Si tratta di aree circolari prive di vegetazione circoscritte da un anello di erba alta e distribuiti in maniera irregolare nel deserto della Namibia meridionale. Sembrano avere un vero e proprio ciclo vitale, non sono perenni ma durano all’incirca dai 24 anni ai 75 anni quelli più grandi.
La leggenda tramandata tra la popolazione degli Himba del nord della Namibia, narra che i cerchi siano un fenomeno nato per mano divina. Sarebbero le impronte del loro Dio Muruku che porta la pioggia e guarisce i malati. Invece un’altra leggenda dice che i cerchi delle fate sono creati dai respiri di un drago che vive sottoterra, il gas velenoso sale in superficie e uccide le piante nei cerchi.
Nel corso degli anni sono state fatte tante ipotesi al riguardo senza mai giungere ad una conclusione. Le più accreditate sono due: una affermava che i cerchi fossero l’opera di termiti del sottosuolo che mangiavano le radici dell’erba. Mentre la seconda diceva che le erbe autoctone che avrebbero raggiunto alti livelli di auto-organizzazione in un ambiente inospitale come il deserto.
Recentemente però il mistero sembra essere stato risolto. A quanto pare a disegnare questi particolari cerchi nel deserto sono una combinazione di vari di vari fenomeni e non ce n’è una che prevale sulle altre.
Secondo Korina Tarnita e il gruppo di ricercatori che ha pubblicato il lavoro su Nature, le termiti della Namibia si nutrono effettivamente delle radici delle piante che stanno sopra il loro nido e questo distrugge la vegetazione superficiale. I confini tra una colonia di termiti sono segnati invece dalle aree erbose intatte.
Così la competizione tra le colonie di insetti della stessa specie e l’auto-organizzazione delle piante, spiega la formazione di questo particolare fenomeno.
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