Sentirsi a casa ovunque non è da poco. Il mio viaggio cominciò all’incirca 11 anni fa.
Tutto ebbe inizio nella grande terra, l’Africa.
Magica. Un connubio di colori caldi, alberi bassi, emozioni, tramonti che lasciano senza fiato, bambini che sorridono per poco, cose semplici.
Quando sentite parlare di “mal d’Africa” non è una frase fatta, ma nostalgia reale, viscerale, è la gioia che contrasta la malinconia negli occhi della gente. Un popolo che aspetta di essere salvato, ma per alcuni versi viaggia armoniosamente a proprio ritmo, lento e profondo.
Un continente gigantesco per poter essere vissuto nella sua totalità, ma che racchiude in ogni angolo peculiarità rare da scovare altrove.
Il Kenya è la mia seconda casa, forse perché è stato il mio primo atterraggio all’età di 20 anni, forse perché ingenuamente mi sento sicura anche passeggiando da sola, forse perché conosco molti di loro.
Mi hanno accolto nelle loro case, ho assaporato le loro pietanze, quei sapori forti, un po’ speziati. La ingera ( una sfoglia sottile e molle fatta con il tef, un cereale), il fufu ( una polenta a base di manioca, mais, miglio…) i samosa , il riso che sostituisce il pane, il pollo saka- saka accompagnato dal dongo- dongo, una spezia locale, il pesce fresco alla brace, i loro dolci a base di cocco, banana e goyaba. Ho mangiato dimenticando le posate e leccandomi le dita.
Ho abbandonato il mio tacco in valigia passeggiando a piedi nudi. Ho visitato molte scuole e orfanotrofi strapieni di bambini che non vogliono altro che i nostri sorrisi, qualche caramella da regalare con parsimonia, cantare a squarciagola le loro canzoni e ammirare esterrefatti il nostro colorito biancastro e quei morbidi capelli lisci come spaghetti.
L’ Africa è il viaggio che non potete non fare nella vita.
Io atterro in questa terra più o meno 20 volte all’anno ed oltre ad apprezzarne i colori caldi come il fuoco, la Savana, la paura di avere un leone che mangia la sua preda a pochi passi da me, il calore nell’aria, riesco a staccare la spina a respirare, accantonando ansie, frenesie e agitazioni che sono i pilastri della nostra irrazionale quotidianità.
Naturalmente attenzione!
In paesi di estrema necessità dove il turismo è entrato a gamba tesa c’è sempre chi cerca di approfittarne, e il turista che atterra felice è visto agli occhi di alcuni come un piccolo bancomat da prosciugare.
So che non è semplice, ma a volte dovete riflettere prima di elargire soldi, cambiate la moneta locale principalmente in aeroporto per capire la valuta, confrontate i prezzi prima di partire per un safary che si aggira intorno alle 200 euro per una notte fuori( con vitto alloggio e tour nel parco). Io mi affido sempre ai beach boys ( i ragazzi sulle spiagge) per escursioni in catamarano, grigliate sulla spiaggia, ma naturalmente fatelo cercando di capire chi avete davanti, se vi chiedono troppi soldi non sono le persone giuste che amano condividere con voi la loro terra, ma cercano di approfittarsi della vostra inesperienza africana.
Ovunque andiate portate un anti zanzare, ricordate che siete ospiti a casa loro e al calar del sole potreste ricevere un’accoglienza poco gradita.
Per il mio lavoro e i frequenti viaggi in Africa non posso vaccinarmi contro la malaria, ma se avete intenzioni di addentrarvi all’interno, nelle zone meno protette e bonificate vi consiglio prima di partire di consultare il medico per un eventuale profilassi anti malarica e un vaccino da febbre gialla.
Bere tanto, preferibilmente senza ghiaccio e fare attenzione alle verdure crude, potreste rischiare di fare una brutta figura a cena rifiutando un loro piatto, ma se ne faranno una ragione!
Portate a casa qualche spezia locale, l’olio di cocco ottimo per cibi, capelli lucenti e massaggi. I loro braccialetti e portachiavi di legno fatti a mano, perché gli africani sono ottimi artigiani. Respirate profondamente cercando di catturare a pieni polmoni la porzione maggiore di energia che solo quella terra è in grado di regalare, cogliete la consapevolezza, la gioia di vivere con poco e con il sorriso negli occhi non dite mai ADDIO, ma un semplice A PRESTO AFRICA…
LINGUA LOCALE: SWAHILI
JUMBO : CIAO
HAGARI GANI: COME VA?
WAKARIBISHWA : BENVENUTI
POLE POLE: PIANO PIANO
HAKUNA MATATA: NESSUN PROBLEMA
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