Quello del Franciacorta è un paesaggio vinicolo pieno di storia e fascino, in cui la viticultura è praticata sin dall’anno 1000. Oggi, col toponimo Franciacorta possiamo riferirci a ben tre soggetti: Vino, Territorio, Metodo produttivo.
In epoca medioevale la zona era una corte franca “francae curtes” esente dal dazio, infatti i suoi abitanti in cambio, si occupavano della manutenzione delle strade che collegavano Iseo a Brescia, un itinerario lungo il quale merci pregiate giungevano alla città. Ad oggi l’area del Franciacorta si estende per 250 km quadrati e comprende 19 comuni.
Dolci colline verdeggianti costellate di piccoli borghi immersi in un paesaggio agrario storicamente di pertinenza di antiche dimore e conventi. La prossimità del lago Iseo a nord e del fiume Oglio che costeggia ad ovest, apportano l’azione mitigatrice e le correnti fresche della Valle Camonica assicurando alla vigna le condizioni ideali al suo suolo morenico, poco fertile ma molto drenante.
La natura e l’uomo hanno plasmato nei secoli questo territorio a vocazione vinicola (80% Chardonnay e restante 20% Pinot Nero e Pinot Bianco). Permettendo la nascita di un fenomeno enologico consacrato dal disciplinare produttivo che il mondo intero conosce come: Metodo Classico.
Una cantina che non ha bisogno di presentazioni. Quella delle cantine Berlucchi è una storia che all’epoca, parliamo della seconda metà del ‘900. In solo poche decadi, vede nascere e crescere questo territorio vinicolo considerato “nuovo”. L’intuizione di Franco Ziliani insieme alla figura nobile di Guido Berlucchi si unirono per spiegare le ali verso un’avventura di gusto che avviò la rivoluzione enologica nel Franciacorta. E nel 1961 la Guido Berlucchi & C. sigillò 3’000 bottiglie di Pinot di Franciacorta.
Proprio quella prima bottiglia della vendemmia ’61 è ancora conservata in una nicchia sotterranea della sua cantina storica, emblema di quella avventura cominciata negli anni cinquanta, fino ad arrivare al nuovo millennio sotto la guida di Cristina, Arturo e Paolo, figli di Franco Ziliani.
Le vigne di proprietà e quelle dei sui conferenti selezionati sono ufficialmente convertite all’agricoltura biologica dal 2016 e sono gli stessi agronomi Berlucchi a dare le indicazioni sulle cure da apportare al vigneto e alle uve, al fine di raggiungere uno standard qualitativo comune durante la vendemmia. Inoltre l’azienda è sensibile alla salvaguardia delle risorse idriche. E’ per questo che in 10 anni l’impiego di acqua è stato ridotto del 50% grazie a bacini di raccolta delle acque meteoriche strategici.
L’azienda, inoltre, aderisce al progetto Ita.Ca per il monitoraggio delle emissioni di anidrite carbonica attraverso l’istallazione di impianti fotovoltaici che sopperisce al 35% del suo fabbisogno energetico.
A dieci metri sotto terra si aprono agli occhi del visitatore le mura suggestive della cantina fatta scavare nel Seicento dagli antenati di Guido Berlucchi. Pietra e legno locale regalano un fascino dato dai secoli passati che apportano ancora più spessore a questo luogo così importante. Qui, tra gallerie e nicchie, le bottiglie trovano un ambiente e clima ideale per il loro affinamento.
Un viaggio nel Franciacorta è caratterizzato anche da un’importante impronta culturale e artistica che negli anni ha visto la collaborazione di importanti artisti di fama internazionali, legarsi a collaborazioni locali per riuscire nel progetto di promozione del territorio e paesaggio, inteso nel senso più ampio e alto del termine.
E’ così che un esempio viene dato dalla Berlucchi in occasione della celebrazione del nuovo millennio. Chiedendo all’artista e scultore contemporaneo Arnaldo Pomodoro di creare un’opera d’arte che potesse vestire la bottiglia del 2000. Il risultato sta in una edizione limitata, numerata, di una Cuvée Vintage riservata ai più attenti conoscitori.
Questa collaborazione sottolinea ancora una volta la sensibilità e lo spirito timoniere di questa azienda a cui questa regione deve molto sul panorama vinicolo non solo internazionale.
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