Monumenti

Kek Lok Si, il tempio più grande della Malesia tra sacro e profano

In un Paese dalle mille culture come la Malesia, i templi fioriscono numerosi manifestando tutta la loro potenza architettonica e spirituale. Il tempio buddista di Kek Lok Si è il più grande della città e del Paese, qui cultura e religione si fondono in un’opera maestosa.

Il tempio più grande della Malesia

Kek Lok Si domina la collina Ayer Hitam di Geroge Town sull’isola di Penang e, come ho già accennato, è il tempio più grande della Malesia.

Kek lok si, Penang (karolinapatryk.com)

La nascita Kek Lok Si si deve a Beow Lean, un monaco buddista cinese della provincia del Fujian, che era giunto a Penang nel 1887. Pochi anni dopo il suo arrivo iniziò la costruzione del tempio e venne scelta una collina ai margini della città come location. Il tragitto in salita culmina con un luogo di culto dalle proporzioni gigantesche, dai colori accesi e prorompenti e dall’oro che incontrastato decora ogni elemento.

Kek lok si. Photo credit: Dario Albani

Una volta tolte le scarpe si può entrare nella prima grande sala delle preghiere, ampia e luminosa. Tra fumi di incenso e alberi colorati da nastri custodi di preghiere, ci si perde in un luogo così lontano da noi.

Nel tempo ha conosciuto numerose espansioni ed ora il sito religioso è famoso per una grande pagoda, la più alta della Malesia. Dedicata a Rama VI (un monarca thailandese, buddhista) è stata nominata “Pagoda dei 10.000 Buddha”, per via delle innumerevoli statue di alabastro e di bronzo del Buddha che ospita al suo interno. La particolarità risiede anche nell’aspetto architettonico perché elementi cinesi si vanno ad unire con quelli dell’architettura thailandese. Un perfetto simbolo del sincretismo religioso e culturale del Paese.

Photo credit: Dario Albani

Una piccola città intricata di ponti, tettoie e scalinate si intreccia lungo il pendio della collina e ci porta fin sotto la pagoda del tempio. Alla base troviamo un giardino con un laghetto artificiale chiamato “Stagno delle Tartarughe Sacre”, perché abitato da centinaia di tartarughe. Nella tradizione cinese, infatti, questo animale è un simbolo di longevità, forza e pazienza.

Risalire la pagoda dal suo interno vuol dire scalare i piccoli e stretti scalini che si snodano verso l’alto. Arrivata in cima ho potuto ammirare tutta la città coperta da un grigiore malinconico a tratti squarciato dai raggi del sole che trapassavano le nuvole. Ma la vista viene rapita da un’altra costruzione ancora più possente ed enorme. Si tratta di una statua in bronzo raffigurante la divinità buddhista Kuan Yin o il “Buddha della Misericorda”. La statua è alta 30 metri e si trova nella parte più alta di Kek Lok Si. Per visitarla è necessario pagare e si può raggiungere anche tramite funivia.

Photo credit: Dario Albani

Davanti a tale maestosità lasciano interdette alcune aree che di spirituale hanno ben poco. Per accedere al tempio e al laghetto bisogna passare attraverso veri e propri mercati, pieni di souvenir di ogni genere. Una contraddizione alquanto lampante, ma dimostra come il sacro e il profano siano parte integrante di molte realtà dell’oriente.

Il tempio è in continua espansione ed ogni anno è meta di numerosi pellegrinaggi e di turisti curiosi. Molti fedeli giungo qui durante le cerimonie legate a Kuan Yin, durante il Vesak e, naturalmente, in occasione del Capodanno cinese. Per i 30 giorni successivi a quest’ultimo, il tempio viene ornato da migliaia di luci e rimane aperto fino a notte.

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