Lombardia – seconda parte: incisioni rupestri della Valle Camonica, Chiesa e convento domenicano di Santa Maria delle Grazie con l’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci.
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Nel precedente articolo abbiamo parlato dei Crespi D’Adda e del Monte San Giorgio, con i vari piatti tipici dell posto. Proseguiamo il viaggio in altre località della Lombardia.
Uno dei Patrimoni Unesco più impressionanti della provincia di Brescia è caratterizzato dalle incisioni rupestri della Valle Camonica, che si trovano disseminate in più di 24 Comuni. Oltre all’importanza archeologica, bisogna ricordare che questo sito è stato il primo a ricevere il riconoscimento UNESCO in Italia, risalente al 1979.
Il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di Naquane, a Capo di Ponte, è stato il primo parco istituito in Valle Camonica nel 1955. L’area si estende per oltre 14 ettari e costituisce uno dei più importanti complessi di rocce incise nell’ambito del sito del Patrimonio Mondiale UNESCO n. 94 “Arte Rupestre della Valle Camonica”. Al suo interno, in uno splendido ambiente boschivo, è possibile ammirare ben 104 rocce incise. Corredate da pannelli informativi e suddivise in 5 percorsi di visita facilmente percorribili per circa 3 Km. La visita completa di tutti i percorsi richiede almeno 4 ore. La cronologia delle istoriazioni del Parco si colloca tra il Neolitico (V-IV millennio a.C.) e l’età del Ferro (I millennio a.C.). Anche se non mancano incisioni di età storica. L’epoca meglio rappresentata è sicuramente l’età del Ferro, quando la Valle era abitata dai Camunni delle fonti romane.
Dopo un giro tra i vari parchi attrezzati, dove si può ammirare anche la bellezza naturale delle montagne, bisogna riprendere le energie gustando i piatti tipici di questa valle, al confine con altre importanti valli lombarde. La Lombardia spesso è associata solamente a piatti poveri, come la polenta o il risotto alla milanese. Innanzitutto, bisogna considerare la grande ricchezza della tradizione culinaria contadina, spesso molto diversa da provincia a provincia. Sono da provare la polenta alle castagne (quando è stagione), i pizzoccheri, il capriolo in umido, la lepre in salmì, la frittata con lo speck, la pizza di polenta con lucanica e le tagliatelle con noci e funghi.
Per chi invece non sa rinunciare ai dolci, la vasta scelta di leccornie sicuramente non deluderà. Tegolini con panna e frutta, torta di lamponi, torta di noci, mele al forno, teste di moro e crostata di ricotta. Per digerire tutto questo ben di Dio, i camuni si affidano al liquore, al ginepro o ai frutti di bosco con grappa. Certamente, si tratta di pietanze piuttosto caloriche, adatte a chi un tempo doveva lavorare nei boschi o con gli animali, sbrigando faccende che richiedevano molta forza fisica. I sapori sono forti e facili da ricordare, tramandati da secoli e apprezzati anche ai giorni nostri.
Passando invece a un importante centro urbano quale è Milano, il Patrimonio UNESCO più rappresentativo è sicuramente la Chiesa e il Convento domenicano di Santa Maria delle Grazie, dove si trova il Cenacolo vinciano. Anche in questo caso, il sito in questione ricopre il primato di aver seguito le incisioni rupestri camune nel ricevere la classificazione di patrimonio dell’umanità. Sia la Basilica che il Convento risalgono al Rinascimento. La loro costruzione è stata voluta da Lorenzo il Moro, Duca di Milano. La tribuna, in particolare, è stata realizzata probabilmente dal Bramante. Pochi sono a conoscenza del fatto che, durante la dominazione spagnola, Santa Maria delle Grazie divenne sede del Tribunale dell’Inquisizione dal XVI al XVIII secolo. La vera e propria attrazione resta però l’affresco di Leonardo da Vinci rappresentante l’Ultima Cena. Nel refettorio attualmente di proprietà del Comune di Milano.
Simbolo della cucina milanese sono sicuramente il risotto allo zafferano e la cotoletta. Ad ogni modo, si consiglia di cercare una trattoria dove poter gustare alcuni dei piatti tipici della tradizione culinaria meneghina. Come la cassoeula, il fritto misto con cervella e animelle e l’ossobuco. Tra i simboli della città c’è anche un pane, la michetta, a forma di stella e vuoto all’interno. Il dolce tipico è sicuramente il panettone. Consumato però solo per le festività natalizie. Ma secondo una tradizione tutta milanese viene riconsumato in concomitanza con la festa di San Biagio, protettore della gola, il 3 febbraio. Amati dai piccoli sono i biscotti chiamati pan mejni a base di farina di mais.
Curiosamente, per favorire la digestione, i milanesi non si affidano a super alcolici. Ma a un caffè inventato da un napoletano e chiamato barbajada. Si tratta di un mix di caffè, panna e cioccolata.
Anche in questo caso, la cucina milanese regala sapori forti e molte calorie che possono essere tranquillamente bruciate in una passeggiata per le boutique, per la Galleria Vittorio Emanuele o per salire tra le guglie del Duomo, dove si può ammirare la Madonnina e la città che protegge.
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