Partiamo dall’attrazione più conosciuta: il Parco Nazionale del Timanfaya è il prodotto di una catastrofica eruzione che, fra il 1730 e il 1736, trasformò la fertile isola in una distesa nera di magma rappreso. Lo si può visitare seguendo la Ruta de los Volcanes a bordo di bus navetta che permettono di apprezzare l’incredibile paesaggio. L’alternativa è la Echadero de Cammellos che, come suggerisce il nome, porta alla scoperta del parco a dorso di dromedari. In entrambi i casi, vi aspettano panorami brulli e lunari difficilmente ritrovabili altrove. L’entrata nel Parco è a pagamento.
Immediatamente ai confini del Parco si trova questa piccolo, ma spettacolare, vulcano che può essere visitato completamente a piedi. Ci si arriva imboccando una deviazione dalla strada fra le cittadine di Uga e Masdache. Il paesaggio è una tela nera, rossa, viola e verde alieno. E’ gratis e potete stare quanto volete, anche per godervi un tramonto degno di un finale fantascientifico.
Dopo queste belle camminate, ecco un po’ di mare. A scanso di equivoci, diciamo subito che in tutta la costa di Lanzarote sono veramente poche le spiagge. Quelle del Papagayo, tuttavia, con la loro sabbia dalle sfumature dorate, sono fra le più belle di tutto l’arcipelago canario. Playa Papagayo si trova sul litorale meridionale di Lanzarote, poco distante dalla cittadina di Playa Blanca. Ci si arriva mediante una strada sterrata che costeggia diverse calette. Io vi consiglio di non fermarvi alla prima e di spingervi fino all’ultima.
In una terra dalla natura vulcanica non potevano certo mancare grotte spettacolari. Lo dimostra la Cueva de Los Verdes, uno scenografico tunnel lavico formatosi a seguito dell’eruzione del vulcano Corona. Si tratta di uno dei tunnel vulcanici più lunghi al mondo e, fra laghetti e rocce particolari, riserva ai suoi visitatori una sorpresa.
E’ il luogo fratello della Cueva de los Verdes, nel quale l’architetto César Manrique – una specie di Gaudì locale – ha ricavato un ristorante, una piscina, un auditorium per concerti e un locale notturno. Il tutto mescolato a flora tropicale, caverne, laghi salati. Da non perdere.
Sempre dalla mente creativa di César Manrique, è nato il Jardin de Cactus, nei pressi dell’abitato di Guatiza. Fra il 1987 e 1992, l’artista costruì questo grande giardino dove prosperano ben 10.000 piante di cactus. Ad impreziosire il complesso, poi, troverete un mulino a vento molto suggestivo e, all’esterno, un enorme cactus in metallo realizzato dallo stesso Manrique.
Per capire a fondo Lanzarote non dovete dimenticare una sosta alla Geria. La Geria è la più importante zona di produzione vinicola dell’isola ed è uno spettacolo di per sé. Su sconfinate colline nere, le viti sono ognuna protette dai venti da bassi muretti semicircolari che disegnano sul terreno curiose falci di luna. il vino che viene prodotto è una malvasia dolce e molto buona che può essere acquistata nel negozio di El grifo.
Racchiude in sé tutta la bellezza di Lanzarote questo laghetto verde fosforescente. Il Charco de los Clicos è un bacino di acqua salata il cui colore sovrannaturale è dovuto al proliferare di alghe marine in ambiente di origine vulcanica. Si trova nei pressi del villaggio di El Golfo e vale di per sé il viaggio a Lanzarote.
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