L’ arcipelago delle Marianne si trova tra il 12º e 21º parallelo Nord dell’Oceano Pacifico ed è stato creato dal congiungimento di 15 vulcani. Infatti si tratta della parte superficiale di una catena montuosa sommersa che si estende fino al Giappone per ben 2.519 km. Chiamate Isole dei Ladri fino agli inizi dell’Ottocento. Le Marianne sono le isole più settentrionali della Micronesia e coprono in totale un’area di 386 miglia quadrate. Al loro interno si distinguono le Isole Marianne Settentrionali e Guam. Le prime sono un Commonwealth degli Stati Uniti, mentre il secondo è un Territorio USA. Al tempo stesso le Marianne si dividono tra le isole settentrionali vulcaniche (sono abitate Anatahan, Agrihan, Alamagan e Pagan) e quelle coralline e calcaree meridionali, cioè Rota, Aguijan, Guam, Tinian e Saipan.
Proprio per il fatto di essere la più grande dell’arcipelago (oltre che della Micronesia), Guam viene chiamata l’Isola delle Marianne. Si tratta della più meridionale, quindi sorge nell’oceano Pacifico occidentale ed è territorio non incorporato degli Stati Uniti d’America. La popolazione è composta per la maggior parte da chamorro, che hanno raggiunto l’isola circa 3.500 anni fa. Estesa per 549 chilometri quadrati, si trova a strapiombo sulla fossa delle Marianne. La parte settentrionale di Guam è composta un altopiano, mentre le scogliere coralline circondano le coste e la zona collinare meridionale di origine vulcanica. La vegetazione è lussureggiante e alle specie autoctone si affiancano quelle introdotte dalle Filippine. Il clima tropicale, la grande disponibilità di acqua e l’umidità del suolo hanno favorito la coltivazione di alberi di cocco, palme, caffè, tabacco, yams, patate dolci, cacao e manioca. Un altro dei prodotti tipici locali è la madreperla.
L’Isola delle Marianne fu scoperta da Magellano nel 1521 e divenne rapidamente un importante avamposto spagnolo sulla rotta tra le Filippine (le isole delle spezie) e il Messico. Al giorno d’oggi Guam vive soprattutto sul turismo, attività che produce circa il 90% del reddito nazionale. Le lingue ufficiali sono l’inglese e il chamorro, anche se la maggior parte dei viaggiatori presenti sull’Isola delle Marianne provengono quasi esclusivamente dal Giappone. Sono presenti installazioni militari statunitensi e anche installazioni industriali che hanno portato a una rapida crescita dell’economia locale. Sono abbastanza sviluppate anche la pesca e l’agricoltura, praticata soprattutto nelle fertili alture vulcaniche meridionali, che consentono la fornitura di prodotti locali a basso costo e di buona qualità. Per raggiungere Guam si opta in genere per l’aereo: esistono voli diretti dalle principali città del Giappone (Osaka e Tokyo) e dalle Filippine.
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Non esistono tratte dirette dall’Europa e gli scali navali riguardano soltanto l’isola di Seipan, da cui è necessario prendere un traghetto. Dato che l’isola delle Marianne è territorio statunitense valgono le stesse regole per l’ingresso negli USA. Se il proprio Paese di origine aderisce al Visa Waiver Program (ad esempio l’Italia) e il soggiorno per turismo o lavoro ha una durata inferiore ai 90 giorni, è possibile richiedere semplicemente l’ESTA e non il visto.
Il periodo migliore per il soggiorno è la stagione secca, da dicembre a marzo: si tratta anche del periodo di maggior affluenza, quindi i prezzi sono più elevati e bisogna prenotare in anticipo voli e pernottamento. Oltre alle bellezze paesaggistiche, alle acque limpide e alle splendide scogliere coralline, l’Isola delle Marianne è famosa per alcune spiagge davvero spettacolari. Imperdibili sono Agana Bay, situata vicino all’omonima capitale, e Latte Park, caratterizzata da pilastri rocciosi che ricordano l’aspetto di funghi.
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