Oltre 40 luoghi di culto persi tra natura e paesaggi incantevoli. Definita da Francesco Petrarca la “Domus Christi”, ecco un’avventura attraverso gli eremi: benvenuti sulla Majella, madre degli Abruzzi.
L’antico luogo tra sacro e profano immerso nella natura tra le cime rocciose e i sentieri nascosti tra la vegetazione. La Majella, oltre alla sua spettacolare natura è ricca di luoghi di culto e di storia. In passato è stata la zona di rifugio di Papa Celestino V nel tentativo di allontanarsi da Roma, oggi Parco Nazionale. Al suo interno si trova Guardiagrele una cittadina ricca di riferimenti storici-medievali discendenti dalla sua storia. Questi luoghi sono, inoltre, patria di molti artigiani dell’arte sia sacra che profana. Grazie ad alcuni sentieri e passi più o meno semplici da affrontare, si possono raggiungere gli Eremi che sono stati costruiti nella Majella. Dal loro fascino architettonico alla loro ricca storia, questi eremi attirano sia turisti di stampo religioso ma anche curiosi visitatori amanti di passeggiate tra i monti. Partendo dalla Valle Giumentina, presso Abbateggio, un paese in provincia di Pescara, si possono raggiungere gli Eremi che storicamente ospitarono Papa Celistino V durante la sua fuga da Roma.
L’Eremo di San Bartolomeo in Legio è stato costruito a circa 610 m sul livello del mare. L’Eremo di San Bartolomeo in Legio è stato restaurato dal futuro Papa Celestino V, Pietro da Morrone. Ad oggi si presenta perfettamente conservato, entrando si può ancora ammirare una parte di affresco raffigurante Cristo e la Vergine Maria. L’interno dell’eremo è altrettanto interessante. Esso, infatti, ospita una statua lignea di San Bartolomeo e dal retro dell’altare, attraversando una porticina si può vedere il luogo di preghiera di Papa Celestino V.
Riscendendo per circa 1 km il Sentiero dello Spirito, si va verso le località “3 fossi” e “Piana Grande”. Attraverso questa via si raggiunge l’Eremo di Santo Spirito. Ad accogliervi in questa location assai suggestiva ci sarà un lungo viale che conduce alla costruzione. Anche in questo caso si potrà godere di un panorama magnifico: si potrà osservare l’intera vallata sottostante ricca di scorci selvatici e verdi boschi. Entrando all’eremo si può dapprima visitare la piccola chiesetta, dopodiché, da un’entrata laterale si può accedere all’oratorio della Maddalena. I primi cenni storici riguardanti l’eremo risalgono a circa l’anno Mille, quando il Papa Vittore III, insieme ad altri eremiti, restarono a dimorare in queste costruzioni. Intorno al 1500, con il Monaco Pietro Santucci da Manfredonia, l’eremo è diventato Badia. Il monaco ha apportato delle modifiche alla costruzione originale creando le scale che conducono all’oratorio.
L’eremo di San Giovanni all’Orfento è tra tutti quelli presenti su questo territorio, sicuramente, il più suggestivo. Quest’eremo, difatti, è una grotta! Situato nella valle dell’Orfento, è interamente scavato nella roccia al di sopra di una vera e propria caverna. Tra tutti, questo è stato il luogo più apprezzato da Pietro da Morrone, colui che poi è diventato il Papa del Gran Rifiuto. Pietro da Morrone ha vissuto in questo luogo per diversi anni. Ma non era da solo, qui, infatti hanno dimorato con lui anche due suoi discepoli. In questo luogo, grazie alla sua posizione e conformazione, infatti gli eremiti riuscivano a raggiungere uno stato di tranquillità che poteva elevarli spiritualmente, facendoli sentire più vicini a Dio. Proprio per il suo fascino creato dalla quiete e dal silenzio che lo circonda, l’eremo oggi è un luogo per escursionisti e viaggiatori in cerca di pace e contatto con la propria spiritualità e natura. A differenza degli altri raggiungere questo luogo è assai complicato, dovendo attraversare rocce assai impervie.
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