A pochi minuti di auto da Milano e a soli 17 km da Lecco si trova Olgiate-Molgora, un piccolo Borgo di origine rurale. Poco distante, introdotta da un viale di pioppi, si trova la villa Sommi Picenardi, immersa nel verde, circondata da fitte siepi e da alberi centenari, nel grande giardino all’inglese che si estende di fronte alla villa. Il giardino custodisce tre alberi monumentali, protetti dal Ministero dell’Agricoltura. Un platano di 190 anni, un chamaecyparis o falso cipresso, il più grande che ci sia in Italia, e un faggio di oltre 110 anni.
Villa Sommi Picenardi, edificata agli inizi del 700 dalla famiglia Sala è composta da un corpo centrale e da due brevi ale laterali che danno alla villa una forma a “u”, tipica delle ville di delizia del 700 lombardo, cioè le ville che venivano utilizzate per trascorrere le vacanze estive.
La storia per questa dimora è quella di uno scrupoloso amore per la conservazione delle sue bellezze, da parte inizialmente della famiglia Sala, poi dei marchesi Sommi Piecenardi.
Non si hanno nomi e date su chi pensò, disegnò e decorò la villa. L’unica informazione certa risulta essere la data che appare sul frontespizio della cappella, 1702. Il complesso è stato costruito in stile Barocchetto-Lombardo e, a differenza di molte altre dimore storiche, non ha subito nel corso dell’800 alcuna modifica, mantenendo quindi ad oggi lo stile originale.
Situata tra due giardini visitabili dal pubblico, quello all’inglese costruito in un secondo momento e l’altro all’italiana, la Villa è come se separasse due mondi. Uno rigoglioso e verde, che sembra voler separare e proteggere la dimora dal mondo esterno. E l’altro, il giardino secreto, cesellato nella pietra e nei cespugli di bosso.
All’ingresso della villa, appare una sala azzurra, decorata con stucchi che illustrano le attività e gli svaghi della vita di campagna. L’arredamento di questa sala, come quello delle altre, è connotato dalla dimensione agreste della villa: tessuti decorati con fiori e ghirlande intagliate nel legno dei divani e tavolini.
Dopo aver percorso il corridoio, a sinistra vi è la sala dei ricevimenti, e a destra la sala da pranzo. Quest’ultima rifatta nel 1887 in stile vittoriano e celebrata in presenza della Regina Margherita. Le pareti sono ricoperte di un tessuto in seta ricamato e dipinto a mano in cui sono raffigurati pappagalli, tulipani, foglie, rami intrecciati e altri decori floreali.
Nella sala dei ricevimenti colpisce il soffitto a cassettoni, decorato con motivi floreali. Così come sono floreali i decori delle porte, i tessuti di arredo e le ante interne delle finestre.
Per accedere alle stanze del piano superiore, si sale uno scalone realizzato in pietra e ferro battuto. Anche nelle stanze da letto è stato tutto perfettamente conservato nel tempo. Così come la cucina, in cui non solo sono stati conservati gli utensili ottocenteschi e i tegami in rame. Ma anche la vecchia cucina a carbone che è stata rifatta tale e quale a quella originale, trasformandola in una cucina a gas.
Infine vi è la cappella, eretta insieme alla villa nel 1702. Fino a circa 30 anni fa, ospitava ancora gli abitanti di Olgiate che venivano a seguire la messa ogni domenica mattina.
I giardini sono visitabili e ciò che colpisce l’occhio del visitatore è la sensazione che il tempo sia stato clemente, mantenendo perfettamente intatto un gioiello appartenente ad epoche precedenti, senza distruggere e disperdere le bellezze che la villa racchiude. Anzi, facendole invecchiare lentamente, mantenendole vive e restituendo al visitatore la sensazione di vivere in un luogo che ancora appartiene al passato, a cavallo fra il 700 e l’800.
Tra i ricordi della famiglia Sommi Picenardi, è fortemente presente la memoria di un’antenata dalla personalità molto forte, vissuta fra 800 e il 900, donna Mina Sala, colei che destinò ai Sommi Picenardi l’eredità della villa.
Se vuoi approfondire la conoscenza di questa splendida Dimora storica, Villa Sommi Picenardi, ti consigliamo di guardare il video, in collaborazione con marcopolo.tv.
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