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Le curiosità da sapere per chi viaggia in Indonesia e la nascosta spiaggia dei surfisti nell’isola di Bali

Bali e la spiaggia dei surfisti

Ho fatto diversi viaggi in quest’ultimo periodo, dalla visita culturale nei più bei borghi d’Italia ad escursioni di un paio di giorni. Il vero viaggio dell’anno è stato quest’estate, in giro per l’Indonesia e la Thailandia.

E’ stata una esperienza bellissima, fondersi nelle varie culture e modi di vivere di queste due nazioni. S’incontrano persone con religioni e modi di fare completamente differenti l’uno dall’altro che girano a spalla a spalla con un rispetto unico, con la voglia di socializzare e aiutarsi reciprocamente.

Vivono la quotidianità sempre con il sorriso stampato in viso. Questo, è quanto mi ha trasmesso questo posto. Paesi, sotto diversi punti di vista poveri ma ricchi di spiritualità e voglia di vivere. Educati e gentili, pronti ad aiutare chiunque.

Uluwatu Beach Cave, il paradiso nascosto dei surfisti

La spiaggia di Uluwatu Beach a Bali, il paradiso dei surfisti. Photo Credit: Robertoman78
La spiaggia di Uluwatu Beach a Bali, il paradiso dei surfisti. Photo Credit: Robertoman78

La prima tappa arrivato a Bali, è stata Uluwatu, meta per eccellenza di surfisti provenienti da tutto il Mondo. Nelle spiagge si sente parlare ogni lingua. Si possono trovare surfisti scrutare l’oceano aspettando l’onda giusta, magari sul tramontare del sole. Ragazzi, ragazze sorridenti con capelli al vento e pelle scottata, fotografi con grandi obbiettivi, pronti ad immortalare il surfista più bravo. Gruppi di ragazzi che incitano i meno bravi tra una birra e l’altra. In pratica un posto surreale. Sembra una di quelle scene da film anni 70/80 dove si raccontano storie di surfisti. Stiamo parlano della meravigliosa spiaggia di Suluban Beach Cave.

Tramonto Uluwatu Beach, Bali. Photo Credit: Robertoman78
Tramonto Uluwatu Beach, Bali. Photo Credit: Robertoman78

Uluwatu è una delle zone più particolari, per chi ama l’avventura, il mare, il senso di libertà, un paradiso per tutti i surfisti. Per dormire, trovi di tutto, dalla Guest House, a grandissimi resort con piscine a sfioro su costiere che si affacciano sul mare. Addirittura molte persone dormono anche in spiaggia, senza che nessuno gli rompa le scatole.

Vi consiglio di muovervi con lo Scooter

Il mezzo di trasporto migliore per muoveri in questo posto è lo scooter. Molti di questi sono attrezzati con una struttura attaccata al telaio per poter trasportare le tavole da Surf.

Scooter con struttura reggi tavola da surf. Photo Credit: HSH Stay
Scooter con struttura reggi tavola da surf. Photo Credit: HSH Stay

Sconsiglio vivamente di noleggiare auto. Le strade sono strettissime, la guida è a sinistra e in sostanza regna l’anarchia. Si supera in ogni posto, dietro la curva, sull’incrocio, sulle strisce pedonali quando si trovano. In pratica se non si è abituati si rischia di farsi male. Non preoccupatevi se senti suonare in continuazione, non è per maleducazione, è il loro modo di avvisare, quasi come se fosse un saluto. Questo riguarda gran parte dell’Indonesia.

Gasoline in bottiglia

Petrol, Gasoline a Uluwatu.
Petrol, Gasoline a Uluwatu.

Un’altra cosa molto curiosa, sono le stazioni di rifornimento. Le aree dove mettere la benzina le trovi soltanto nelle grandi strade di collegamento, mentre all’interno di questi villaggi, paesi e strade secondarie è più facile trovare sul ciglio della strada, scaffali in legno, con allineate bottiglie in vetro contenente carburante. Il prezzo è leggermente superiore e varia a secondo della più o meno distanza dal grande distributore.

