La Toscana non smetterà mai di stupirci e grazie ai suoi pittoreschi paesaggi, all’ottimo vino e all‘eccellente cibo tipico, accoglie ogni anno milioni di visitatori da tutto il mondo. Dopo aver parlato un po’ di Sovana e del suo borgo caratteristico, ci spostiamo a pochissimi chilometri per visitare Pitigliano, la cosiddetta città del tufo. Arroccato su un blocco di tufo di origine vulcanica, regala uno scenario unico ed indimenticabile.
La città, che oggi è abitata da 3.867 abitanti, racchiude tra le sue mura una storia che va dall’Età del bronzo alla Seconda Guerra Mondiale. Le antiche rocche di Pitigliano, Sovana e Sorano hanno preservato al loro interno i resti delle numerose popolazioni e le sue cime protettive dal lontano 2300 a.C.
Per poter ammirare le porte di accesso e le mura, si consiglia di parcheggiare l’auto fuori e raggiungere il centro a piedi. Nella parte Nord-Occidentale è possibile vedere tracce delle mura etrusche e Porta Sovana, costruita in epoca medioevale dalla famiglia Aldobrandeschi, per poi essere distrutta e ricostruita. Fu scavata nel tufo e conduce alle vie cave e alla necropoli di Sovana. Mentre nella parte meridionale si trovano i pilastri dell’imponente acquedotto miceneo.
Sulla piazza si trova il Palazzo-fortezza dei Conti Orsini, costruito nel XII secolo, in cui è possibile ammirare opere di argenteria e oreficeria, monete, dipinti su tela e su tavola, sculture lignee e tessuti preziosi della zona. Inoltre, nella sala detta “delle Loggette”, è possibile ammirare il ciclo di affreschi raffiguranti i ritratti dei Conti Orsini, signori di queste terre per secoli.
Passeggiando per i vicoli, pieni di botteghe artigiane ed immersi nei colori del tufo è possibile ammirare le viuzze che scendono a strapiombo e offrono al visitatore panorami mozzafiato.
La prima menzione di una pieve dedicata ai Santi Pietro e Paolo a Pitigliano risale al 1061. Nel 1276 vengono poi segnalate tre pievi: San Giocanni, Santa Maria e San Pietro. Quest’ultima divenne in seguito “collegiata” e prese il titolo dei Santi Pietro e Paolo. Negli anni, per volontà di Niccolò III Orsini, conte di Pitigliano venne più volte ristrutturata.
Per proseguire il vostro tour a Pitigliano, attrezzatevi con scarpe comode e fate una passeggiata per le “vie cave“, un tunnel scavato nella roccia vulcanica per il quale fu necessario rimuovere circa 40.000 tonnellate di roccia. Di certo le vie cave devono essere state di grande importanza per la comunità locale e per il popolo. Ma resta tutt’ora un mistero il motivo che spinse il popolo ad un lavoro tanto impegnativo. Nonostante le infinite ipotesi e supposizioni riguardanti l’utilizzo, le vie cave rappresentano tuttora un enigma dai tasselli ancora non ricomposti per gli storici e gli archeologici.
C’è ancora molto altro da visitare in questa meravigliosa città del tufo. Ma tra una passeggiata e l’altra, non dimenticate di fare sosta in una delle trattorie tipiche per gustare, tra le tante specialità toscane, almeno un tagliere di affettati del posto, sorseggiando uno dei vini locali.
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