Ebbene si, se anche tu conosci Via Veneto come la via della “Dolce Vita”, devi sapere che proprio qui viene ospitato un luogo a dir poco particolare e suggestivo: la Cripta dei Cappuccini di Via Veneto, oggi musealizzato. Pronto per iniziare questo macabro tour?!
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La Cripta dei Cappuccini si trova all’interno della chiesa di Santa Maria dell’Immacolata Concezione, una delle tante splendide chiese barocche della Capitale. Ma la sua cripta si distingue dalle altre, in quanto conserva un “monumento funebre” unico al mondo. Sin dalla fine del ‘500, i sotterranei della chiesa venivano usati dai cappuccini per seppellire le spoglie dei frati. Negli anni, venne quindi accumulato un enorme quantitativo di ossa e teschi che, verso la metà del ‘700 vennero utilizzati per decorare in modo macabro e suggestivo le pareti degli ambienti della cripta.
E’ possibile ammirare lampadari, colonnine, archi e molti altri elementi realizzati interamente con le ossa umane (tibie, peroni, femori, anche, vertebre…). Non mancano poi scheletri interi, vestiti con il saio, pronti ad accogliere il visitatore di turno!
Questo mosaico celebrativo della morte è composto dai resti di oltre 3.700 persone e la sua visita lascia di certo il segno anche agli occhi del visitatore più coraggioso. Entrando, si incontra prima di tutto la cripta della resurrezione. Le sue volte sono decorate da costole e vertebre in stile francese.
Nella cripta dei teschi l’occhio va subito sulla clessidra alata, simbolo del breve tempo terreno e, sotto di essa, cinque scheletri vestiti: tre che pregano e camminano, due coricati in delle nicchie. Ciò sta a significare che la vita è in costante cammino e preghiera, prima della morte.
Sul soffitto della cripta dei bacini campeggia un rosone formato da sette scapole con pendagli di vertebre. Mentre nella successiva sala delle tibie e dei femori appare una volta decorata con tondi di mandibole ornati di vertebre e due grandi motivi floreali ai lati formati da scapole con pendagli di vertebre.
La cripta degli scheletri è un omaggio alla famiglia Barberini. I tre scheletri presenti e i teschi alati che recano in mano appartengono infatti a membri della famiglia. Al centro della stanza, in un ovale, è chiuso lo scheletro della “principessa Barberini” che impugna una bilancia e una falce, sempre realizzate con ossa umane.
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