“L’aeroporto più inutile del mondo”, è questa la definizione poco confortante che è stata data all’aeroporto dell’isola di Sant’Elena. Effettivamente il piccolo scalo di Jamestown inizialmente venne utilizzato solo dai residenti. Per costruirlo ci sono voluti 11 anni e oltre 300 milioni di euro finanziati dal governo britannico. Ma a causa di quei venti fortissimi che soffiano fra le rocce dell’isola la pista è rimasta praticamente inutilizzata. Fino ad ora da lì sono partiti e atterrati, solo jet privati o aerei utilizzati per emergenze sanitarie.
Sant’Elena è un’isola molto piccola situata a sud dell’oceano Atlantico, a circa duemila chilometri dalla costa africana. La sua fama è dovuta principalmente a Napoleone Bonaparte, esiliato sull’isola, e dove morì il 5 maggio del 1821. Finora per raggiungere Sant’Elena, l’unico modo era con una barca postale, dopo un viaggio di cinque giorni con partenza da Cape Town, in Sudafrica. Ma è arrivato il pensionamento anche per questa storica nave, la Royal Mail, che dal 1990 trasporta i passeggeri da e per l’isola.
La svolta è che la barca sarà sostituita dagli aerei della compagnia sudafricana Airlink, che proporrà collegamenti fra l’isola e il continente, con voli da sei ore e rifornimento tecnico in Namibia.
Le sorti di Sant’Elena stanno per cambiare e il primo passo è stato fatto il 14 ottobre scorso quando, per la prima volta nella storia, è atterrato sull’isola un aereo commerciale. Gli abitanti sperano che d’ora in poi l’isola sia sempre più frequentata dai turisti. Le guide turistiche la celebrano infatti come un posto bellissimo e praticamente isolato dal resto del mondo.
I voli saranno riservati a non più di 60-70 passeggeri, queste sono le condizioni di “peso” necessarie per volare sull’isola che, come detto, è colpita da forti venti che mettono a rischio partenze e atterraggi. I costi per il volo inaugurale superano i 1000 euro ma, secondo gli operatori, quelli successivi si aggireranno intorno alle 350 euro a tratta.
Questa novità inserisce l’isola nel circuito turistico e segnerà un punto di svolta per il turismo dell’isola che oggi è legato solo ai viaggiatori estremi. Gli isolani sono convinti che un tour nelle terre dove “è morto Napoleone”, potrà essere un modo per rilanciare il turismo. E’ una meta adatta agli appassionati di passeggiate ed escursioni al largo, dove fra novembre e maggio si avvistano squali balena e cetacei di ogni tipo.
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Qui ci sono pochissime strutture turistiche e di accoglienza, e gli abitanti vivono per lo più solo di pesca e coltivazione di patate. Nell’ultimo anno l’isola ha accolto circa 3.800 turisti e secondo le stime il nuovo aeroporto potrebbe portare a un numero annuale di 30mila visitatori. E per essere preparati al grande flusso turistico è stato inaugurato anche il Mantis St Helena, un hotel di lusso dotato di 30 camere pronte ad accogliere i nuovi turisti.
Con tutte queste premesse, l’isola ha delle grandi aspettative per il futuro. Siete pronti a prenotare il vostro viaggio sull’isola?
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