Omonima della nostra più familiare Venezia, la Venice losangelina è tutto ciò che ti aspetti e non ti aspetti. L’energia sprigionata da questo quartiere a ovest di Los Angeles ti arriva addosso come un’onda travolgente impossibile da contrastare. Non puoi far altro che lasciarti trascinare e coinvolgere in quel turbinio di acque movimentate, anche se a tratti sembra mancarti il fiato. La mia prima volta qui è stata così, ma ho deciso di abbracciare tutto ciò che aveva da offrire nel bene e nel male.
Venice è uno dei punti nevralgici di tutto il flusso turistico di Los Angeles, grazie alle numerose attrazioni che catalizzano l’attenzione su questo quartiere lungomare. Ha la fama di essere alternativa, dalle sfumature hippie anni ’70, dotata di una grande personalità (anzi più di una) e dove la “stranezza” è di casa e non ha paura di manifestarsi in ogni sua forma.
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L’audacia di chiamare questo posto come la più ben nota città italiana, fu di Abbot Kinney che nel 1905 decise di fondare una città sul modello rinascimentale della Serenissima con tanto di canali e gondole, e farla diventare un polo turistico importante. Il progetto si poté definire compiuto solo negli anni ’20, ma in seguito alla scoperta del petrolio, l’inquinamento dei canali e un incendio che distrusse il molo, iniziò il declino del quartiere. Negli anni ’80 venne ripresa in mano la situazione e si attuò un piano di recupero, ora Venice vanta una zona residenziale ambitissima ed un lungo mare popolare in tutto il mondo.
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Venice Beach è sicuramente il cuore vivo del quartiere, ricordata per aver dato i natali alla rock-band californiana The Doors fondata da Jim Douglas Morrison e Ray Manzarek.
La giornata qui è fatta di spiagge immense e di sabbia finissima che neanche riesci a portare a casa come souvenir dopo una lunga giornata di mare. È fatta di un sole caldo e piacevole, che si nasconde dietro il vento fresco del mare per lasciare le sue tracce sulla pelle bruciata.
Le palme incorniciano il paesaggio alte e snelle come da copione, e tra di loro si snoda un via vai infervorato di persone che si destreggiano tra una bancarella e l’altra, sbirciando nei negozi di tatuaggi, e annusando il profumo del mare che si confonde con gli odori dei food trucks troppo cari.
Sotto l’ombra improvvisata di qualche tenda, ombrellone o gazebo, sfilano lungo Venice Beach Boardwalk gli artisti di strada che tentano la fortuna con le loro doti di pittori, musicisti, intrattenitori, veggenti o semplicemente offrendo ai passanti più ironici “pessimi consigli” o “perle di non saggezza”.
Passeggiare su questo folle lungomare è sia divertimento che un atto di coraggio perché vedi frecciare attorno a te in tutte le direzioni, skater, bicilette, monopattini elettrici, e pattinatori che avvertono del loro arrivo con musica a tutto volume sprigionata dalle casse attaccate al collo come collane. Tutti qui si sentono liberi di condividere con gli altri la loro personale colonna sonora della giornata, e così la strada diventa un miscuglio di sonorità contrastanti ma allo stesso tempo esaltanti.
Venice Beach non è solo un covo di artisti sfortunati, ma anche un focolaio di atleti emergenti che si cimentano in campionati di basket, in prove di forza bruta alla Muscle Beach, culla di famosi bodybuilder e attori come Arnold Schwarzenegger, e in salti acrobatici a bordo di una tavola da surf tra le onde o di uno skate allo Skate Park.
Io, affascinata da questa ossessiva cultura dello skate che domina le strade californiane, sono rimasta ore a seguire con lo sguardo queste tavole munite di piccole rotelle che danzavano lungo le pareti ripide e ondulate delle pool. Ancora più esterrefatta quando a guidare quello spericolato arnese c’erano piccolissime bambine di appena cinque o sei anni che, corazzate dalla testa alle ginocchia con protezioni varie, sfidavano con coraggio la pista sulla scia degli skaters più esperti.
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Mentre da una parte vedo zigzagare l’eccentricità o lo smarrimento personificati in qualche povero viandante in cerca di cibo, riparo dal sole o semplicemente qualcuno con cui sfogare le proprie frustrazioni esistenziali; dall’altra guardo come fosse una puntata di una serie tv, il ligio lavoro dei lifeguards che, senza cedere alla minima distrazione, tengono sotto controllo il mare e la spiaggia dalla loro iconica torretta celeste chiaro, decorata dal rosso salvagente che penzola dal tetto pronto all’uso, da qualche gabbiano incurante di tutto e dai turisti che si avvicinano il più possibile per qualche foto ricordo in stile Baywatch.
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Venice oppone al tuo tumultuoso lungo mare e alla sua spiaggia affollata, zone residenziali, tra le più desiderate della città, attraversate dai famosi canali che le hanno dato il nome di battesimo. Lussuose e costose abitazioni dagli stili architettonici particolari, immerse nella pace di questa piccola oasi colorata di fiori, piante e palme, dove si succedono graziosi ponti bianchi che uniscono le sponde lungo le quali galleggiano piccole imbarcazioni private.
Qui c’è tanto da fare e da vedere se si vuole passare una giornata all’insegna della spensieratezza e del divertimento. È inutile dire che se avete programmato un viaggio a Los Angeles, Venice è una di quelle mete imperdibili senza aver visto la quale non si può dire di essere stati in California.
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