Diario di viaggio

Oualidia ha il corpo di sabbia e la mente acquatica

Oualidia è nel nulla, la sabbia l’avvolge e i pescatori fanno il loro lavoro, il mio sguardo arriva laggiù, dove l’acqua la bagna

Oasi – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

Vestita di mare

Oualidia non è una vera e propria meta, anzi, sembra di stare tra casette anonime, su una strada non tracciata con zero attrattive nei dintorni. Da Essaouira a Casablanca, però, ci sono due tappe per spezzare il viaggio, una è questa, e l’altra è El Jadida.

Mentre rifletto sulla vaghezza del posto, la spiaggia si apre davanti ai miei occhi, senza preavviso, e io allora resto per un attimo immobile, in apnea, mentre la mia attenzione viene catturata da ogni granello di sabbia che forma quella lingua di terra perfetta.

C’è una calma calda, un alito di vento desertico. La sensazione è quella di aver scoperto un’Oasi, come quella di Er Rachidia, solo, sul mare.

Così, mentre poco prima mi chiedevo dove fossi finita, adesso so di essere in un piccolo villaggio, forse poco turistico, ma curato, che non ha un fascino incontenibile però restituisce pace. Dopo mezzora di bellezza remota, sento troppa pace. E sorrido di me.

Momento di pace – PhotoCredit: Emanuela Gizzi

Gli ombrelloni con le falde di paglia, la monotonia del silenzio, lo sciabordio dell’acqua che interrompe qualche conversazione, qua e là, sulla battigia, me la fanno apprezzare ma dopo pochi minuti mi sento annoiata.

Protagonisti di una storia

Ma, se si fa qualche passo oltre, verso nord, seguendo lo zigzagare dell’acqua, si arriva a un’altra spiaggia, dove le onde scalpitano, le grida di un gruppetto di uomini dannano l’aria, la calma piatta di poco prima è mangiata dallo spirito peschereccio, dalla salsedine aggressiva, da una sabbia più dura, quasi ruvida.

Arena di Pescatori –
PhotoCredit: Emanuela Gizzi

E resto in quel tratto di Oualidia con stupore, sentendolo vicino e affascinante.

Mi lascio rapire dalle immagini di uomini, di barche e di vita che si succedono. Mangio un ghiacciolo e assisto alle loro storie, mi piace fare la spettatrice e mi piace questo palco dove niente è celato, anzi, tutto avviene con spettacolare semplicità.

L’odore di sale e di pescato resta nell’aria, come me che resterei qui, ancora un po’, ma riparto.

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