Rabat, ha un suono come di un comando, invece è il nome di un piccolo villaggio del Marocco i cui vicoli angusti raccolgono un insieme fitto di casupole, tinte di bianco verso il cielo e di cobalto verso la terra. Si rincorrono varie botteghe, del falegname, del ferraio, alcuni carretti con le arance a grappoli, e tanti bambini che giocano in strada: una mescita di vita che si mescola a l’odore di pescato che sale dal mare.
Si arriva ad una terrazza panoramica, uno strapiombo sull’acqua, capolavoro ultimo di questo villaggio: il litorale si estende per chilometri sotto i miei occhi, una mezza luna sabbiata invasa da milioni di corpi, un esercito umano in piedi, che forse chiacchierava, camminava, ammirava noialtri sul dirupo, un’assenza totale di ombrelloni o stabilimenti all’europea.
Rabat la puoi sentire tua in queste stradine e poi improvvisamente sentirla irraggiungibile di fronte al Mausoleo di Mohammed V, un simbolo assoluto di autorità e imprescindibilità.
Le due guardie imperiali, all’ingresso, vestono divise impeccabili che accentuano il senso di legittimità e sellano cavalli altrettanto distinti, impietriti come monumenti equestri, nessun respiro sporadico o movimento che ne intercetti le funzioni vitali. Sono splendidamente all’unisono.
[travel]
Una strana luce ci avvolgeva quel giorno, la luce che spesso è il risultato di nuvole particolarmente piene di malessere che vorrebbero piangere ma non lo fanno. Filtravano, invece, una dubbiosa lattescenza e una coltre uggiosa, ambedue complici del risultato di colori densi che ne scaturivano: il muro di cinta era diventato di creta, le divise di cavalieri e cavalli, lucenti, il colonnato che si estende all’interno del perimetro della Moschea, sembrava intrappolato in un avorio ghiacciato.
Sovrana del suo regno si alza, in fondo, laddove i colori si ravvivano, la Torre di Hassan, angolata e prominente, giocatrice tra le ombre. Come parte integrande della scenografia surreale di un maestro del cinema che porta sul palcoscenico il dramma della morte e poi della vita.
Iniziò a piovere, una pioggia distinta che inghiottì il mondo sacro e quello profano. Insieme.
http://travel.cudriec.com/fes-una-medina-disarmante-del-marocco/
Secondo le varie indagini di settore è possibile stabilire quali sono le dieci mete ideali…
Viaggiare è uno dei modi migliori per scoprire nuove culture, immergersi in paesaggi mozzafiato e…
L'isola del Giglio, appartenente alla Toscana, è una perla del Mar Tirreno che offre ai…
La nuova edizione di Carrara Studi Aperti mira alla riscoperta del territorio ai piedi delle…
Se si pensa all’estate, tra le mete italiane in cima alla wishlist c’è la Sicilia:…
Studenti all'estero e visti: la situazione attuale e gli scenari futuri in Olanda, Australia, Canada…