Uluwatu Temple

Vista Uluwatu Temple, Bali. Photo Credit: Robertoman78
Vista Uluwatu Temple, Bali. Photo Credit: Robertoman78

Un attrazione e un lookout, da non perdere assolutamente è Uluwatu Temple. Un meraviglioso tempio induista costruito sulla scogliera a picco sul mare. Si raggiunge il tempio attraverso una scalinata che costeggia la scogliera. L’entrata è costituita da un portale in pietra, finemente intagliato che conduce a un ampio spazio centrale. Sulla sinistra si trovano alcuni santuari dedicati a Nirartha.

Ingresso del templi induista a Uluwatu, Bali. Photo Credit: Robertoman78
Ingresso del templi induista a Uluwatu, Bali. Photo Credit: Robertoman78

Al centro c’è il portale di pietra a forma di Monte Meru, la montagna cosmica induista. Alla sommità del portale sono presenti tre pinnacoli ed una testa di Kala, un demone che ha la funzione di allontanare gli spiriti maligni. La zona circostante al tempio è abitata da centinaia di scimmie, famose per importunare i turisti.

Una famiglia di Scimmie della specie Macachi nella zona di Uluwatu Temple. Bali. Photo Credit: Robertoman78
Una famiglia di Scimmie della specie Macachi nella zona di Uluwatu Temple. Bali. Photo Credit: Robertoman78

Non resta che dire che, Uluwatu a Bali è stato uno dei posti più affascinati e particolari che ho mai visto. Un vero paradiso di surfisti.

Continuate a seguirmi, vi continuerò a raccontare le mia esperienza di questo mio lungo viaggio.

Il Castello di Fosdinovo nella Lunigiana custode di una triste leggenda di amore e morte

Nella regione storica italiana della Lunigiana si trova il Castello di Fosdinovo, una dimora antica che nasconde una storia terrificante.

Il Castello dei Malaspina e la sua agghiacciante leggenda

Il Castello Malaspina si trova a Fosdinovo, un paese in provincia di Massa Carrara, è il più grane e il meglio conservato della Lunigiana, regione a cavallo tra Liguria e Toscana ricca di bellezze naturalistiche e architettoniche. La Lunigiana infatti viene anche chiamata la terra dei cento castelli.

castello di fosdinovo
Castello Malaspina (castellodifosdinovo.it)

Puntiamo i riflettori sul castello di Fosdinovo, che ancora oggi è avvolto da un alone di mistero che lo rende affascinante.

Il castello di Fosdinovo è stato residenza principale della famiglia Malaspina dal XIV al XVIII secolo. E’ durante il marchesato di Giacomo Malaspina che ha inizio la nostra storia. La giovane figlia del marchese Bianca Maria Aloisa Malaspina si innamorò perdutamente del figlio di uno scudiero, vista la relazione inopportuna i due amanti iniziarono a vedersi clandestinamente. La tresca amorosa venne poi scoperta e i genitori della giovane fecero di tutto per impedirla. I due però non vollero saperne di separarsi e così vennero puniti. Bianca Maria venne mandata in un convento, ma l’amato trovò il modo di farle visita anche lì, così la giovane venne rimandata al castello e lo scudiero venne cacciato dal paese. Secondo un’altra versione invece il ragazzo venne torturato e poi ucciso. La ragazza non volle mai rinnegare il suo amore e così i genitori decisero di murarla viva in un’ala del castello e vi rimase fino alla sua morte. A farle compagnia nella solitudine c’erano un cane, simbolo di fedeltà, e un cinghiale simbolo di ribellione.

Il Castello dei Malaspina e la sua agghiacciante leggenda

castello di fosdinovo
Castello di Fosdinovo (castellodifosdinovo.it)

Ora se facciamo un salto fino agli anni ’80 risultano impressionanti i resti ritrovati nel castello, in seguito ad un intervento di manutenzione. Si trattavano di ossa di una donna e di due animali.

Ancora oggi si racconta che lo spirito di Bianca Maria Aloisa Malaspina, nelle notti di luna piena, vaghi per il castello insieme ad un cane e ad un cinghiale. Alcuni testimoni addirittura affermano di aver visto il fantasma aleggiare nelle stanze della dimora.

Chi è sensibile alle storie di fantasmi troverà la visita al castello da brividi! Mentre per i più coraggiosi sarà comunque un’esperienza interessante per la bellezza architettonica del castello e la meravigliosa regione che lo ospita.

