Sul golfo di Napoli si staglia un meraviglioso castello, Castel dell’Ovo sorge sull’ isolotto di tufo, Megaride. La sua storia risale alla metà del VII secolo a.C., quando sull’isolotto sbarcarono i Cumani, che fondarono Partenope, che venne rifondata come Neapolis alla fine del VI secolo a.C. La città venne fondata sul retrostante Monte Echia, incorporando un centro abitato più antico, che venne poi identificato come la Palepolis (città antica).
Proprio qui, durante la dominazione romana, fu costruita la villa del patrizio Lucio Licinio Lucullo (I sec. a. C.), una meravigliosa opera architettonica fatta di parchi e fontane, dotata di una ricchissima biblioteca, di allevamenti di murene e di alberi di pesco importati dalla Persia, una novità a quei tempi. La sua fortificazione avvenne sotto Valentiniano III e ospitò il deposto ultimo Imperatore di Roma, Romolo Auguro nel 476.
Nel Medioevo un’altra opera di fortificazione venne compiuta dagli stessi napoletani per far fronte alle invasioni barbariche.
Il castello subì numerosi interventi di restauro nel corso dei tempi, il suo aspetto originario è andato in parte perduto. I lavori cambiarono la struttura del forte normanno, che divenne il teatro delle orge delle due regine Giovanna I e Giovanna II, le quali secondo la tradizione popolare avrebbero fatto buttare a mare i loro amanti occasionali.
Durante il periodo angioino ed aragonese, la struttura architettonica del castello subì una drastica trasformazione fino a raggiungere lo stato in cui oggi la vediamo.
Il nome deriva da un’antica leggenda popolare che risale al Medioevo. La leggenda narra che il grande poeta latino Virgilio, considerato ai tempi anche un mago, nascose nelle segrete dell’edificio un uovo incantato all’interno di una caraffa piena di acqua, protetta da una gabbia di ferro. L’uovo, a detta del mago, aveva il potere di mantenere in piedi l’intera fortezza, la sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli.
Durante il XIV secolo, al tempo di Giovanna I, il castello subì ingenti danni a causa del crollo parziale dell’arco sul quale è poggiato e, per evitare che tra la popolazione si diffondesse il panico per le presunte future catastrofi che avrebbero colpito la città, la regina dovette giurare di aver sostituito l’uovo.
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