Quante volte vi siete ritrovati in un luogo straniero, un po’ spaesati e guardandovi intorno fra la folla di una piazza, nella quiete di una spiaggia, nell’ordine di un museo, avete esclamato la medesima parola “ANCHE LORO SONO ITALIANI!”
Sono un assistente di volo e da anni giro il mondo, posso assicurarvi che dall’imbarco, al vestiario, dal volo all’atterraggio riconoscere un italiano è un gioco da ragazzi!
L’Italia è moda, ma come si può abbandonare il marchio in vacanza? La scarpa richiama il golfino arrotolato sulle spalle , la pashmina al collo anche se alle Maldive ci sono 40 gradi con il 70% di umidità, la polo il colletto alzato giusto per darsi un tono e lo zaino versatile per un giro in città o una giornata in spiaggia è marchiato Invicta o Estpak.
Per la sera l’uomo tassativamente in camicia e la donna ha con se una borsa o una pochette firmata di qualche noto stilista, che sia vera o falsa è un dettaglio, l’importante è ostentare!
Se poi non riuscite a riconoscerlo per questo, tranquilli, è quello che fa il furbetto alle file! Per entrare ai musei, alla fermata del pullman, in farmacia, se vedete una fila rettilinea di persone che aspettano il proprio turno e qualcuno si insinua parallelamente, tranquilli, ha decisamente sangue italiano!
Poi magari il tatuaggio “Made in Italy” è l’inequivocabile ciliegina sulla torta.
La cucina rende il nostro stivale amato in tutto il mondo, quindi perché abbandonarlo proprio in vacanza? Forse perché l’espresso non sarà mai quello che amate bere a Posillipo, la pizza più che mozzarella di bufala avrà quella di Zebù e l’unica cosa al dente della vostra pasta sarà la dentiera del ristoratore.
Quando poi sale a bordo per intraprendere il tanto atteso viaggio vacanze è imbattibile. Inizia nel salire dalla scala posteriore con il posto assegnato alla 3 A, valigie, borsette, il cuscino già gonfiato, viveri di sopravvivenza e chi più ne ha più ne metta.
Alcuni diventano esperti del mestiere e ci deliziano con battute sull’aviazione, sul pieno del carburante o si accertano dello stato psicofisico dei piloti.
Durante il volo sono dotati di radar incorporato perché già dando un occhio dal finestrino sanno cosa e a che velocità stiamo sorvolando. C’è chi vede le Bermuda per arrivare alle Mauritius!
Una cosa divertente è giocare con la loro informazione geografica.
La maggior parte si reca in agenzia e prenota la vacanza, non è importante se dove stanno andando è periodo di cicloni o pieno inverno, il pacchetto é conveniente e quello basta.
Che Zanzibar sia in Tanzania penso lo sappia il 15% dei vacanzieri.
Nella compilazione delle carte di sbarco si sottolinea anche la loro padronanza linguistica per qualsiasi forma di lingua straniera, si aggiunge la S per lo spagnolo e si fanno versi strani per l’inglese, il resto è noia.
Mentre si passa in cabina con il cibo, attenzione a prendere sonno, possono essere le 2 di notte, potreste aver mangiato antipasto, pizza, dessert, caffè in aeroporto qualche minuto prima, ma il vostro compagno/a vi sveglierà comunque dandovi una bottarella e sussurrando: “Ehi c’è da mangiare, cosa bevi?”
Potreste non rispecchiarvi totalmente in questa grossolana descrizione, potreste essere stati bravi nel salire dalla parte giusta senza fare troppe battute, trascorso il volo riposando, perché non eravate così affamati, ma per il 99,9% dei casi non potete non cedere all’ultimo cliché. Quando il carrello scende, le ruote toccano l’asfalto e si è giunti a destinazione la frenesia vi assale, la ragione svanisce, il buon gusto si sotterra e l’applauso è contagioso.
Non ho mai capito se è per la liberazione di essere arrivati vivi, per complimentarsi con il pilota rinchiuso da una porta blindata o per riattivare la circolazione bloccata da queste 12 interminabili ore trascorse in classe economica.
Ma comunque vada è BELLO Essere Italiani!
Sara Berettoni
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