Il castello dei Conti Guidi di Poppi, uno dei luoghi più macabri d’Italia

Il Castello dei Conti Guidi, si trova in provincia di Arezzo e svetta sul Borgo Medioevale dei Poppi, annoverato tra i borghi più belli d’Italia ma anche tra i luoghi più infestati d’Italia.

Il castello dei Conti Guidi di Poppi, uno dei luoghi più macabri d’Italia

Il castello, oltre a dominare il Borgo di Poppi, s’innalza sul Casentino, una vallata molto suggestiva che merita tutta la nostra attenzione. Il borgo, assieme al castello si trova proprio nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il Castello dei Conti Guidi di Pioppi è una delle principali attrazioni della Toscana, una meta turistica che, durante un viaggio in questa regione del centro Italia non si può perdere.

Oltre ad essere stato scenario di lotte sanguinose, il castello è straordinariamente bello e accoglie una leggenda che affascina e fa discutere.

castello dei conti guidi
Il castello dei Conti Guidi di Poppi, uno dei luoghi più macabri d’Italia (http://www.casentinopiu.it)

Il Castello di Poppi e la leggenda della Contessa Matelda

Si racconta che nel Castello di Poppi vaga ancora il fantasma della Contessa Matelda. Si narra che la bella contessa Matelda ricevesse nelle sue stanze, quasi tutte le sere, un amante diverso. Dopo aver consumato, per evitare che i suoi amanti rivelassero il segreto, li faceva precipitare in un fossato. Qui, ad attenderli c’erano lame affilate o uomini che li torturavano fino alla morte.

Un giorno, però, le donne del borgo si ribellarono a questa situazione, vedendo molti uomini del luogo sparire misteriosamente. Così decisero di murare viva la Contessa Matelda nella torre ribattezzata “Torre dei Diavoli”.

Ancora adesso c’è chi giura di avvertire la presenza della Contessa che, in alcune notti, vaga nei dintorni del castello, alla ricerca di uomini da conquistare.

Altre leggende rendono ancora più misterioso ed affascinante il Castello di Poppi. C’è chi racconta, infatti, che nelle notti di luna piena, nel cortile del castello, dove in passato si combattevano i duelli e venivano seppelliti i combattenti morti, si sentono ancora i rumori delle armi.

Il castello dei Conti Guidi di Poppi

Oltre ad attirare numerosi turisti per le leggende narrate su suo conto che lo rendono misterioso, il castello conserva alcuni tesori. Tra questi, la Cappella affrescata da Taddeo Gatti, allievo di Giotto e circa 20.000 volumi della biblioteca Rilliana.

Il castello dei conti Guidi è un luogo assolutamente da visitare, non solo per la leggenda della contessa Matelda. Ma è imperdibile anche una passeggiata all’interno del Borgo di Poppi che conserva il fascino antico del luogo.

Di chi è Il fantasma che si aggira a Castel Sant’Angelo?

Roma una città che di per sé è avvolta nel mistero, di leggende metropolitane se ne sentono molte, ma una colpisce al cuore. Sai di chi è Il fantasma che si aggira a Castel Sant’Angelo? Ecco la storia di Beatrice Cenci.

Il fantasma di Castel Sant’Angelo

Castel Sant'Angelo
Vista di Castel Sant’Angelo a Roma (foto by pixabay)

Castel Sant’Angelo è uno dei simboli più importanti ed imponenti della città di Roma. Questo edificio, lungo l’arco dei secoli ne ha visti di eventi più o meno drammatici. Passeggiando lungo il ponte del castello e per i suoi corridoi e stanze, possiamo sentire la potenza della storia e degli eventi svolti all’interno dell’edificio. Castel Sant’Angelo, difatti, è stato testimone di tanti eventi che hanno segnato la storia del nostro paese, tanto da far nascere attorno ad esso miti e leggende tramandate da generazione in generazione.

Una di queste leggende riguarda una fanciulla vissuta in un’epoca in cui le donne non avevano molta voce in capitolo. Questa ragazza si chiamava Beatrice Cenci ed era una graziosa fanciulla segnata da una grande tragedia e vissuta alla fine del Cinquecento. Beatrice è la figlia di Francesco Cenci caduta in una trappola che l’ha trasformata nel simbolo dell’ingiustizia.

