Beh, non so se avete mai passeggiato in pineta, se avete goduto del silenzio, dei profumi, della vista di tutto ciò che è vivo, piante incluse ovviamente.
Tutto ciò in questa riserva naturale è amplificato e sembra di stare in un luogo senza tempo.
Una grande emozione.
Anche lo sport procura emozioni.
Qui c’è una scelta ampia, non solo sci: è possibile noleggiare bici da trekking, prenotare passeggiate a cavallo, a piedi, e anche godere il panorama con giri in mongolfiera.
Lorica è un piccolissimo borgo che conta stabilmente solo 200 abitanti, costruito nei primi del ‘900 dopo la realizzazione del bacino idroelettrico Arvo, che è oggi il secondo lago della Calabria per ampiezza.
Da Lorica tramite la Cabinovia e la Seggiovia si raggiunge il Monte Botte Donato, dalla cui sommità il panorama è paradisiaco.
Dall’alto infatti si vede tutto l’altopiano della Sila, i laghi Arvo e Cecita, e se la giornata è limpida si possono vedere sia lo Jonio che il Tirreno, con lo Stromboli, le coste siciliane e la cima dell’Etna.
Sembra di stare sulla cima del mondo.
Ma c’è ancora altro da fare e, dunque, via a camminare o sulle piste da sci, magari dopo una pausa di ristoro al Rifugio.
Da qui partono due piste importanti ed una per gli appassionati di sci di fondo, un percorso che porta dal Botte Donato al Monte Curcio.
Una volta scesi a Lorica, visto che l’aria di montagna si fa sentire forte e chiara in ogni stagione, troverete ristoranti di tutto rispetto.
Un nome? “Il Brillo Parlante”, con spazio all’interno ed all’esterno, dove gustare carne e formaggi grigliati in modo impeccabile e prodotti tipici, accompagnati da vini ottimi.
La storia del Brillo Parlante merita di essere sinteticamente raccontata, perché è una storia d’amore, di innovazione e di successo.
Questa attività è nata come un chioschetto per fare panini ad opera di due ragazzi, e si è espansa gradualmente perché fin da subito l’amore per quello che fanno ha inondato i panini.
Dal chiochetto è sfociata in un pub accattivante, che ha la capacità di attrarre sempre più giovani, in primis, e poi persone di ogni età che la squadra riesce a mettere a proprio agio.
È una bella storia di crescita: assieme al pub è tornata a splendere Lorica, e hanno aumentato le proprie competenze e capacità anche i ragazzi che lavorano in questo posto.
Hanno voluto formarsi per dare il meglio e far diventare il pub una struttura organizzata e solida.
Oggi oltre al pub ci si occupa di accoglienza dei visitatori, ed ultimamente anche di ciclisti e pescatori.
Il Brillo Parlante ha continuato a prosperare anche durante la pandemia perché in tanti hanno scelto di spostarsi qui, per riprendere a respirare e vivere in serenità, a contatto con la natura.
Lorica oggi è frequentatissima tutto l’anno, e ciascuno può trovare il proprio benessere.
Oltre allo sci, anche di fondo, in tanti si dedicano alle attività acquatiche. Sul lago Arvo infatti in molti pagaiano in kayak, inoltre è possibile un giro in battello elettrico.
Le passeggiate sono alla portata di tutti, ed infatti si incontrano tantissime persone su tutte le strade ed i percorsi.
E chi ama la pesca qui può dedicarsi alla sua passione trovando trote, persici, carpe, tinche ed alborelle.
Per persone avventurose, adulti o no, non può mancare Silavventura, parco certificato e totalmente sicuro con 14 percorsi sospesi fra gli alberi e 2 pareti da arrampicata, dove si accede con i dispositivi da alpinismo che vengono forniti dal parco e con una guida.
San Giovanni in Fiore è il più popoloso comune della Sila, molto c’è da vedere in questo luogo, prima fra tutti l’Abbazia Florense il cui primo nucleo fu costruito da Gioacchino da Fiore nel 1189, e a seguito di un incendio ricostruito nel sito attuale quasi cento anni dopo.
La visita all’Abbazia Florense la rivela come un luogo bellissimo e molto ampio, e le grandi e spesse mura antiche proiettano la mente in un’altra epoca.
Non accontentatevi di una visita superficiale, vale la pena di vedere tutto.
In una delle ali dell’Abbazia Florense, al secondo piano, si trova il Museo Demologico, sugli usi, costumi ed economia di San Giovanni in Fiore, in particolare sulla lavorazione dell’oro, del grano, del vino, della tessitura della ginestra e del lino, della pastorizia, e oggetti di uso comune.
Al primo piano si trovano invece le opere fotografiche di Saverio Marra. 190 scatti realizzati fra il 1914 ed il 1946, da vedere assolutamente.
Le fotografie di Saverio Marra non sono soltanto belle, costituiscono anche un’importante testimonianza antropologica e una parte è stata oggetto di mostre che hanno girato il mondo.
Sto parlando delle foto di famiglia in cui oltre ai vivi compaiono anche i defunti, ritratti assieme ai congiunti, con cui Saverio Marra colpisce al cuore il visitatore.
Continuando la visita, è d’obbligo recarsi presso alcuni negozi d’artigianato in cui trovare coperte e tappeti tessuti a telaio i ricami tipici del luogo, e i preziosi gioielli in filigrana d’oro, famosi in tutto il mondo.
Trovate questi negozi sul corso principale di San Giovanni in Fiore che merita una passeggiata, c’è un’atmosfera gradevole ed antica, le persone cordiali.
