Apre il Villaggio di Natale a Montalto di Castro, ce lo racconta Carmelo Messina

Articolo di Veronica Ruggiero

MONTALTO DI CASTRO – Un meraviglioso “ Villaggio di Natale ”, allestito nelle imponenti sale del complesso museale di San Sisto, aprirà le porte al pubblico sabato 8 dicembre e chiuderà come da tradizione con l’epifania. Un’esposizione di 51 mq, la più grande in Italia e una delle più estese d’Europa, che il presidente di Fondazione Vulci, Carmelo Messina*, ha voluto condividere con i cittadini dell’Etruria per celebrare la magia della fiaba natalizia. Un colpo d’occhio straordinario che rievoca la gioia del fanciullino al primo sguardo, la felicità delle feste in una dimensione in miniatura in cui regnano valori sani quali amicizia, fratellanza, solidarietà e amore. Una passione per le casette natalizie nata 18 anni fa durante un viaggio negli USA, coltivata in famiglia per 15 anni, che oggi ha portato ad un vero e proprio collezionismo da parte del presidente.

Villaggio di Natale a Montalto di Castro

Sono circa 300 i pezzi che compongono la piccola “Christmasland”, dove divertimento e serenità sono di casa. Giostre, piste di pattinaggio, funivie e molte altre attrazioni fanno da cornice alla fabbrica dei giochi degli Elfi di Babbo Natale o allo “Schiaccianoci” di Tchaikovsky presente con i suoi fantasiosi personaggi. I pezzi, quasi tutti della Lemax, sono inseriti in un contesto paesaggistico artigianale che riproduce le meraviglie della natura, ricalcando gli elementi antropici del territorio.

Suoni, luci e movimenti rendono tutto ancora più entusiasmante e incantato.  I significati più reconditi di cui il villaggio è emblema, il sentimento di appartenenza ad un territorio che ha portato Carmelo Messina a renderlo fruibile al pubblico e il valore dell’esposizione ce li racconta il presidente nella seguente intervista.

Ci racconta qual è stato il motore che ha spinto Lei e sua moglie a portare questa magia fuori dall’intimità domestica?

Inizialmente allestivo il villaggio nello spazio guardaroba di casa nostra. Ogni anno acquistavo nuovi pezzi e il villaggio cresceva, abbiamo dovuto quindi ingrandire lo spazio guardaroba, ma ad un certo punto mia moglie, Susanna, mi ha fatto notare che 16 mq di esposizione erano il massimo che potessimo ospitare. Non mi sono arreso, ho iniziato a sviluppare la città in verticale. Il villaggio era inoltre oggetto di ammirazione da parte degli amici che visitavano casa nostra durante le feste e tre anni fa ho proposto al sindaco, Sergio Caci, di renderlo fruibile alla cittadinanza, in segno di legame col territorio.

Villaggio di Natale a Montalto di Castro

Ogni anno questa realtà in miniatura diventa più grande. Quest’anno addirittura il doppio rispetto allo scorso anno. Ci spiega qual è il significato che lei attribuisce a questa realizzazione?

In un momento conflittuale e divisivo come quello che stiamo vivendo, fatto di linguaggi estremamente duri, violenti e volgari, l’idea di introdurre un linguaggio nuovo, cioè quello fiabesco, può indurre anche gli adulti ad avere un atteggiamento migliore nella vita. Migliorando i comportamenti personali, è possibile avere una condotta positiva all’interno della società. Vorrei che queste iniziative potessero diventare il motivo scatenante di un’inversione del modus operandi di molti.

I 300 pezzi che compongono questo meraviglioso mini mondo sono tutti Lemax?

Diciamo che oggi possono essere considerati tutti Lemax, nel senso che anche altri brand, di cui avevo inizialmente acquistato i prodotti, oggi sono stati incorporati alla Lemax, diventata quindi monopolista mondiale. I pezzi più datati hanno acquisito anche un valore commerciale di qualche migliaio di euro, oltre che affettivo per me, mentre le novità sono motivo di curiosità ed entusiasmo. L’edizione 2018 del mio villaggio si presenta arricchita anche di una rete ferroviaria, con dovizia di particolari, che delimita il perimetro del sobborgo. Stiamo assemblando un plastico, una riproduzione dell’esposizione, che sarà esposta a Porta a Porta.

Villaggio di Natale a Montalto di Castro

Perché un borgo e non un classico presepe come da tradizione nel nostro Paese?

La nostra vuole essere la rappresentazione natalizia di una città modello. La spiritualità è presente, ad un osservatore attento saltano all’occhio le chiese inserite nel villaggio, ci sono figure religiose e cantori, atteggiamenti di fratellanza e amicizia tra i personaggi. Non desideriamo fare un presepe religioso che si contrapponga ad altre religioni, abbiamo un atteggiamento aperto. Siamo per il clima natalizio e, questo nostro sogno, non deve essere visto come un’esibizione che possa infastidire chi vive in maniera modesta, ma come un momento positivo.

* Carmelo Messina, ex dirigente IRI, poi dirigente RAI e fondatore di una importante società di consulenza internazionale è oggi Presidente della Fondazione Vulci.

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