Venezia è una delle città più famose d’Italia e del mondo, è ricca di arte, di storia. Inoltre è patria di scienziati e navigatori! Ma non tutti sanno che esiste una Venezia che di storia ne ha vista tanta, ma di cui si parla poco. Anche se non famoso come Piazza San Marco è comunque un luogo magico: si tratta del Ghetto Ebraico.
Il Ghetto Ebraico di Venezia è un luogo che di cose da raccontare ne ha molte: a partire sicuramente dal nome stesso. Il termine “Ghetto”, infatti, ha origine proprio qui a Venezia. Nella prima metà del ‘500 Venezia fu travolta dall’arrivo in massa di numerosi Israeliti. Per questo motivo, il 25 marzo del 1516, il Senato dovette emanare una legge per la quale tutti gli Ebrei dovessero vivere nel “Ghetto Nuovo”.
Il ghetto era situato nel “sestiere” che ospitava le fonderie di rame, che i veneziani chiamavano in dialetto “geto” (gettata in senso di colata). Gli Ebrei storpiarono questo termine pronunciandolo “ghètto”, nome che poi fu utilizzato in tutta Europa per indicare le zone destinate a loro. Come per gli altri ghetti anche questo era una zona blindata e chiusa da alcune barricate.
Nel corso del ‘500 il ghetto, oltre ad assistere ad un sovraffollamento di popolazione, vide la nascita delle 5 Sinagoghe che tutt’ora testimoniano la presenza storica degli Ebrei a Venezia.
Partendo dalla stazione Santa Lucia di Venezia, in pochi minuti ci si ritrova nel sestiere di Cammaregio che ospita il ghetto. Il Ghetto Ebraico di Venezia è praticamente un isolotto a cui si accede attraversando dei ponti che, in passato, venivano chiusi con delle cancellate da mezzanotte all’alba.
L’ingresso del ghetto è segnato dal Sotoportego De Gheto. Attraversandolo la prima cosa che si nota sono le case: costruzioni alte e strette, furono fatte così perché si aveva bisogno di molte abitazioni in poco spazio (in alcuni momenti la popolazione ebraica nel ghetto raggiunse i 5000 abitanti). Lasciandosi il sotoportego alle spalle si viene travolti da odori e profumi intensi che avvolgono, trascinando verso la piazza del ghetto. Camminando, si è circondati da piccole botteghe artigianali, ma, a differenza del centro di Venezia, si possono tranquillamente percorrere i vicoli, senza essere risucchiati dal caos dei turisti.
Altro elemento distintivo del ghetto è l’impressionante silenzio che percorre tutte le strade, questa atmosfera trasmette un senso di tranquillità. Una volta entrati non sembra neanche più di stare a Venezia: è una città nella città.
Se decidete di fare un viaggio a Venezia, dovete assolutamente inserire nell’itinerario il Ghetto Ebraico. All’interno del ghetto ci sono diversi punti storici dove andare: prima di tutto bisogna soffermarsi a leggere la Lastra che elenca tutte le punizioni subite dagli Ebrei. Infatti, nel ‘500 anche se convertiti ormai al cristianesimo, alcuni continuavano a praticare i riti ebraici e per questo venivano puniti.
Proseguendo nella passeggiata nel ghetto si trovano le 5 Sinagoghe erette nel corso della seconda metà del ‘500, testimonianza reale della presenza storica di questo popolo: Scuola Spagnola, Scuola Italiana, Scuola Ganton, la più antica sinagoga veneziana la Scuola Tedesca, la più bella sinagoga di Venezia Scuola Levantina.
Inoltre si può visitare il Museo Ebraico, nel quale sono esposti manoscritti, documenti e oggetti risalenti al periodo in cui c’era il comune ebraico di Venezia. Presso il museo, inoltre, si può prenotare il tour guidato del cimitero ebraico sul Lido.
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