I famosi Monasteri delle Meteore sono situati vicino alla cittadina di Kalambaka, al bordo nord occidentale della pianura della Tessaglia. Sono 24 monasteri, ma solo 6 sono stati recuperati e possono essere visitati, dopo essere stati per anni abbandonati. Si trovano in cima a pareti a picco di roccia. Furono edificati con enormi sacrifici e difficoltà ed erano a quei tempi raggiungibili solo con scale a pioli o con sistemi a carrucola. I loro nomi sono San Nicola, Santo Stefano, Santa Trinità, Gran Meteora, Roussanou, Varlaam.
Il nome “meteora” significa “sospeso in aria“, cioè, che sta in alto. La montagna del luogo è formata da numerose torri naturali di rocce alte fino a 400 m, modellate nel tempo dall’acqua e dal vento. Su alcune di queste torri gigantesche, con pareti a picco, furono costruiti sicuramente con molte difficoltà, i monasteri chiamati, appunto, Meteore.
La montagna, per questa sua particolare conformazione rocciosa unica al mondo, è oggi meta di scalatori provenienti da ogni parte. Fino al secolo scorso, i monasteri erano raggiungibili solo con scale a pioli o con sistemi a carrucola. Oggi ci sono scale in muratura o scavate nella roccia, la cui salita è impegnativa ma non molto faticosa. Può essere fatta in circa 10 minuti. Il panorama è molto suggestivo. L’ingresso è a pagamento e per le donne sono a disposizione dei teli da indossare a mo’ di gonna per coprire le gambe scoperte o i pantaloni.
Questi monasteri della chiesa ortodossa furono costruiti da religiosi eremiti, i primi dei quali abitarono e pregarono in comunità dentro alle caverne della montagna, intorno agli anni 950 e 1300 soprattutto allo scopo di difendersi dai turchi. Le rocce delle meteore venivano allora scalate tramite delle impalcature sostenute da numerose travi fissate nella montagna che furono rimpiazzate in seguito da lunghissime e vertiginose scale di corda.
I religiosi che non osavano servirsi di queste scale di corda per paura, per l’età avanzata o perché sofferenti di vertigini, venivano tirati su dai loro compagni tramite un verricello dentro ad una rete che spesse volte girava paurosamente in cerchio nel vuoto. Questa rete veniva anche usata per trasportare alimenti e generi di prima necessità.
Vicino i monasteri scorre un fiume trasparente dove in estate si può nuotare ammirando le Meteore.
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