Troverete diverse chiese erette dal 1300 al 1700, alcuni palazzi nobiliari, e l’Arco Normanno, che assieme all’Abbazia Florense è il simbolo cittadino.
L’origine di questo bell’arco è incerta, si suppone che facesse parte del muro di cinta eretto a protezione dell’Abbazia e di altri edifici dell’ordine monacale.
È la porta d’ingresso al centro storico, ben tenuto, ricco di piazzette, balconcini adorni di fiori nella bella stagione, e il tempo sembra essersi fermato.
Visitatelo, non ve ne pentirete.
Trepidò e Villaggio Palumbo sono a Cotronei nella provincia di Crotone e sono l’ultima tappa di questo giro in Sila.
Trepidò, come Lorica, si è formato come insediamento ai primi del ‘900 dopo la realizzazione del bacino idrico dell’Ampollino, diventato poi un centro turistico attrezzato con strutture ricettive e ristorative.
A breve distanza da Trepidò è stato costruito il Villaggio Palumbo, a supporto dei tanti amanti dello sci e della montagna.
Proprio a Villaggio Palumbo c’è un impianto di risalita frequentatissimo, un po’ datato ma efficiente, e una pista per bob sia invernale che estiva.
È attrezzato anche per la socializzazione, non mancano ristoranti, bar e discoteca.
La strada per arrivare a Trepidò e Villaggio Palumbo costeggia l’Ampollino ed è uno spettacolo che cattura gli occhi ed il cuore, sia in estate che in inverno.
Passeggiare lungo il lago e nei boschi non a caso è una delle attività più gettonate, in tutta la Sila, sia per il panorama che per i profumi , che cambiano a seconda dell’ora del giorno, esaltati dal calore del sole.
Per arrivare in Sila potete scegliere.
Da Cosenza potete imboccare in auto la SS 107 che arriva fino a Crotone e naturalmente viceversa.
In autobus, stesso percorso.
In treno la linea è quella per Catanzaro.
Ma quando siete a Camigliatello Silano potete fare un’esperienza straordinaria con il Treno della Sila: un treno con locomotiva a vapore degli anni ’30, perfettamente funzionante.
Tre carrozze d’epoca, con i sedili in legno e balconcini in ghisa perfettamente restaurate, una velocità massima di 40 km all’ora e tre tappe.
La partenza da Moccone, frazione di Camigliatello, prima tappa a Camigliatello Silano, dove si scende nella stazione d’epoca per una pausa e una bevuta d’acqua alla fontana (attenzione, l’acqua è buonissima e gelida anche in estate, irrinunciabile).
Arrivo, accolti con bandierine ed Inno di Mameli, a S. Nicola Silvana Mansio, frazione di San Giovanni in Fiore.
Il percorso consente l’immersione nei boschi, fra gli alberi, ed in qualsiasi periodo dell’anno e qualunque condizione climatica è magico, riporta indietro nel tempo, e per chi è calabrese d’origine ha un valore particolare, un groppo alla gola e tanta commozione.
Quando si arriva a San Nicola la locomotiva viene girata e riprende il suo percorso all’inverso.
E per curiosità, il punto d’arrivo a 1400 metri è la più alta stazione d’Europa a scartamento ridotto, viene messa in uso la cremagliera, una sorta di uncino che tiene agganciata la locomotiva e il treno all’apposita rotaia centrale e non consente scivolamenti all’indietro o deragliamenti.
La Sila 3 Vette è la corsa sulla neve più a sud d’Europa, una Winter Challenge che vanta il gemellaggio con la Rovaniemi in Finlandia ed in Alaska.
Organizzata su diverse distanze, 40 km – 80 km – 120 km -260 km, è aperta a diverse discipline: sci, corsa, fatbike o con il proprio cane.
La partenza della manifestazione è da Camigliatello Silano e si sviluppa su sentieri e scenari di grande impatto, di notte e sulla neve, in un viaggio realmente ricco di emozioni per persone che vogliono sfidare se stesse.
In ogni edizione, e quella del 2023 a fine febbraio sarà la settima, all’evento sportivo si associa un programma di intrattenimento che ha l’obiettivo di far conoscere l’altopiano silano in tutte le sue valenze.
Il percorso più lungo, di 260 km, si sviluppa in tutta la Sila attraverso i villaggi rurali sorti ai tempi dell’Opera Valorizzazione Sila, uno strumento della riforma agraria del secondo dopoguerra.
La Winter Challenge è molto partecipata e seguita, da atleti ed appassionati italiani e non, per avere maggiori informazioni è sufficiente digitare sul motore di ricerca il nome dell’evento.
Premessa: in Sila si mangia bene, anzi benissimo, praticamente dappertutto.
Potete scegliere a seconda dei gusti e delle tasche se mangiare al ristorante o in agriturismo oppure preferire la modalità street food.
Cosa mangiare: qui c’è la patata IGP, che potete gustare anche nella versione “patate ‘mpacchiuse“, mi dicono gli esperti che per renderle deliziose in quel modo bisogna cuocerle in padella con tanto aglio o cipolla.
Tutti i prodotti del bosco, fra cui ovviamente i funghi in tutti i modi, e poi le paste fatte a mano, la carne arrosto, i formaggi e le verdure grigliate, i sottoli e le salsicce.
Naturalmente i formaggi e le mozzarelle, che potete trovare anche in diversi caseifici, ed i salumi, con una ricchissima tradizione.
A Natale non perdete i dolci tipici: turdilli, scalille, e a San Giovanni in Fiore (ma ormai si trova dappertutto) la pitta ‘mpigliata.
La Sila vi aspetta!
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