Fotografia e viaggio non possono dispensare sogni ad altri anche se possono far nascere il desiderio di partire, proprio come è successo a me leggendo racconti e poesie del Marocco.
Partire senza una meta ma con tante mete
Fotografia e viaggio, pensiero e cammino. Sono questi i quattro perni attorno a cui ruota tutto quando si intraprende un itinerario di scoperta. E, perché tutto avvenga, bisogna lasciarsi trasportare dalla strada. In questo caso dal Marocco.
Mi documento sempre tanto prima di partire, lo stesso ho fatto per il Marocco, che sapevo essere lungo e nemmeno troppo comodo.
Lo stesso faccio di solito quando torno: toccata dalle storie dell’umanità cerco spiegazioni, trovo articoli, recupero immagini che mi fanno recuperare ricordi, altrimenti persi. Luoghi di cui non ho scritto al momento perché avevano, magari, bisogno di un maggior respiro. Come è successo per le Concerie di Fés.
Viaggiare nel mirino
Fotografia e viaggio sono complici ma, stranamente, un’immagine non ha mai bisogno della didascalia, più di un titolo, forse. La scrittura invece ne esce rafforzata, per svariati motivi. Uno tra tutti, può confermare la veridicità delle affermazioni.
Di solito, o almeno a me succede così, chi ha con sé una fotocamera vive il viaggio attraverso il mirino, come se guardarlo dal di fuori non avesse lo stesso significato. Cambiassero perfino i colori.
Tutto si acutizza lì dentro. E tutto resta più impresso che se si camminasse e basta. È una bella malattia, strana, lo ammetto, ma che poi restituisce una sua propria visione dei luoghi, racconta a modo suo un pezzetto di vita altrui, un chilometro di strada anonimo, un viso mai incontrato prima.
Tutte le tappe possibili
In questo ultimo articolo sul Marocco trovate i link di tutto questo magnifico viaggio, in modo da suggerire, a chi volesse partire, un itinerario-tipo, quelle mete che dovete assolutamente vedere con i vostri occhi.
E se doveste andare, al ritorno mi aspetto dei commenti, il vostro sguardo là dove ho guardato io, per confrontarci e arricchirci.
Ecco. I tanti momenti. Qualcuno lo si scatta, qualcuno lo si vive, qualcun altro lo si dimentica ma alla fine è tutto ancora vivo, cucito addosso, come una seconda, terza, quarta pelle, da portarsi dietro per sempre.
Dedico tutto il mio viaggio ai bambini di Er Rachidia, bellissimi e affamati del contatto umano, che per mano mi hanno accompagnata in giro nella loro meravigliosa oasi. Un grazie sincero.
Diario di Viaggio: Il Marocco. Le tappe dell’autrice:
Rabat Meknes Volubilis e Moulay Idriss Fés Fés e le Concerie Ifrane, Foresta dei Cedri e Ziz Valley Er Rachidia Merzouga Erg Chebbi Gole del Dades Gole del Dades e Canyon Gole del Todra Boumalne, Ouarzazate e la Kasbha Ouarzazate e gli Studios Ait ben Haddou e Kasbah Tebi Ait ben Haddou il Presepe Ait ben Haddou la Cima Marrakech il Bazar Marrakech il primo segreto Marrakech il secondo segreto Marrakech sonnambula Marrakech il terzo segreto Agadir Essaouira Stazione Costiera Essaouira Porto Oualidia El Jadida Casablanca Chellah