Nel mezzo dell’Atlantico a metà strada tra la verde Norvegia e la misteriosa Islanda, si trovano le Isole Faroe (Fær Øer). Si tratta di un arcipelago di 18 isolette: un vero e proprio paradiso naturale. Queste isole si presentano con un paesaggio immerso nel verde tra i colori dell’oceano e la natura tipica della montagna. È un luogo in cui la vita scorre lentamente, assieme ai ruscelli e lungo i vasti prati verdi accarezzati dal vento. Il paesaggio naturale è sicuramente uno dei motivi per cui vale la pena visitare le isole. Per un viaggio nelle isole è consigliato scegliere un periodo che va da maggio a settembre. Volendo però evitare le folle, si consiglia di partire tra la fine di aprile e giugno.
Tutto nelle isole racconta una storia, partendo dalla capitale Tórshavn il cui nome significa “porto di Thor”. Tórshavn è situata a sud dell’isola di Streymoy, tra le colline Húsareyn e Kirkjubøreyn. Le sue origini risalgono al X secolo ed è considerata la capitale più antica del nord Europa settentrionale. In questo luogo, infatti, i primi a giungere sono stati i Vichinghi che utilizzavano queste terre come punto d’incontro per trattare di questioni commerciali.
Altro sito che bisogna assolutamente visitare è il luogo su cui si erige la statua di Selkie – la donna foca. La statua appare al visitatore in tutta la sua bellezza e maestosità, collocata in fondo ad una ripida scalinata che finisce in una suggestiva scogliera.
Secondo la leggenda, Selkie apparteneva a delle creature marine che uscivano in mare, in una sola notte all’anno, per togliere la pelle da foca che li ricopriva, mostrando la loro forma femminile, e danzare sulla spiaggia. Colui che durante tale notte fosse stato in grado di rubare la pelle di foca ad una di loro l’avrebbe avuta in sposa.
Una notte un uomo riuscì a prendere la pelle di Selkie che divenne, quindi sua moglie e madre dei suoi figli. Anche se donatasi completamente all’uomo, Selkie ogni notte tornava sulla spiaggia ripensando al suo amato, rimasto nell’oceano. Una notte la donna riuscì a fuggire dal pescatore tornando dalla sua famiglia in mare, ma l’uomo, irato per l’abbandono sterminò la famiglia di Selkie. La donna, ferita ed infuriata si vendicò maledicendo l’uomo e tutti i suoi amici, dicendo loro che sarebbero morti annegati o cadendo dai dirupi dell’isola
Finalmente un giorno, mentre il pescatore era uscito, Selkie riuscì a impadronirsi della sua pelle di foca. Si diresse verso il mare fuggendo via dalla vita in cui era stata imprigionata, raggiungendo la sua vera famiglia.
Inoltre, prima di immergersi nei flutti, spense il fuoco che ardeva nella casa e nascose tutti i coltelli. Voleva evitare che l’ira dell’uomo per la sua fuga si rivolgesse contro i loro figli.
La notte successiva, prima del giorno della pesca, l’uomo sognò Selkie che lo implorava di non uccidere il suo compagno e i suoi figli durante la mattanza delle foche. L’uomo ignorò le preghiere di Selkie sterminando la sua famiglia.
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