L’Italia è un paese estremamente affascinante. Vanta un patrimonio culturale e naturalistico di tutto rispetto, tanto da far invidia al resto del Mondo. Ci sono luoghi incantati che lasciano il visitatore letteralmente a “bocca aperta”. In particolare vi voglio parlare dei tre meravigliosi e incantati laghi Alpini delle Dolomiti. Non sono grandissimi, e tanto meno navigabili, ma la loro particolarità è di abbellire ulteriormente il paesaggio incantato che li circonda. Riflessi di luce, acque cristalline, profumi intensi ed il “rumoroso” silenzio, rendono questo posto unico.
Situato a 1500 m sul livello del mare, ai piedi del maestoso Croda del Becco e immerso nel Parco Naturale Fanes-Senes-Braies, questo lago alpino è circondato dalle gigantesche Dolomiti. Le sue acque sono turchesi, con una leggera sfumatura di verde smeraldo. Questo lago è di origine franosa. Ha una profondità media 17 metri, alimentata da sorgenti naturali, dovute dallo scioglimento dei ghiacciai in estate. Tutto in torno, gira un sentiero praticabile anche dai meno esperti, dove è possibile ammirare in ogni forma e colore questa meraviglia della natura.
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“Una volta le montagne di Braies erano abitate da selvaggi, che non erano né malvagi né cattivi, ma venivano chiamati così a causa del loro aspetto. Questi selvaggi trascorrevano il loro tempo cercando oro e pietre preziose, la cui lucentezza essi amavano sopra ogni cosa. Non solo commerciavano la merce preziosa, ma creavano con essa anche diversi oggetti. Dopo qualche tempo, arrivarono dalla valle i pastori per far pascolare il loro bestiame sui meravigliosi prati verdi e fioriti intorno al Lago di Braies. Vennero così in contatto con i selvaggi, i quali mostrarono ai pastori i loro tesori, e continuarono a regalare loro anche collane o anelli fatti a mano. Ma lo scintillio dell’oro divenne un’ossessione per i pastori, che diventarono sempre più avidi.
Questa avidità divenne vera e propria bramosia e così cominciarono a derubare i selvaggi. I selvaggi si infuriarono e cercarono di difendere i loro tesori, essendo superiori ai pastori come forza. Tuttavia i pastori erano molto più scaltri e così riuscirono a rubare sempre più oro e pietre preziose. Per difendere i loro possedimenti i selvaggi videro solo una soluzione: aprirono le fonti sotterranee, che si unirono formando una vasta superficie d’acqua e inghiottendo le loro ricchezze. Il lago così formato separava la valle dei pastori dalle montagne dei selvaggi, e dato che il lago era stato creato dai selvaggi, fu chiamato “Lago Selvaggio”. La valle da cui provenivano i pastori era la Valle di Braies, ed è per questo che il lago è denominato il “Lago (selvaggio) di Braies”.” (altapusteria.com)
Il lago di Carezza, risulta essere nella classifica delle “10 meraviglie naturali d’Italia”. Situato a pochi chilometri da Bolzano. Il lago è noto per avere un acqua talmente limpida che durante alcune ore del giorno riesce a riflettere come se fosse uno specchio il paesaggio circostante. Le maestose Dolomiti del gruppo Latemar fanno da scenario a questo favoloso lago alpino. I raggi del sole che sbattono perpendicolare sulle montagne dolomitiche, vanno a riflettersi sull’acqua del lago, regalandoci un gioco di luci da rimanere a bocca aperta.
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“Molti anni fa nel Lago di Carezza viveva una ninfa di particolare bellezza che con il suo canto melodioso deliziava tutti i viandanti che salivano al passo di Costalunga. Un giorno anche lo stregone di Masaré la sentì cantare e si innamorò della ninfa. Egli usò tutti i suoi poteri per conquistare la fatina del lago senza riuscirvi. Così lo stregone chiese aiuto alla strega Langwerda che gli consigliò di travestirsi da venditore di gioelli, di stendere un arcobaleno dal Catinaccio al Latemar e di recarsi quindi al Lago di Carezza per attirare la ninfa e portarla con sé.
Così fece: stese il più bell’arcobaleno mai visto sino ad allora tra le due montagne e si recò al lago, ma dimenticò di travestirsi. La ninfa rimase stupita di fronte all’arcobaleno colorato di gemme preziose. Ma ben presto si accorse della presenza del mago e si immerse nuovamente nelle acque del lago. Allora non fu più vista da nessuno.
Lo stregone, distrutto dalle pene d’amore, strappò l’arcobaleno dal cielo, lo distrusse in mille pezzi e lo gettò nel lago. Questa è la ragione perché ancora oggi il lago di Carezza risplende tutti gli stupendi colori dell’arcobaleno, dall’azzurro al verde, dal rosso all’indaco, dal giallo all’oro.” (suedtirolerland.it)
Tra i laghi alpini c’è il lago di Anterselva, un’altra opera meravigliosa di madre natura. Come tutti i laghi alpini i giochi di luce sono talmente affascinanti da rimanere a bocca aperta. E’ un piccolo lago con una profondità massima di ben 38 metri. Situato nel Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina in Val Pusteria. Circondato da una fittissimo bosco di Abeti. e Maestose montagne dolomitiche. Nel periodo estivo è possibile ammirare la sua bellezza, percorrendo un sentiero che gira tutto intorno in poco più di un’ora e mezza. Durante il percorso è possibile trovare dei Bunker, costruiti a difesa del territorio italiano da un’ipotetica invasione delle truppe tedesche.
“Nelle immediate vicinanze del lago di Anterselva c’erano una volta tre masi. I contadini avevano un cuore duro e non aiutavano i poveri. Un giorno di festa passò di lì un mendicante e chiese l’elemosina ai contadini, i quali però gli diedero solo del pane ammuffito. Il mendicante, amareggiato, andandosene disse ad ogni contadino: “Tra pochi giorni dietro alla tua casa zampillerà una piccola fonte. Attento a quello che farà!”. I contadini risero e non diedero retta al mendicante. Quattro giorni dopo, però, dietro ad ogni casa iniziò a sgorgare acqua dal terreno. Di giorno in giorno la quantità d’acqua aumentò ed allagò l’intera zona. Ebbe così origine il lago di Anterselva” (vivosuedtirol.com)
Ora, non vi resta che preparare le valigie e partire. Vedere con i propri occhi tale meraviglia vi sembrerà di vivere in una favola dei fratelli Grimm.
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