Attorno alla morte della ragazza c’è da sempre un velo di mistero, sia su come si siano svolti realmente i fatti, sia intorno alla morte della ragazza ed a ciò che accadde poi!  Infatti, secondo alcuni, ancora oggi, a distanza di oltre 500 anni, lo spirito di Beatrice appare tutti gli anni la notte tra il 10 e l’11 settembre, camminando lungo ponte S. Angelo con la propria testa sottobraccio.

La storia di questa ragazza ha colpito molte persone, anche nel campo artistico, tanto da ispirare opere come quelle di Guido Reni, P.B. Shelley, A. Dumas e Stendhal.

Il fantasma di Castel Sant’Angelo: la vera storia di Beatrice Cenci

Beatrice Cenci, passata alla storia come vittima dell’ingiustizia, era la figlia di Francesco Cenci, un nobile dal temperamento violento e dalla condotta assai immorale. Questo comportamento poco consono, spesso, gli ha causato problemi con la giustizia papalina. I Cenci vivevano nella capitale, in un palazzo della metà del XVI secolo, situato nel Rione della Regola. Il palazzo era stato costruito sulle rovine di un precedente fortilizio di epoca medievale.

Francesco Cenci, padre della povera Beatrice, si era trasformato in un vero incubo per i suoi familiari, i quali in più occasioni avevano tentato di denunciarlo alle autorità, ma senza alcun risultato. Beatrice e la matrigna Lucrezia, prese dalla disperazione progettarono l’assassinio dell’uomo, con la complicità dei fratelli Giacomo e Bernardo, il castellano Olimpio Calvetti ed il maniscalco Marzio da Fioran detto il Catalano.

Il corpo di Francesco Cenci venne ritrovato il 9 settembre 1598, con il cranio sfondato, nell’orto della rocca di famiglia di Petrella Salto, in Abruzzo. Durante il processo alla famiglia di Beatrice, l’intera popolazione di Roma si schierò dalla parte della ragazza, conoscendo anche chi fosse realmente il padre. Ma il tribunale papale volle dare una pena esemplare, torturando e giustiziando tutti. Compresa la povera Beatrice che dopo essere stata vittima della crudeltà del padre, lo è stata anche dell’ingiustizia degli uomini.

Beatrice Cenci fu giustiziata per decapitazione la mattina dell’11 settembre 1599 sulla piazza di Castel S. Angelo. Da allora il suo fantasma, nella notte in cui ricorre questo anniversario, vaga per il ponte antistante il castello ricordando a tutti l’ingiustizia subita.

Organizza un itinerario a Londra sulle orme di Sherlock Holmes

Prendere l’aereo, andare a Londra e ritrovarsi catapultati nei primi del ‘900. Quanti vorrebbero ripercorrere i passi del detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle? Ecco per voi un itinerario nella Londra di Sherlock Holmes e del suo fidato aiutante il Dr Watson.

Tutti pazzi per Sherlock: dai romanzi alle guide turistiche

Negli ultimi decenni i fans del noto detective sono aumentati a dismisura. La notorietà di Sherlock Holmes è stata incentivata anche dai tanti film, serie tv e giochi da tavola ispirati a questa icona dei romanzi gialli. Da tempo, inoltre, sono state realizzate delle guide turistiche per chi visita Londra ed è un appassionato di Sherlock. Si tratta di itinerari realizzati sulla base dei romanzi di Arthur Conan Doyle. Queste guide sono reperibili anche su internet. Infatti, facendo una ricerca dei luoghi da visitare a Londra, tra le prime soluzioni usciranno gli itinerari di Sherlock. Le tappe previste sono solitamente luoghi a lui cari, o i siti in cui sono avvenuti alcuni degli omicidi su cui Sherlock ed il Dr Watson hanno investigato. si tratta di un viaggio tra musei, monumenti dedicati al detective, ma anche luoghi di ritrovo, come i ristoranti o i pub nominati nei romanzi.

