Considerato tra i luoghi più iconici d’Italia, inserito nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco grazie alla pluralità di ambienti, di flora e fauna autoctone, il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stato istituito nell’ormai lontano 1991. Inoltre, dal 2010 ha ricevuto la prestigiosa denominazione di Geoparco, la prima a essere conferita nel Bel paese. Esteso su 181.048 ettari, compreso tra la piana del Sele, la Basilicata e il mar Tirreno, il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ricade completamente nella provincia di Salerno. Abbraccia gli otto territori delle comunità montane della zona e ben ottanta comuni.
Nato per tutelare il territorio cilentano dell’abusivismo imperante, il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ospita circa 1800 specie vegetali. Quali la primula di Palinuro, l’abete rosso, il lentisco arbustivo, l’edera e il mirto. La fauna del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è assai diversificata in virtù dell’ampia varietà di ambienti presenti sul territorio. Qui vivono un’incredibile varietà di specie animali. Tra cui si annoverano il lupo, la lontra, la lepre appenninica, il cinghiale e il gatto selvatico. Sulle vette, sulle praterie di altitudine e sulle rupi montane sono frequenti l’Aquila reale (Aquila chrysaetos) e le sue prede d’elezione. La Coturnice (Alectoris graeca) e la Lepre Italica(Lepus corsicanus). La presenza di queste due ultime specie è biologicamente importante in quanto rappresentano popolazioni autoctone appenniniche, oramai estinte in buona parte del territorio.
Va da sé che in un territorio così vasto, diverse siano le specialità gastronomiche da gustare. Ciò che contraddistingue quest’area ancora pura e incontaminata, oltre alle bellezze naturali e architettoniche, (celebrate dal borgo medievale di Camerota. Dal centro storico di Teggiano. Dai castagneti che abbondano la zona di Roccadaspide e dall’oasi del fiume Alento. Solo per fornire qualche spunto di visita!) è, senza ombra di dubbio, la raffinata gastronomia ricca i biodiversità, frutta fresca e sapori mediterranei e contadini. Pertanto, provare anche sommariamente a elencare cosa mangiare nel Cilento, potrebbe essere un’impresa non facile.
Tra i prodotti tipici della zona, quelli che meritano d’essere assaggiati perché introvabili nelle altre zone d’Italia, spicca il fagiolo bianco di Controne, suggestivo paesello incastonato tra gli Alburni e le distese di uliveti. Il fagiolo occhio nero di Oliveto Citra, altrimenti definito “occhietiello” in dialetto locale. Il pregiato cece di Cicerale, ottenuto senza irrigare i campi in cui è seminato. E le alici di Menaica, diventate presidio slow food e tipiche di Marina di Pisciotta.
Ma un tour enogastronomico cilentano che si rispetti non può prescindere dall’assaggio della pregiata mozzarella di bufala DOP, prodotta soprattutto nella zona di Paestum. Del fico bianco del Cilento e le “olive di salella ammaccate”, condite con aglio, olio purissimo extravergine d’oliva ed erbe aromatiche.
Quanto ai vini, il Cilento si sta imponendo sempre di più sulla scena internazionale. Presentando “creazioni” originali e piene di sapore, frutto di una terra salubre e rigogliosa. Tra i vini più nobili della zona, annoveriamo il “Cumalè – Fiano Paestum IGT”, fresco e dal sapore equilibrato. Il “Miles – Aglianico Cilento DOC”, stentoreo e robusto al palato, da servire con piatti di carne. “Sintonie Paestum bianco IGT”, dal sapore leggermente aspro e acidulo. Infine, l’elegante Calpazio – Greco Paestum IGT, dal sapore minerale e persistente.
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