Qualche giorno fa due miei cari amici mi hanno chiesto di portarli in un posto speciale, per loro sconosciuto ma per me molto amato. Un piccolo borgo medievale, romantico, un museo a cielo aperto, dove il tempo non sembra mai esser passato. A soli 120 km dalla capitale, in provincia di Viterbo, sorge arroccata su un altopiano la cosiddetta “città che muore” Civita di Bagnoregio. Una città afflitta da frane, terremoti, erosioni che oggi censisce solo 7 abitanti.
Ogni anno 7 cm di terra franano nel burrone sottostante e dopo il terribile terremoto del 1695 che colpì la cittadina la maggior parte delle persone sono scappate per trovare una via di fuga senza più tornare. Civita nel Medioevo era 3 volte più grande di ciò che possiamo ammirare oggi, ma il tempo e l’erosione del fiume che scorre intorno alla valle hanno ridotto notevolmente la struttura del borgo.
Per arrivare al borgo dovrete attraversare prima il comune di Bagnoregio, nel cuore della Tuscia viterbese, seguire le indicazioni per Civita, frazione di Bagnoregio e parcheggiare l’auto in via Bonaventura Tecchi, salire poi lungo la strada a piedi.
Prima di giungere al ponte potrete ammirare la statua posta dall’amministrazione di Bagnoregio e poi continuare la vostra camminata. La suggestiva vista del ponte dall’alto che collega questo incantato e incontaminato borgo medievale non potrà che lasciarvi senza fiato. Per questo motivo, armatevi di macchinetta fotografica perché ad ogni passo vi troverete di fronte ad un panorama mozzafiato.
Civita di Bagnoregio è una delle culle della cultura italiana arroccata e collegata da un ponte di 300 metri che si affaccia sulle valli e calanchi scavati da millenni di erosione, fino ad arrivare alla Porta Santa Maria. In passato c’erano 5 porte per entrare nella città, ma con il continuo smottamento si sono rese inagibili e sono state chiuse.
Oltrepassato il ponte vi troverete catapultati nel periodo Medioevale, tutto curato nel minimo dettaglio, uno scenario che abbraccia la civiltà etrusca, tipica della regione Lazio, che affascina e resta nel cuore di qualsiasi passante.
Arriverete alla “Città che muore” attraversando vicoli stretti, troverete solo pochi negozi di souvenir e cortili dai balconi fiorati ben tenuti, un dramma per gli abitanti che devono scendere in città anche per i bisogni primari, vista l’assenza di supermercati, ferramenta, calzolai…
Il centro è concentrato nella Piazza San Donato, dove sorge la chiesa principale, magnifica architettura viterbese con all’interno un crocifisso in legno realizzato in area fiamminga alla fine del XVI secolo. Il punto più suggestivo del paese è il Belvedere, una piazzetta che si affaccia sullo strapiombo della valle dei Calanchi.
Ci sono solo 7 abitanti oramai, ma questo borgo è diventato un centro turistico per eccellenza e le 10.000 mila visite al giorno registrate nel 2019 lo dimostrano. Il turismo è diventato la più grande forma di sostentamento della città. Le diverse locande e bad and breakfast nati per ospitare un numero ridotto di turisti permettono al paese di poter crescere e ai geologi di dedicarsi agli studi preservando il territorio.
Dal 2017 Civita è stata la prima città ad addebitare 5 euro ad ogni visitatore, ma questo di certo non ha fermato il milione di turisti di questo anno. Un numero importante di persone che hanno transitato in questo borgo cosi antico e già frastornato dalle intemperie di questi ultimi decenni contribuendo all’erosione di ben 30 cm di territorio in soli 5 anni.
Camminando troverete il Museo Geologico delle Frane, che fornisce ai turisti informazioni sul passato geologico della città.
Una città che deve essere risaltata, mantenuta e riconosciuta nel tempo, ed è proprio per questo che Civita sta cercando di conseguire l’attribuzione del titolo di patrimonio mondiale dell’Unesco, per formalizzare il paesaggio e la resistenza della città contro la natura.
Potrete trascorrere una giornata piacevole, perdendovi fra i vicoli del borgo, gustando qualche pietanza tipica umbro-laziale, sorseggiando del vino e della tipica birra artigianale.
Durante la nostra visita a Civita di Bagnoregio abbiamo trovato ristoro nell’Arco del Gusto, una piccola bottega tradizionale che ci ha deliziato il palato con dei taralli alla curcuma, delle focacce speciali e della birra della casa decisamente stravagante.
Non c’è un periodo migliore per visitarla, anche perché noi l ‘abbiamo trovata incantata e splendida pur con un cielo poco sorridente, ma ci sono diversi appuntamenti come il Palio della Tonna (prima domenica di giugno e seconda domenica di settembre), Civita Cinema (dal 24 al 28 giugno), Civit’arte (ad agosto), Festa della Castagna (ottobre), il Presepe Vivente (nel periodo natalizio) che la renderanno ai vostri occhi sicuramente ancora più magica.
Ps: Quando andai per la prima volta da bambina mia mamma mi disse: Sara oggi ti porto a vedere la nostra piccola Muraglia Cinese 🙂
Leggi anche:
“Viaggio in Giordania: Petra, alla scoperta della variopinta città rosa“
“Viaggio in Africa: il mio viaggio tra i sapori del continente“
Siamo una giovane realtà editoriale e non riceviamo finanziamenti pubblici.
Il nostro lavoro è sostenuto solo dal contributo dell’editore (CuDriEc S.r.l.) e dagli introiti pubblicitari. I lettori sono la nostra vera ricchezza. Ogni giorno cerchiamo di fornire approfondimenti accurati, unici e veri.
Sostieni Moondo, sostieni l’informazione indipendente!
Desidero inviare a Moondo una mia libera donazione (clicca e dona)
GRATIS!!! SCARICA LA APP DI MOONDO, SCEGLI GLI ARGOMENTI E PERSONALIZZI IL TUO GIORNALE
La tua opinione per noi è molto importante.
Viaggiare è uno dei modi migliori per scoprire nuove culture, immergersi in paesaggi mozzafiato e…
L'isola del Giglio, appartenente alla Toscana, è una perla del Mar Tirreno che offre ai…
La nuova edizione di Carrara Studi Aperti mira alla riscoperta del territorio ai piedi delle…
Se si pensa all’estate, tra le mete italiane in cima alla wishlist c’è la Sicilia:…
Studenti all'estero e visti: la situazione attuale e gli scenari futuri in Olanda, Australia, Canada…
Viaggiare è una delle attività più belle e gratificanti che possiamo fare. Che si tratti…