Sulle orme di Sherlock: i luoghi cult del tour

Molte delle tappe del tour dedicato a Sherlock Holmes sono divenute ormai talmente famose che non serve una guida turistica per raggiungerle: basterà seguire la folla! Fate attenzione: non tutti i luoghi descritti da Arthur Conan Doyle sono ciò che sembrano. Come accade per la residenza di Sherlock e Watson: per i veri intenditori di Sherlock, ovviamente, la prima tappa da raggiungere sarà il 221B Baker Street. Infatti, nei romanzi questo indirizzo indica l’abitazione/sede di Sherlock Holmes e del suo aiutante Dr Watson, ma nella realtà, il palazzo non è a questo indirizzo. In compenso è doveroso visitare la fermata della metro Baker Street, completamente dedicata al detective. La sede/abitazione di Sherlock e Watson, invece, è oggi una casa/museo e si trova al 187 Northon Gover Street (area nord-ovest della città), facilmente raggiungibile a piedi da Baker Street. I suoi interni sono stati completamente arredati seguendo ciò che Arthur Conan Doyle ha dettagliatamente descritto dei romanzi. Proseguendo il tour, su Marylebone Road si trova la statua realizzata da John Doubleday e dedicata da Sherlock, una sorta di “Mecca” per gli appassionati.

Dopo la camminata e la visita al museo, è doveroso fare una sosta e rifocillarsi al Sherlock Holmes Pub che si trova a Westminster. All’angolo tra il 125 Oxford Street e Wardour Street a Soho, si trova la famosa banca di Sherlock. Certamente non potrà mancare una visita a Scotland Yard, la celebre sede della polizia che prende il nome dalla via che ospitava la struttura originale: la Great Scotland Yard. Altro luogo importante e legato a Sherlock, e alle sue avventure, è il St. Bartholomew’s Hospital: questo è la sede del primo e fatale incontro con il Dr Watson, suo fidato aiutante e coinquilino.

L’incantevole Castello di Gropparello teatro di una tragica vicenda

Su uno sperone roccioso a picco sul torrente di Vezzeno sorge l’incantevole Castello di Gropparello, nella provincia di Piacenza.

Il Castello di Gropparello

Il castello di Gropparello è una rocca fortificata, nel comune omonimo in provincia di Piacenza. La particolarità di questa imponente costruzione è la sua posizione. Si trova infatti arroccata su uno sperone roccioso, su uno strapiombo che finisce nelle acque del fiume Vezzeno.

Castello di Gropparello
Il Castello di Gropparello (paesionline.it)

Questa sua locazione gli ha dato il nome che porta, infatti Gropparello deriva dal termine celtico “Grop” che indica un ostacolo naturale, di tipo roccioso. La sua posizione sulla roccia lo ha reso noto nel passato come rocca inespugnabile.

Il Castello di Gropparello: un po’ di storia…

Il castello venne costruito sulla sede di un castrum romano, posto a difesa della via per Velleia. Nel medioevo invece, il castello fu terreno di scontro tra Guelfi e Ghibellini, rappresentando l’unica roccaforte guelfa nel territorio piacentino. Nei secoli passo nelle mani di diverse famiglie fino a che nel 1869 venne acquistato dal conte Ludovico Marazzani-Visconti che affidò il restauro all’architetto Camillo Guidotti. Quest’ultimo aggiunse strutture neogotiche ed apertura di finestre nel mastio.

In seguito arrivò nelle mani della famiglia Gibelli, che lo aprì al pubblico e lo trasformò in un’opportunità commerciale offrendo visite guidate e allestendo ambienti tematici per i bambini.

Una leggende aleggia intorno a questo castello medievale teatro di una tragica vicenda. Verso la metà del Duecento era signore di queste zone Pietrone da Cagnano, che un giornò partì per un viaggio lasciando sola la bella moglie Rosania Fulgosio. Approfittando della situazione, Lancillotto Bracciforte, capitano del marchese Pallavicino, prese d’assedio il castello, ma affascinato dalla bellezza della giovane castellana se ne innamorò e desistette dai propri propositi belligeranti. L’amore di Lancillotto era ricambiato da Rosania, e così i due divennero amanti. Pietrone venne a sapere dell’accaduto da una perfida serva,e decise di vendicarsi. Narcotizzata la moglie durante il suo ultimo sontuoso banchetto, la murò viva nelle segrete del castello ed ancora oggi, specie nelle notti di vento si sente una voce invocare aiuto…

