Se fate un viaggio in Albania non potete non visitare Berat, la città delle mille finestre, tra quartieri storici e antichi castelli ne rimarrete affascinati e paicevolmente coinvoilti.
Un viaggio in Albania che si rispetti dovrebbe prevedere una tappa nel delizioso paese storico di Berat, che oltre ad avere un borgo considerato dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità, è il posto ideale dove vivere l’Albania rurale, senza rinunciare alle comodità e ai servizi di una cittadina di medie dimensioni ed alla scoperta dei suoi borghi e angoli nascosti.
Berat, dove musulmani e cristiani vivono in pace, frase che descrive la cittadina alla perfezione.
La prima cosa che dovete sapere, e che noterete, di Berat è che il suo centro storico è diviso in due (in verità c’è una terza parte di città vecchia, chiamata Kalaja, che è quella sulla collina del castello): Gorica è la parte cristiana della città, mentre attraversando il fiume arriverete a Mangalemi (riconoscere i due quartieri è facile: sulla collina che sovrasta Mangalemi c’è l’imponente Castello di Berat), storicamente la zona musulmana di Berat.
La divisione è comunque solo indicativa in quanto dall’una e dall’altra parte troverete, chiese, moschee, rovine che testimoniano come in realtà la commistione tra le due religioni sia davvero profonda e non si possa risolvere in una dicotomia dall’una e dall’altra parte del fiume Osum. Basti pensare ad esempio che all’interno del Castello Ottomano troverete anche rovine di chiese bizantine.
Il castello di Berat, detto Kala, è uno dei più grandi monumenti storici dei Balcani, si tratta di un’enorme fortezza nei pressi del Fiume Osum. La struttura del castello è molto particolare, presenta una forma triangolare e si inserisce talmente bene nel contesto naturalistico che, guardandola dal basso, sembra essere parte integrante della collina e della città.
L’edificazione della fortezza risale, probabilmente, al Basso Impero ma fu fortemente danneggiata dai Romani nel 200 a.C. In seguito il castello venne rinforzato nel V secolo sotto l’imperatore Bizantino Teodosio II.
Un muro di cinta composto da ben 24 torri circonda l’intera collina. All’interno dell’area del castello, in epoca passata, erano presenti 14 piccole chiese, di cui ne rimangono solo alcune ancora visitabili, tra cui la Chiesa di S. Triadhës risalente alla fine del XIII secolo e la Cattedrale della Dormizione che è stata trasformata nel Museo di Arte Medievale. La costruzione di questo edificio risale alla fine del XVII secolo ed è un bellissimo esempio di architettura ottomana, caratterizzato da una struttura a tre cupole.
All’interno del castello potrete visitare anche il Museo Icona Onufri che espone alcuni bellissime opere di arte religiosa prodotta in Albania. Al di fuori del perimetro del castello si trova la Chiesa di S. Mëhillit, risalente al 1300: si tratta di una particolare costruzione che combina, con grande maestria, le tecniche di costruzione europee con quelle bizantine.
Il Museo Etnografico di Berat si trova nella salita che dalla parte nuova della città vi porta al castello.
Già la storia dell’edificio che ospita il museo risulta di per sé caratteristica, trovandosi esattamente sul sito di quella che un tempo fu l’abitazione di Enver Hoxha, il dittatore comunista che detenne il potere in Albania dal 1944 sino al 1985. La casa fu però distrutta nel 1966 da un incendio e al suo posto venne ricostruito l’edificio attuale, concepito secondo il modello della casa tradizionale di Argirocastro, riprendendo – se non addirittura ricopiando – alcune delle caratteristiche architettoniche tipiche delle abitazioni vicine.
Ne è derivata così una casa di ben quattro piani, tutti aperti al pubblico, dove sono stati esposti oggetti di stampo antifascista almeno fino al 1991, anno in cui fu ufficialmente trasferita qui l’esposizione del Museo Etnografico. L’allestimento interno è senza dubbio ciò che vi colpirà maggiormente. Tutte le stanze sono infatti arredate e decorate con sfarzosi oggetti domestici, costumi tradizionali e pregiati manufatti tipici dell’abitazione di una ricca famiglia di commercianti di Argirocastro del XIX secolo.
Le fondamenta di questo monastero sono state costruite nel 1282 per iniziativa dell’imperatore bizantino Andronico II Paleologo di Bisanzio. Gli affreschi risalenti al 1744 e le opere murali dei famosi pittori Kostandin e Athanas Zografi da Kor si trovano intatte all’interno della chiesa.
E’ un importante sito archeologico. Il famoso oratore romano Cicerone, stupito dalla bellezza di Apollonia la chiamò nelle sue Filippiche, magna urbs et gravis – una grande e importante città. Fondata nel 6° secolo a.C, da coloni greci provenienti da Corinto e Corcyra, l’antica città si trova a 11 chilometri a ovest della città moderna di Fier.
Bylis è stata la più grande città nel sud di Illiria, ma nonostante questo fatto, è stata menzionata relativamente tardi da storici e geografi antichi. Le sue pareti hanno una lunghezza di 2250 metri su una superficie di 30 ettari. Nel 49-48 a.C. la città si arrese alle forze di Cesare e servi successivamente come base per il suo grande esercito.
A circa 30 km ad ovest di Berat sono stati trovati tracce della città antica di Dimalion di 18 ettari (a 444 metri sopra il livello del mare) tra cui case, strade e piazze. Nel 1° secolo d.C. la città perse la sua importanza ed è diventato solo una base militare romana.
La vicina montagna di Tomorri offre bellissimi sentieri per il trekking e alla sua cima puoi visitare un Tekke, luogo di culto per i credenti Bektashi. Non perderti la Cascata di Bogova tra Berat e Corovoda.
Per arrivare a Berat, si passa obbligatoriamente da Durazzo nel caso si arrivi da nord e da Valona se da sud. Se viaggiate dall’Albania, raggiungere una delle due città con un autobus o un furgon è abbastanza semplice, diversamente dall’estero arrivano regolarmente in Albania anche aerei e traghetti.
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