La Francigena è una delle vie romee che dall’Europa e soprattutto dalla Francia conducevano fino alla città eterna. Ma non si fermava lì bensì proseguiva fino in Puglia, da dove i viandanti e i crociati si imbarcavano per raggiungere la Terrasanta.
Un tempo l’Italia era consumata da questo viavai religioso: l’antica terra d’Israele, però, non era l’unica meta. Vi erano anche Santiago de Compostela, in Spagna, e la Tomba di Pietro, a Roma.
È del X secolo la prima testimonianza, con tanto di documentazione scritta, che racconta di un viaggio da Canterbury a Roma. Il protagonista è il Vescovo Sigerico che, mossosi per ottenere il paramento liturgico, detto Pallio, dal Papa in persona, percorse la Via Francigena tracciando con tale diario di viaggio anche la mappa del percorso.
Oggi, quello che un tempo veniva definito pellegrinaggio, è indicato come cammino lento. Non c’è più solo la componente spirituale a muovere chi percorre la Via Francigena ma soprattutto un rinnovato stile di vita. Una rigenerazione del corpo e della mente.
Si cammina per tanti motivi e quando si ascoltano i passi ognuno trova il suo. Non c’è una legge scritta. Si incontrano tantissime persone lungo la propria strada tuttavia questo è uno di quei lunghi viaggi che si preferisce fare da soli. In silenzio, per ascoltarsi.
Intorno alla Francigena sono nate tante città e strade che l’avevano inglobata fino quasi a farne perdere traccia. Ma i camminatori, nel ricercare i percorsi, si sono spesso imbattuti in questa antica via e pian piano ne è nata una rete che l’ha riportata alla luce fino ad acquisire, nel 1994, il titolo di Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa.
Alla base di questa attività, che registra un movimento di passaggi giornaliero incredibile, soprattutto tra la primavera e l’estate, c’è stata l’attenta valutazione da parte delle istituzioni che hanno quindi reso possibile la fruizione creando strutture di riferimento.
Sono nati lungo il tratto italiano i B&B, gli Ostelli, le locande del pellegrino, i punti informativi e quelli addetti alla timbratura delle credenziali, iniziative di pulizia dei sentieri e la diffusione del la bisaccia del pellegrino.
Il turismo generato dallo spostamento dei nuovi viandanti è un turismo sano che prima di ogni altra cosa fa nascere un concetto che era a sola cura degli albergatori e dei tour operator: l’Ospitalità.
In questa nostra epoca anche il singolo cittadino si trova a confrontarsi con gli stranieri e senza esserne troppo cosciente fornisce loro una sistemazione, gli offre il cibo buono, gli indica cosa vedere, dove andare, lo accompagna con la propria macchina nei luoghi a cui sono interessati.
Insomma chi cammina non ha riscoperto solo una vecchia via ma ha innescato nei cittadini ospitanti un vero e proprio senso di solidarietà.
Quest’anno tra l’altro il Festival Europeo delle Vie Francigene la lanciato il tema “Cammino. Il cibo dell’anima”, uno slogan con cui invita, chiunque riesca a coniugarlo, ad aderire con eventi locali.
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