Il Castello di Gropparello, un castello da favola

Castello di Gropparello
Il Castello di Gropparello (paesionline.it)

Il castello è caratterizzato da tutti gli elementi di una vera e propria roccaforte compatta, nonostante abbia parti risalenti ad epoche diverse. Mura merlate, cortili, torri e ponte levatoio, tutto questo lo rende un classico castello che sembra uscito dalle favole. La torre è la parte più antica del castello, costruita proprio sulla sommità della rupe, il punto ideale per sorvegliare la città e avvistare l’arrivo di potenziali nemici dalla pianura padana.

Il castello è circondato da un grande parco, il primo parco emotivo d’Italia, dove animatori vestiti da guerrieri medievali intrattengono i bambini che si divertono con fiabe e racconti sugli esseri magici che abitano il bosco.

Leggi anche: Siete una coppia di innamorati? Ecco quello che fa per voi: un romantico weekend invernale tra le Alpi

Il Castello Scaligero, uno dei castelli più belli d’Italia custode di una macabra leggenda

Uno dei castelli meglio conservati d’Italia, una rocca di epoca scaligera unico punto di accesso per il centro storico di Sirmione in Lombardia, sul Lago di Garda. Ecco il Castello Scaligero.

Il Castello Scaligero antica fortezza del Lago di Garda

Il castello Scaligero è un’antica rocca conservata meravigliosamente, circondata dalle acque del Lago di Garda che risale al XIII-XIV secolo durante l’epoca degli Scaligeri da cui prese il nome. E’ un’imponente costruzione difesa da tre torri e dal mastio alto 47 metri, testimonianze lampanti dell’architettura di epoca scaligera caratterizzata dalle merlature a coda di rondine.

Castello Scaligero
Castello Scaligero (beniculturali.it)

Accedere al centro storico diventa molto suggestivo, quasi sembra essere tornati indietro nel tempo quando si attraversa il ponte levatoio e si arriva sulla sommità delle mura dalle quali è possibile godere di una meravigliosa vista sulla darsena, che un tempo ospitava la flotta scaligera.

Il Castello Scaligero probabilmente sorge sui resti di un’antica fortificazione romana. Fu Leonardino della Scala, podestà di Verona, ad ordinare la costruzione della fortezza. Il castello nacque con lo scopo di essere un punto di difesa e di controllo portuale, visto che Sirmione si trovava in una posizione di confine ed era quindi maggiormente esposta agli attacchi dei nemici. Nel tempo subì numerose aggiunte a livello architettonico, in particolare quando passò sotto il controllo della Repubblica di Venezia nel 1405, che volle implementare le strutture difensive.

Nonostante il passare dei secoli il castello giunge a noi in perfette condizioni, questo lo rende uno dei siti più visitati del Paese, merito della sua bellezza e del suo fascino antico.

La leggenda del Castello Scaligero

Castello Scaligero
Castello Scaligero (gardameer.com)

A renderlo ancora più suggestivo è la leggenda che aleggia intorno alla storia del castello.

Si narra che tanto tempo fa nel castello vivesse un ragazzo di nome Ebengardo con la sua innamorata Arice: i due giovani trascorrevano una vita serena, fino a quando il loro amore venne interrotto da un tragico episodio. Durante una notte tempestosa chiese riparo nel castello Elalberto, un cavaliere Veneto proveniente dal territorio feltrino. La coppia ospitò il cavaliere che però, rimasto sbalordito dalla bellezza della fanciulla, durante la notte la raggiunse nella sua camera. Arice iniziò a gridare spaventata e Elalberto la pugnalò. Nel frattempo Ebengardo corse nella stanza dove trovò Arice senza vita, fu così che, accecato dalla rabbia, si impadronì del pugnale e uccise Elalberto.
La leggenda vuole che ancora oggi, nelle notti di tempesta, si possa vedere l’anima di Ebengardo vagare per il castello alla ricerca di Arice.”

Castello della Rotta, il luogo più infestato d’Italia

Conosciuto come il castello più infestato d’Italia, il Castello della Rotta è la destinazione ideale per tutti gli amanti del paranormale. Qui giungono numerosi studiosi e curiosi a motivo delle numerose foto che ritrarrebbero spettri che si aggirano fra le sue stanze e fra le pertinenze.

