Nel precedente articolo si accennava alle scoperte emerse dopo la descialbatura delle mura della Chiesa di San Michele Arcangelo, nel borgo storico di Formello.
Un’operazione che vede la promotrice Archeoclub, attiva dal 1979 sul territorio formellese, coinvolgere la cittadinanza ed enti privati perché i restauri proseguano. E non a torto.
È proprio di qualche giorno fa il disvelamento di una nuova scoperta, una Madonna della Misericordia o Dei Raccomandati, che ribadisce chiaramente il concetto devozionale presente in ogni pittura: infatti se la controfacciata comprende due volti come quelli di Sant’Antonio e di San Rocco, invocati dalle popolazioni a protezione di grandi epidemie, così è anche per questa Madonna, un’iconografia diffusasi in tutta l’Italia centro settentrionale sotto il cui ampio mantello gli uomini e le donne trovavano protezione.
La dottoressa Isabella del Frate, funzionaria della Soprintendenza, durante la cerimonia di presentazione della nuova scoperta ha raccontato di come i lavori di restauro vengano sempre preceduti da un consolidamento in profondità degli intonaci, in modo da garantire la sopravvivenza di quanto rimasto celato nei secoli.
“Abbiamo sperato che fossero parte di una rappresentazione pittorica unica, tuttavia non ne eravamo certi. Invece a mano a mano che emergevano nuovi particolari ci siamo resi conto che erano un insieme e, soprattutto, occupavano l’intera nicchia” così introduce la dottoressa Del Frate la Madonna della Misericordia, aggiungendo alcuni dettagli riguardo gli uomini sotto il lembo sinistro del mantello e le donne sotto il lembo destro.
Innanzitutto la figura del Papa, che, per la datazione della pittura (fine cinquecento primi seicento), potrebbe coincidere con quella di Gregorio XIII, affiancato da un prelato e seguito da un gruppo di uomini; quindi il gruppo delle donne, di appartenenza popolare con anche esponenti della nobiltà, in primo piano. Uno studio degli abiti le colloca facilmente nel rango opportuno, cosi come anche la donna che indossa una collanina, la quale, proprio per il filo ricamato intorno al collo, viene indicata come un’appartenente alla famiglia Orsini. In alto due angeli sorreggono una corona che incornicia la Madonna.
L’iconografia è nota in altre raffigurazioni che mantengono più o meno gli stessi canoni rappresentativi. Di certo l’affresco di Formello ha un afflato umano che avvicina il popolo, rispetto ad esempio a quello di San Sepolcro, il cui artista, Piero della Francesca, ha volutamente proposto una narrazione aulica.
E rispetto invece alla trasposizione di Vincenzo Tamagni, che introduce la presenza delle confraternite, qui i protetti sono persone del popolo, i formellesi. Un elemento, questo, che invece la accomuna a un’altra Misericordia, quella di Cola da Orte, conservato oggi presso i Musei Capitolini, diverso nei colori ma identico nei significati religiosi.
Ma da chi, la Madonna, doveva proteggere gli abitanti? Tra il XIII E il XVII secolo si diffuse la peste, e questo fatto cruciale ci riporta all’origine, ci potrebbe confermare Papa Gregorio all’interno dell’affresco, la doppia richiesta di protezione ai Santi Antonio e Rocco, nell’altro dipinto, e soprattutto il forte concetto devozionale presente ovunque in questa chiesa.
Le pareti oggi possono parlare e ricucire strappi storici.
L’operazione messa in moto dall’Archeoclub sta proseguendo e aggiungendo un’eredità importante per la cittadinanza, ma non solo. Altri elementi architettonici, peraltro di grande qualità, con lo stemma Orsini, speculari all’altro lato, già rinvenuto, sono sotto la lente della Soprintendenza, pronti a raccontare altre incredibili storie.
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