Quella notte era perfetta, perfetta per scalare Adam’s Peak, la Montagna Sacra dello Sri Lanka. Un cielo stellato ed una luna piena mi aiutano a percorrere il sentiero che mi porterà in vetta al Picco di Adamo ad un’altitudine di oltre 2.200 metri.
Adam’s Peak, noto anche col nome di Sri Pada (piede sacro), è un luogo magico, unico al mondo, considerato sacro per quattro religioni.
Sulla sommità, impressionata sulla roccia, è presente un’impronta. Per cristiani e musulmani l’orma sarebbe stata lascia dal piede di Adamo sceso sulla terra dopo la cacciata dal Paradiso terrestre; per buddisti e induisti apparterrebbe, rispettivamente, al piede di Buddha e a quello del Dio Śiva. Il monte, tra i più alti dello Sri Lanka, è meta quindi di pellegrinaggi.
Questo posto fiabesco è conosciuto anche col nome di Samanalakanda, Montagna delle farfalle, il luogo ove le farfalle si recano per morire.
Intraprendo l’ascesa dell’Adam’s Peak all’una di notte in modo da essere in cima per l’alba per ammirare lo spettacolo offerto dalla natura.
Il sentiero inizia dolcemente ma si fa sempre più duro mano a mano che la vetta si fa vicina.
I 5.200 scalini di salita mi indolenziscono le gambe e le condizioni climatiche mi tolgono il fiato. Prima il caldo mi scioglie il corpo, poi il vento freddo mi ghiaccia addosso il sudore e mi taglia la pelle.
Più volte mi sono trovato sul punto di gettare la spugna e tornare indietro ma il desiderio di raggiungere la vetta, il desiderio della conquista, mi ha incoraggiato a continuare, allontanando da me fatica e frustrazione.
La scalata dell’Adam’s Peak rappresenta un’impresa di notevole valore sia fisico che spirituale.
Non riesco a vedere la fine del percorso; la vetta sembra vicina ma dopo l’ennesima curva si palesano davanti ancora gradini, sempre più ripidi.
Lungo il tragitto, di tanto in tanto, piccole bancarelle offrono ristoro ai pellegrini con acqua e cibo. Ma non c’è tempo per fermarsi, la vetta dell’Adam’s Peak è lontana.
Ancora una volta mi vengono a mancare le forze. La stanchezza è tanta. Ma non desisto. Continuo la salita.
Durante il cammino non incontro italiani, pochi sono gli europei; i più sono pellegrini locali che intraprendono il percorso per fede.
Raccolgo le ultime forze e dopo aver gustato qualche cioccolatino, unica fonte di sostentamento per la notte, continuo l’ascesa.
Un’ultima rampa mi separa dalla vetta dell’Adam’s Peak. Intorno gruppi di pellegrini sdraiati in terra si riparano dal vento freddo e attendono l’alba.
Tolte le scarpe entro nel piccolo tempio; in fila i pellegrini sfilano uno ad uno davanti alla sacra impronta.
Sarà per il luogo magico, il misticismo religioso o la stanchezza dell’ascesa ma un sentimento di pace e serenità mi assale.
Mi accascio a terra in un angolo e riposandomi aspetto con pazienza l’alba.
Arriva il momento tanto atteso. Il sole piano piano accende il cielo e ciò che è intorno a me. La nebbia avvolge le montagne circostanti, sembra accarezzarle.
L’alba mi restituisce uno spettacolo straordinario ripagandomi della tanta fatica. Da quassù lo sguardo si perde su paesaggi sconfinati di una straordinaria bellezza.
A malincuore inizio la discesa. Spesso mi volto indietro per cercare di carpire l’ultima immagine della Montagna Sacra; ammiro la bellezza sublime di questo luogo e allontano il più possibile il momento dell’addio.
Fiero di aver scalato l’Adam’s Peak, la Montagna Sacra dello Sri Lanka.
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