Castello della Rotta, il luogo più infestato d’Italia

A una decina di chilometri da Moncalieri, sorge sui resti di una piazzaforte romana del V secolo il Castello della Rotta. L’edificio definitivo, così come è ancora adesso, fu costruito tra il 1452 e il 1455. Nei primi anni del secolo scorso il castello della Rotta si trovava in stato di abbandono e questo, oltre al fatto che si trova in un posto isolato e che a lungo è stato un possedimento templare, favorì il sorgere di leggende paranormali sul suo conto.

Oggi il castello è una residenza privata e non si può entrare all’interno.

castello della rotta
Castello della Rotta, il luogo più infestato d’Italia (http://www.iltorinese.it)

Le apparizioni nel Castello della Rotta

A detta degli esperti, il Castello della Rotta è il più infestato d’Italia. Durante i restauri, negli anni ’80 venne rinvenuto lo scheletro di un cavaliere armato con anche il cavallo. Da allora, in tanti hanno visto apparire il fantasma del cavaliere aggirarsi nei dintorni del castello.

Tra le varie apparizioni misteriose, i racconti parlano di fantasmi di frati, suore, nobili, soldati e cavalieri, tutti morti in situazioni tragiche e sventurate. L’apparizione fantasmatica più notevole è una processione di tutti questi spettri, ogni anno, nella notte fra il 12 e il 13 giugno.

E’ stato inoltre avvistato il fantasma di una giovane fanciulla, sposa del signore del castello. Essa, rea d’essersi innamorata di un cavaliere templare sarebbe stata gettata dal marito dalla sommità della torre.

E ancora…

Si racconta poi del fantasma di un certo Frate Guglielmo. Reo d’aver commesso vari delitti tra cui omicidio, sevizie ed abuso carnale, fu murato vivo all’interno di una nicchia aperta nel muro nelle viscere del castello.

In talune notti, specialmente d’inverno, molti abitanti di Moncalieri affermano di vedere il fantasma di un bambino aggirarsi nel cortile del castello, il quale sarebbe morto, secondo la leggenda, perché travolto da una carrozza.

E’ stato più volte avvistato anche il fantasma della nutrice del bambino, che il giorno stesso della sua accidentale morte, decise di togliersi la vita presa dal rimorso. La poveretta s’aggira ancora per il castello, alla ricerca del bambino che quel giorno non era riuscita a custodire, lasciando dietro di sé un delicato profumo di rose e di gigli.

Curiosi, medium, indagatori del mistero da anni si appostano nelle notti di primavera a caccia di fantasmi. E ogni minimo fumo, luce, movimento viene immortalato e portato a casa come un trofeo.

Oggi il castello è una residenza privata e il proprietario, Augusto Oliviero, un po’ stufo di questo continuo movimento di “vivi” più che di “morti”, avrebbe deciso di intensificare il proprio diritto alla privacy rendendo il maniero sempre più inaccessibile.

Il regno perduto: il castello di la Mothe-Chandeniers

Un meraviglioso castello costruito tra la natura, un monumento che di storia e rivoluzioni ne ha viste tante. Scopriamo il castello di la Mothe-Chandeniers.

Il castello di la Mothe-Chandeniers –  La storia

Château de la Mothe-Chandeniers è uno dei castelli ritenuti i più belli al mondo. Questo splendido castello medievale, si trova in Francia, al centro di un magico bosco nella zona di Les Trois-Moutiers. La sua costruzione risale al XIII secolo, e fu commissionata dalla famiglia Bauçay. Gli abitanti di questa roccaforte erano una famiglia alle dirette dipendenze del sovrano francese. La storia di questo castello, sin dal primo momento è stata alquanto travagliata.

Conquistato dagli inglesi per diverse volte durante il Medioevo, divenne successivamente noto come la “location” di meravigliose feste e grandiosi ricevimenti indetti dai proprietari. Durante la rivoluzione francese, il castello fu assediato e distrutto. Successivamente ricostruito da un ricco uomo d’affari d’Orleans, fu riportato al suo originario splendore, in aggiunta sono stati installati delle rifiniture in stile gotico inglese. Inoltre furono costruiti dei canali circondanti la struttura.

