Ci troviamo in Val d’Ega, nel comune di nova Levante in provincia di Bolzano (Alto Adige). Qui è possibile ammirare un affascinante lago alpino con acqua color smeraldo e dai riflessi di mille colori grazie ai quali il lago di Carezza prende anche il nome di Lago dell’Arcobaleno. Ma c’è una spiegazione più profonda che racconta il motivo del suo nome. Scopriamo insieme la leggenda che si nasconde dietro la storia del lago di Carezza. Ma soprattutto scopriamo nel dettaglio le meraviglie che si nascondono in questo angolo di paradiso Made in Italy.
I colori unici al mondo di questo lago alpino nelle cui acque si specchia la catena montuosa del Catinaccio, hanno da sempre aspirato leggende e suggestioni. La leggenda narra che Ondina, la ninfa che abitava queste acque, un giorno, fece innamorare con la sua voce lo stregone di Masaré che la sentì cantare. Allora lo stregone decise di conquistarla e, chiese aiuto alla strega di Langwerda, che gli suggerì di recarsi dalla ninfa al Lago di Carezza travestito da venditore di gioielli e di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar. Ondina rimase attratta dall’arcobaleno ma, accorgendosi della presenza del mago, si immerse di nuovo nelle acque del lago. E da allora non fu più vista da nessuno.
Lo stregone su tutte le furie fece in mille pezzi l’arcobaleno e lo gettò nel lago. Da quel giorno il lago assunse tutti i colori dell’iride.
Il Lago di Carezza è una delle mete più gettonate del Trentino Alto Adige, non solo per le sue acque cristalline ed il suo paesaggio mozzafiato, circondato da un fitto bosco di abeti e protetto dal gruppo montuoso dolomitico del Latemar. Ma questa zona è da molti anni molto amata dagli escursionisti e, nei mesi più freddi, dagli appassionati di sport invernali.
Inoltre, il lago è frequentato anche da sommozzatori che si immergono nel fondale ed effettuano volentieri le loro riprese subacquee sotto uno spesso strato di ghiaccio e registrano nei documentari i giochi di colori delle acque sotterranee. Attorno al lago è percorribile un sentiero attrezzato, ma non è consentito accedere alle sue rive.
La mattina presto e la sera tardi, con i colori dell’alba e del tramonto, il contrasto tra l’imponenza del Latemar, il verde degli alberi e l’acqua del lago crea un panorama magnifico.
A differenza di molti altri laghi, il Lago di Carezza non ha emissari visibili, ma è alimentato da sorgenti sotterranee che scorrono dalle cime del Latemar. A secondo della loro portata, il lago cambia aspetto. Il livello delle acque varia a seconda della stagione. Il livello più alto si raggiunge nella tarda primavera, grazie allo scioglimento della neve, con 22 m di profondità. Quello più basso, invece, si raggiunge in ottobre, con appena 6 m di profondità. In inverno, invece, il lago è ghiacciato e coperto con uno strato di neve.
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