Ayers Rock al primo sguardo suscita meraviglia e stupore perché si tratta della più imponente formazione rocciosa in Australia, nonché una delle più grandi del mondo. Uno spettacolo della natura dai mille colori e avvolto da misteriose leggende.
Ayers Rock, non è il vero nome di questo massiccio, il nome originale è Uluru, e si staglia per circa 320 metri rispetto al territorio circostante. Ha un’altezza di 864 metri sul livello del mare e ha un diametro di circa 8 km. E’ circondato dalla superficie completamente piana del bush (termine che indica sia la prateria che la boscaglia australiane). Si trova nel Northern Territory, nel Parco nazionale Uluru-Kata Tjuta, 450 km a Sud-Ovest della città di Alice Springs. La formazione rocciosa è visibile anche a decine di chilometri di distanza.
Ayers Rock è il vero simbolo dell’Australia, divenuta nota per la sua forma e il suo colore.
Se da lontano appare quasi liscia, in realtà nasconde caverne, sorgenti, pozze e antichi dipinti. La particolarità meravigliosa che caratterizza la roccia è che a seconda delle diverse ore della giornata, sembra cambiare colore. Al sorgere e al tramontare del sole la presenza di alcuni minerali, come i feldspati, provoca un riflesso della luce rossa, che può diventare anche oro e ambra, e lo rende fantastico.
Quello che le migliaia di visitatori vedono ogni anno, però, è solo un ventesimo della roccia, la maggior parte della quale è nascosta sotto terra. Uluru Ayers Rock, infatti, misura 380 metri di altezza, ma ben 7 chilometri sono sotto la superficie terrestre. E’ come un gigantesco iceberg fatto di roccia arenaria anziché di ghiaccio. Inoltre non è un solo monolite, ma è formato da altre due montagne: Kata Tjuta e il Monte Conner. Infatti, la formazione rocciosa è composta da un enorme blocco di roccia arenaria molto più grande. E, soprattutto, non è solo “pietra”, ma è costituita in larga parte di ferro, la cui ossidazione contribuisce a rendere acceso il suo colore.
A Uluru sono legate molte leggende che colorano la mitologia delle popolazioni aborigene del luogo. Secondo questi miti, Tatji, la Lucertola Rossa, giunse a Uluru e lanciò il proprio boomerang, che si piantò nella roccia. Alla ricerca del suo “kali”, lasciò numerosi buchi rotondi sulla superficie.
Un altro mito è quello dei due fratelli uccelli, bellbird, impegnati a cacciare un emù, che fuggì verso Uluru. Qui due uomini lucertola dalla lingua blu lo uccisero e lo macellarono. Quando i due bellbird chiesero loro dell’emù, dinanzi alla proposta di un misero pezzo di carne, li arsero vivi. Buche e cadaveri carbonizzati spiegherebbero così la forma attuale del gigantesco Uluru. Ma chissà quante altre storie mitiche ruotano attorno a questa incredibile roccia.
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