Statue di mostri deformi e animali spaventosi caratterizzano Villa Palagonia, che non a caso è nota come Villa dei Mostri. Una strana storia avvolge questo edificio settecentesco che si trova a Bagheria in Sicilia.
Fu Ferdinando Francesco I Gravina Cruyllas, principe di Palagonia, che volle costruire questa maestosa villa nel lontano 1715. L’opera fu commissionata all’architetto Tommaso Maria Napoli e Agatino Daidone si occuparono della sua realizzazione e delle sue particolari decorazioni alquanto spaventose.
Al nipote del principe, detto Il Negromante, si devono le statue mostruose che cingono le mura e per cui la residenza è divenuta famosa. Un lungo viale adornata da una fitta schiera di statue, di cui oggi se ne contano una sessantina ma originariamente sarebbero dovute essere circa duecento.
Con al fine della dinastia principesca la villa passo ai privati ed oggi è parzialmente visitabile.
Il poeta Johann Wolfgang von Goethe, lascia memoria della sua visita a alla villa avvenuta nel 1787. Rimase così colpito da questo bizzarro edificio che lo descrisse nella sua opera Viaggio in Italia:
«Per trasmettere tutti gli elementi della pazzia del principe di Palagonia, eccone l’elenco. Uomini: mendicanti dei due sessi, spagnuoli e spagnuole, mori, turchi, gobbi, deformi di tutti i generi, nani, musicanti, pulcinella, soldati vestiti all’antica, dei e dee, costumi francesi antichi, soldati con giberne e uose, esseri mitologici con aggiunte comiche (…) Bestie: parti isolate delle stesse, cavalli con mani d’uomo, corpi umani con teste equine, scimmie deformi, numerosi draghi e serpenti, zampe svariatissime e figure di ogni genere, sdoppiamenti e scambi di teste. Vasi: tutte le varietà di mostri e di cartocci che terminano in pance di vasi e piedistalli. Immaginate tali figure a bizzeffe, senza senso e senza ragione, messe assieme senza scelta né discernimento, immaginate questi zoccoli e piedistalli e deformità allineate a perdita d’occhio: e proverete il penoso sentimento che opprime chi si trova a passare sotto le verghe da questa follia. (…) Ma l’assurdità di una mente priva di gusto si rivela al massimo grado nel fatto che i cornicioni delle costruzioni minori sono sghembi, pendono a destra o a sinistra, così che il senso dell’orizzontale o della verticale, che insomma ci fa uomini ed è fondamento di ogni euritmia, riesce tormentato e torturato in noi. E anche questi tetti sono popolati e decorati di idre di piccoli busti e di orchestre di scimmie ed altre dabbenaggini.»
I versi che sovrastano l’entrata del salone di Villa Palagonia si riferiscono agli specchi che, secondo le antiche descrizioni, avrebbero rivestito la volta del soffitto. Un’altra delle tante stranezze della villa che riflettono lo spirito fantasioso del principe.
Vista la sua particolare costruzione molte leggende aleggiavano intorno a questo edificio. Si pensava che l’aura malefica dei mostri in pietra avesse colpito anche il principe che divenne folle. Ma queste leggende non corrispondo a nulla di vero perché archivi storici lo dipingono come un uomo
Gli archivi storici restituiscono, anzi, il profilo di un uomo particolarmente acuto e intelligente che ricoprì anche importanti cariche politiche alla corte del Re. Sembrerebbe però fondata la notizia che non avesse un bell’aspetto e studio e psichiatri hanno ipotizzato una sua patologia psicotica che lo portarono a circondarsi di statue mostruose per esorcizzare il suo complesso della bruttezza.
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