Il castello di la Mothe-Chandeniers oggi

il castello di la Mothe-Chandeniers
ecco com’è il castello di la Mothe-Chandeniers oggi (https://c1.staticflickr.com)

Il castello di la Mothe-Chandeniers oggi è divenuto una meta turistica, anche se non tenuto come si deve. Parzialmente distrutto da un grande incendio nel 1932, fu ristrutturato aggiungendo qualche particolare più moderno (i riscaldamenti ad esempio). Oggi è un sito visitabile, indicato anche sulle mappe turistiche della zona. Ma le sue condizioni lasciano un po’ perplessi i visitatori. Il suo stato un po’ decadente, però, ammalia chi giunge in quel luogo. L’aspetto fatiscente e il “Canale Grande” che lo circonda, catapulta chi fa visita al maestoso castello, in un mondo fatto di fate, dame e cavalieri magici!

Alla scoperta degli scheletri ingioiellati della Baviera

Birra a fiumi, würstel, castelli da favola e montagne innevate. Lo scenario paesaggistico della Baviera è di quelli più conosciuti per viaggi rilassanti e in famiglia. Ma se volessimo aggiungere un pizzico di mistero, un tocco  horror per ravvivare una vacanza un tantinello scontata? Potreste decidere di seguire le orme di “Indiana Bones” e lanciarvi alla ricerca degli scheletri ingioiellati custoditi in alcuni luoghi della capitale e nei dintorni.

Da Roma a Monaco il marketing dei Santi

IMG_2350 - München - St Peterskirche
La storia degli scheletri ingioiellati della Baviera non ha origine qui, ma nella città eterna. C’è stato un tempo molto difficile per la Chiesa Cattolica, durante il quale sul Vaticano caddero le accuse pesantissime di Martin Lutero e il Cattolicesimo perse terreno a favore della dottrina nascente in tutte le regioni tedesche e in quelle limitrofe ( XVII e XVIII secolo). In quei paesi le masse si scagliavano con furia iconoclasta sulle chiese, distruggendo opera d’arte, sculture, arazzi e anche reliquie.  C’era bisogno della testimonianza di una fede autentica, di qualche “influencer” si direbbe oggi, per cercare di recuperare la fiducia perduta nella Santa Sede. Quale miglior testimonial, devono aver pensato i dotti del Santo Uffizio, dei martiri cristiani? E così giù a calarsi nelle catacombe per cercare nuovi martiri testimoni della vecchia fede: ecco San Federico, San Benedetto, Santa Mundizia. Si dice che vari Papi scendessero sottoterra per recuperare le salme e canonizzarle e che venne istituita una commissione apposita per il riconoscimento del sacrificio cristiano. I santi ritrovati sfilavano in parata nella capitale italiana e poi prendevano la via del nord, dove ad accoglierli spesso c’era anche il Re e dove venivano tempestati di gemme preziose, oro e argento per essere collocati là dove più c’era bisogno.

scheletri ingioiellati-photocredit-giornirubati.it
scheletri ingioiellati-photocredit-giornirubati.it

Passarono vari secoli e le spoglie sacre vennero dimenticate, fino a quando Paul Koudounaris, alias “Indiana Bones”, storico dell’arte appassionato della materia, non si è messo sulle loro tracce per la redazione di un volume stupefacente: heavenly bodies: Cult Treasures & Spectacular Saints from the Catacombs.

Dove vedere gli scheletri ingioiellati a Monaco di Baviera

Munchen, High-End, Zugspitzen, Furstenfeldbruck
Seguendo i suoi consigli si viene a sapere che a Monaco di Baviera troviamo quatto di queste preziose salme: Santa Mundizia, nella Peterskirche, San Benedetto, nella Michaelskirche, e poi San Giacinto di Cesarea e San  Clemente nell’abbazia barocca di FURSTENFELD a pochi chilometri dalla città. Più distanti, quasi al confine con la Repubblica Ceca,  troviamo quelli custoditi nella chiesa di Waldsassen. Gli scheletri sono naturalmente protetti da teche di vetro, ma sono visibili al pubblico. 

Il vostro dark journey in Baviera è pronto!