Uno dei castelli meglio conservati d’Italia, una rocca di epoca scaligera unico punto di accesso per il centro storico di Sirmione in Lombardia, sul Lago di Garda. Ecco il Castello Scaligero.
Il castello Scaligero è un’antica rocca conservata meravigliosamente, circondata dalle acque del Lago di Garda che risale al XIII-XIV secolo durante l’epoca degli Scaligeri da cui prese il nome. E’ un’imponente costruzione difesa da tre torri e dal mastio alto 47 metri, testimonianze lampanti dell’architettura di epoca scaligera caratterizzata dalle merlature a coda di rondine.
Accedere al centro storico diventa molto suggestivo, quasi sembra essere tornati indietro nel tempo quando si attraversa il ponte levatoio e si arriva sulla sommità delle mura dalle quali è possibile godere di una meravigliosa vista sulla darsena, che un tempo ospitava la flotta scaligera.
Il Castello Scaligero probabilmente sorge sui resti di un’antica fortificazione romana. Fu Leonardino della Scala, podestà di Verona, ad ordinare la costruzione della fortezza. Il castello nacque con lo scopo di essere un punto di difesa e di controllo portuale, visto che Sirmione si trovava in una posizione di confine ed era quindi maggiormente esposta agli attacchi dei nemici. Nel tempo subì numerose aggiunte a livello architettonico, in particolare quando passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia nel 1405, che volle implementare le strutture difensive.
Nonostante il passare dei secoli il castello giunge a noi in perfette condizioni, questo lo rende uno dei siti più visitati del Paese, merito della sua bellezza e del suo fascino antico.
A renderlo ancora più suggestivo è la leggenda che aleggia intorno alla storia del castello.
“Si narra che tanto tempo fa nel castello vivesse un ragazzo di nome Ebengardo con la sua innamorata Arice: i due giovani trascorrevano una vita serena, fino a quando il loro amore venne interrotto da un tragico episodio. Durante una notte tempestosa chiese riparo nel castello Elalberto, un cavaliere Veneto proveniente dal territorio feltrino. La coppia ospitò il cavaliere che però, rimasto sbalordito dalla bellezza della fanciulla, durante la notte la raggiunse nella sua camera. Arice iniziò a gridare spaventata e Elalberto la pugnalò. Nel frattempo Ebengardo corse nella stanza dove trovò Arice senza vita, fu così che, accecato dalla rabbia, si impadronì del pugnale e uccise Elalberto.
La leggenda vuole che ancora oggi, nelle notti di tempesta, si possa vedere l’anima di Ebengardo vagare per il castello alla ricerca di Arice.”
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