Convinto di passare una “nottata di fuoco”, apre il navigatore del telefonino e detta “Gnocca” come destinazione, Google lo porta sul del Po!
E’ la storia semiseria che sta spopolando tra i messaggi, le chat ed i social dei cellulari di mezza Italia. Si narra che un ragazzo del ferrarese, dopo aver trascorso una notte in discoteca ed aver ottenuto solo 2 di picche, esasperato, sale in macchina, apre il navigatore e detta “Gnocca”. Poi parte, dopo un’ora si ritrova sul Delta del Po, tanta acqua, poca gnocca!
Ora che la storia sia vera o meno non fa molta differenza. Il fatto che però giri in Rete da giorni rafforza l’evento e gli da credibilità. Per molti, poichè l’episodio “virtualmente” esiste, è realmente accaduto. Insomma, basta questo perchè sia vero. Io sono curioso e, come sempre, non credo se non vedo, ho fatto la stessa cosa. Apro il navigatore del cellulare e detto: “Gnocca”…
Gnocca esiste! E’ una frazione del comune di Porto Tolle, che si trova nel cuore del Delta del Po, ed è completamente circondato dalle acque del fiume e del Mare Adriatico. Come per tutte le leggende metropolitane, un po’ di verità c’è. Ma tant’è, ormai sto’ a “Gnocca”, vediamo che si può fare da queste parti. Ed allora scopro che questo è il regno della molluschicoltura con i suoi “orti d’acqua”.
Da questa fruttuosa convivenza fra l’uomo e l’ambiente derivano apprezzati prodotti come le cozze, quella di Scardovari ha ricevuto il DOP, le vongole, i cefali, le orate, i branzini ed il pesce il azzurro. Altro cardine dell’economia è l’agricoltura, evidenziata da grandi distese di campi in parte coltivati a riso, riconosciuto con il marchio di alta qualità IGP, e con produzioni di eccellenza del famoso Melone del Delta.
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Oggi Porto Tolle può contare anche sullo sviluppo del settore turistico perseguito rispettando con particolare attenzione il paesaggio naturale. Di notevole interesse le spiagge di Boccasette, Barricata, e Conchiglie, distese di sabbia finissima con fondali che degradano dolcemente e l’affascinante natura incontaminata alle foci del fiume, che si può scoprire grazie alle giornaliere escursioni in barca.
Terra senza una lunga storia, terra sottratta al mare e alle paludi con le grandi opere di bonifica settecentesche ed ottocentesche che prosciugarono gli affioramenti seguiti al “Taglio di Porto Viro”, realizzato nel 1604. Questo è il regno dei grandi investimenti fondiari tesi ad assicurare immensi latifondi agricoli. Ed ancor oggi il paesaggio agricolo, regolare e sconfinato, racchiuso tra imponenti arginature è pressoché intatto. Da allora è cambiato solamente il modo di condurre la terra, frammentata in numerose aziende a conduzione diretta grazie alla riforma agricola del 1950.
Siamo in “terra di confine” tra mare e campagna, lontano da tutto e dimenticato. Ora il paesaggio è dominato, dalla grande centrale elettrica di Polesine Camerini, certamente un terribile cancro sulla pelle della natura, ma che allo stesso tempo garantisce posti di lavoro e tanta energia elettrica. Per il benessere di tutti noi “ricchi” ecologisti.
Insomma, sono partito con la “gnocca” in testa, e mi ritrovo a riflettere su “fake news” e l’ipocrisia di chi vuole tutto senza rinunciare a niente.
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